sabato 21 ottobre 2017

venerdì 6 ottobre 2017

dimostrazione della curvatura terrestre


i creazionisti hanno torto

per chi si deve sorbire i negazionisti dell'evoluzione un giorno sì e l'altro pure. Quello che danneggia la scienza è la presunta libertà a torto o a ragione, di dire la propria su tematiche su cui si ha più o meno competenza, internet gioca un ruolo cruciale in questo strano confronto, se di confronto si possa parlare. Perché il mondo del web, ad esempio, è un arma a doppio taglio con i suoi pregi ed i suoi difetti, da un lato consente una maggiore diffusione della conoscenza attraverso informazioni corrette, ma dall’altro diffonde con una violenza disarmante una quantità inimmaginabile di bufale, turpiloqui ed offese nonché di negazionismi tra i più perversi ed incomprensibili, il tutto condito da un’assenza pressoché assoluta di fonti e dimostrazioni. Un vero mercato delle menzogne e dell'incompetenza a cui chiunque sceglie di attingere in base ai propri gusti personali e su cui chiunque può lasciarsi andare ai propri rigurgiti più beceri, un mercato in cui tutte le opinioni si equivalgono e in cui le vere informazioni diventano semplici opinioni e le opinioni vengono elevate a fatti (e si sa, sul piano delle opinioni tutto può essere contestato, basta aggiungerci un –ismo ed il gioco è fatto, il valore delle prove viene inesorabilmente a mancare). Negli anni ho letto che l’evoluzion-ismo equivale al nazismo, al comunismo, al nichilismo e chi più ne ha più ne metta, l’evoluzione smette di essere un fatto supportato da 150 anni di studi scientifici pluridisciplinari ed accettato dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica globale per diventare una mera opinione proposta da un cialtrone inglese e accettata da uno sparuto gruppo di scienziati incapaci di dimostrare il perché dei fossili, della vita sul pianeta e dell’universo. Eppure l’evoluzione è un’evidenza talmente lampante che ha prodotto così tante spiegazioni agli interrogativi della vita che risulterebbe quasi ridicolo non arrendersi alla sua ineluttabile dimostrabilità. Forse non si tratta semplicemente di ignoranza, quella è ovunque, forse c’è di più di una semplice assenza di conoscenza della scienza e di come essa operi, Darwin la chiamò fraintendimento intenzionale, quando qualcosa cozza con un’idea profondamente radicata nella nostra coscienza, per intenderci non parlo solo del mito creazionista, ma qualcosa di più profondo ed egoistico: il bisogno della nostra eccezionalità, il fatto che noi non potessimo essere solo una delle tante probabilità della vita ma l’idea inconscia e radicata di essere il culmine della vita del pianeta, l’essere superiore ideato come tale che svetta per intelligenza e manualità sugli altri, Giorgio Vallortigara le definì “quelle idee che ci vengono facili da pensare”. Ma se ciò viene smentito allora qualcosa si rompe, si grida alla perdita di dignità dell’uomo e si accusa l’evoluzionismo di equiparare l’uomo agli altri animali, una vera bestemmia, del resto i detrattori dell’evoluzione non perdono occasione per esplicare cosa secondo loro è contro o secondo natura, anche se la natura dimostra che hanno torto. Purtroppo devo ricordare che la realtà non è democratica e anche se a credere nell’evoluzione fossero solo 7 persone o tutti e 7 i miliardi di abitanti del pianeta questa non smetterebbe di esistere solo perché esteticamente sgradevole o fastidiosa. Scienza e cultura non sono conquiste così scontate come verrebbe da pensare ma al contrario si tratta di informazioni estremamente fragili di fronte agli estremismi spesso di matrice religiosa che traggono dall'ignoranza una gran forza e che musei, eventi culturali ed una sana didattica nelle scuole non possa che giovare creando quegli anticorpi che rendono la nostra mente più razionale e capace di filtrare tutta una serie di bufale che al giorno d'oggi infestano il mondo dell'informazione.

martedì 26 settembre 2017

lunedì 14 novembre 2016

l'internet ai tempi della merda

Un pò come l'amore ai tempi del colera ma meno amore e più colera.

Ci aspettiamo di poter vivere in una condizione in cui tutti possano essere in grado di trovare la corretta informazione con la quale poi prendere le decisioni, zittendo le false credenze e promuovendo la verità oggettiva.
Purtroppo per quanto si possa amare questa idea, si rivelerà essere un'utopia, questo perché per molti la ricerca delle informazioni è funzionale al loro desiderio di credere, quindi le informazioni che si andranno a cercare confermeranno il loro punto di vista e non lo amplieranno.

Ad esempio le varie teorie complottistiche, non si fondano sulla verità, ma al contrario sul fatto che siano apparentemente verosimili, o perlomeno nei confronti di chi non ha quella conoscenza di base tale da far capire dove si trovano gli errori di un simile ragionamento.
Io ho cominciato a navigare su internet vent'anni fa, quando non esistevano i social network ed il massimo delle community in rete erano i forum, sui quali venivano costantemente linkati siti che riportavano bufale, ma erano estremamente complesse per risultare credibili e spesso venivano sbufalate con una discreta fatica.
Questo perché per abbattere una bufala serve un esperto:
poniamo il caso in cui un ciarlatano sostenga che nella pancetta per carbonara sono stati inseriti geni per il controllo mentale e che questo porti la gente a votare sì o addirittura no al referendum costituzionale,
tutti potrebbero tranquillamente scrivere “ok, questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentito”, ma non sarebbe bastato a convincere il bufalaro, serviva uno che conoscesse la genetica e dimostrasse la non esistenza di alcun gene introdotto artificialmente nella pancetta che avesse la possibilità di autoreplicarsi nell’organismo infettato e che non ci fosse alcun controllo mentale.
Ma sul più bello il bufalaro aggiungeva maggior complessità alla bufala rendendo il debunker inadeguato e richiedendo un esperto in un secondo campo, ad esempio un fisico esperto di trasmissioni radio che potesse smontare le onde emesse dal mostro di pancetteinstein radioattivo.
Ed ecco che si entrava in una spirale di delirio in cui le possibilità erano sostanzialmente due scenari, nel primo l’intera community comprendeva la stupidità del bufalaro e lo derideva, nel secondo almeno una parte dava per scontato che il debunker fosse pagato dai poteri forti per nascondere la verità.

Molta della verosimilità delle vecchie bufale era data da una logica argomentativa comune, il sito che la riportava iniziava la descrizione del fenomeno partendo da una spiegazione scientifica su un argomento, talvolta a caso o vagamente correlato con la panzana, per poi saltare di palo in frasca su conclusioni assolutamente sconclusionate.
Nella mente del lettore inesperto, questo sito appariva come scientificamente attendibile, quindi tutte le conclusioni erano plausibili.
Negli anni però è cambiato qualcosa, innanzitutto l’accesso ad internet, fino al 2008-2009 non erano così diffusi gli smartphone e soprattutto i vecchi cellulari non riuscivano a collegarsi con un’app dedicata a facebook.
Poi tutto è cambiato, i social network hanno attratto sempre più persone, inizialmente tra i giovani e successivamente persone di ogni età, perché i genitori hanno chiesto ai figli come funzionasse “l’internette”.
Questo impulso ha creato una demarcazione tra le vecchie bufale e le nuove bufale, queste ultime infatti sono aumentate sia nel numero che nell’assurdità.
Sebbene la richiesta del bufalaro di spiegare il perché tale bufala sia infondata sia pressoché la stessa (e con la stessa arroganza), oggi il livello delle bufale si è enormemente abbassato, non cercano più di sembrare vagamente credibili, al contrario sparano a zero sostenendo deliri sempre più sconnessi ed inverosimili.
Eppure il numero di condivisioni è altissimo, i consensi che ci si aspetta siano in calo visto il calo di qualità delle bufale, sono in aumento; perché?
Perché oggi sempre più persone sono connesse e se prima internet era per pochi secchioni, oggi è per tutti,
chiunque ha accesso alla rete, non importa quali filtri culturali possegga e può accedere soprattutto alle bufale che risultano molto più affascinanti della realtà.
Però questa mancanza culturale fa sì che tali bugie attecchiscano più facilmente, diffondendo una malattia.
E’ un po’ come quando si diffonde un virus, entra in una cellula e la infetta costringendola a replicarne il dna e quindi a creare copie del virus.
Una volta che il numero di cloni del virus iniziale sarà sufficiente, la cellula esploderà liberando altre minacce che a loro volta infetteranno t’intero organismo.

Internet ha accentuato il problema, siamo animali sociali e quindi gruppisti, per sentirci accettati da una società diamo retta ad un istinto primordiale, per difenderci dai predatori dobbiamo aggregarci ed è così che tendiamo a rifugiarci in gruppo che abbia la nostra stessa ideologia, che essa sia politica, religiosa o anche calcistica, da cui odiare tutti coloro che la pensino diversamente da noi.
In pratica: noi siamo i buoni, se non la pensi come me sei il male.
Percui la possibilità di creare gruppi su Facebook ha fatto sì che avvenisse una sorta di autoghettizzazione di tutti questi individui in gruppi chiusi o nascosti, dai quali cantarsela e suonarsela da soli, sbattendo fuori i disturbatori (quei razionali cattivi, pagati dal governo per tacere la verità) cuocendosi nel proprio brodo.
Certi individui si circondano di persone che la pensano analogamente a loro, lo stesso vale per le fonti da cui attingono le informazioni, questo perché cercano solo informazioni che già conoscono, hanno bisogno di conferme e sono impermeabili alle smentite, si chiamano Bias cognitivi, https://it.wikipedia.org/wiki/Bias come il bias di conferma, che spinge tali soggetti a formare un isolamento cognitivo.

Cosa spinge tali individui a credere a qualsiasi scemenza?
Si chiama analfabetismo funzionale https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_funzionale, quando una persona dotata dì della capacità di leggere e scrivere, presenta differenti gradi di incapacità di comprensione di un testo, anche basilare  o di rapportare ciò che si legge alla realtà.
Questo com’è ovvio che sia porta ad una condizione di ignoranza in ogni ambito, ma più marcatamente di stampo scientifico.
Purtroppo sembra quasi che sia impossibile dire ad un ignorante che è ignorante, è diventato un tabù,  come ho già descritto, nelle dinamiche di una discussione con simili individui, il compito di dimostrare spetti a colui o colei che dopo anni di studi scientifici ha creato una sua solida cultura, mentre il bufalaro analfabeta funzionale, rincara la dose con una serie di domande a raffica.
Questo espediente retorico prende il nome di Galoppo di Gish, http://ugobardi.blogspot.it/2011/01/il-galoppo-dellanti-scienza.html ovvero una sequela di affermazioni fasulle facilmente sbufalabili che però richiedono singolarmente una lunga spiegazione, messe assieme non possono far altro che scoraggiare l’interlocutore che si vedrà incalzare altre domande o peggio accuse di non saper rispondere.
Non dico che tutto ciò accada per forza in cattiva fede, spesso il bufalaro cerca su internet e semplicemente copia ed incolla le domande senza neppure capirle, una volta mi è capitato di leggere una discussione presa a casaccio da un forum di discussione in cui erano presenti sia delle domande che delle risposte che smentivano tali domande.
Alle volte entrano in gioco involontariamente delle fallacie logiche https://it.wikipedia.org/wiki/Fallacia quali l’argumentum ad ignorantiam secondo cui, se tu non sai rispondere e nemmeno io so di cosa si tratti, ho ragione io.
Ecco, traendo le conclusioni c’è una falsa convinzione che tutte le opinioni valgano allo stesso modo, come se chiunque durante i mondiali abbia il diritto di sedersi sulla panchina ed allenare la nazionale, suggerendo contro il televisore quali schemi e tattiche di gioco attuare.
No, non tutte le opinioni hanno lo stesso peso, la competenza in una materia è fondamentale per essere credibili e ciò dovrebbe far sì che l’incompetente eviti di parlare a sproposito, purtroppo non è mai così, https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger due psicologi della Cornell university hanno dimostrato che sostanzialmente persone culturalmente sotto la media tendono a sopravvalutarsi al di sopra di essa, a causa dell’inadeguatezza della loro cultura.

Per farla breve sono talmente ignoranti da capire quanto siano ignoranti e si sentono superiori anche a coloro che studiano ciò che loro non capiscono.

Come si evince è un argomento estremamente complesso, che merita di essere sviluppato per tutti i suoi aspetti applicativi, ovvero le svariate teorie dei complotti, il creazionismo, l’antivaccinismo, la terra piatta, le ipotesi di Biglino o le interpretazioni di Zacharia Sitchin, fino ad arrivare a David Icke, che nel 1991 si presentò nella trasmissione di Terry Wogan sostenendo di essere figlio della divinità e inventandosi complotti.
Dopo 25 anni è tornato nella stessa trasmissione, ma ha affinato la dialettica e con molta retorica ha sostenuto le stesse scemenze e non aggiungendo mai nulla di concreto, ma è riuscito a stregare il pubblico, lo stesso che anni prima scoppiò a ridere a crepapelle.
Metto tutto in un calderone non per la varietà delle idiozie sostenute, ma per il comune modus operandi di questi soggetti, il saltare di palo in frasca, il galoppo di gish, la negazione senza se e senza ma.

Scrollare le spalle dicendo che simili individui sono solo quattro gatti, che non vale la pena di affrontare la “montagna di merda” http://photobuster.blogspot.it/p/la-teoria-della-montagna-di-m.html potrebbe portare, come ho descritto ad un aumento ancora più traumatico di simili individui e logiche di pensiero.
Come ho descritto, questi fuffari sono una malattia e rischiano di contagiare altre persone che con pari incompetenza scientifica, potrebbero trovare credibili le bufale, diffondendole e infettando sempre più persone.

Qui propongo il mio manifesto per combattere le teorie della cialtroneria pseudoscientifica:
Essendo una malattia, un virus che si diffonde, mi aspetto che internet evolva degli anticorpi, tali da difendere gli utenti dalla fuffa di internet per non farli diventare utonti o come dice Enrico Mentana Webeti.
Come Gould e Dawkins scrissero nel 2001, non si deve dare mai la possibilità di un dibattito scientifico o un semplice confronto sui media con simili individui, rimanere invischiati in un galoppo di gish vuol dire perdere tempo ed il tempo in questi dibattiti è poco ed uguale per entrambi gli interlocutori, va da sé che è facile che chi ha meno argomentazioni ma arriva più direttamente al pubblico ne risulterebbe apparentemente vincitore, nonostante la sua assenza di contenuti, bisogna evitare il rischio che si possa pensare ad un confronto tra scienziati di pari peso e competenza o che la scienza sia divisa su temi che in realtà non dividono affatto ma sono assolutamente chiari.
Al contrario quando si può controbattere sui social network dove tutti possono dare il loro contributo è sempre bene farlo, non tanto perché si voglia tentare di far ragionare il bufalaro di turno, quanto far capire al pubblico presente che non ha alcuna valenza scientifica o peggio va contro quello che si sa e che si tratta di pura ideologia, per fare questo si devono spiegare le fallacie e gli espedienti retorici per dare agli spettatori lo strumento per giudicare tali deliri.

Per intavolare un discorso non bisogna mai partire dalle proprie conclusioni ma piegare come si è arrivati ad esse attraverso un percorso che parte da un dato comunemente accettato da tutti gli interlocutori, mai sottovalutare la platea perché potrebbe avvenire un backfire effect che tenderebbe ad estremizzarla ancora di più sulle sue posizioni, dandovi degli arroganti e mentalmente chiusi.
Capire il pubblico è importante se non si vuole chiuderlo a riccio, certo bisogna capire cosa sia giusto sostenere o meno, se ad esempio siamo su una pagina facebook a favore del creazionismo e vogliamo citare Dawkins, difficilmente potremmo ottenere di essere presi in considerazione.
E’ ovvio che non bastano le critiche per far cadere la scienza ma la politica non è impermeabile alle fallacie, specialmente se arrivano con un gran consenso popolare, qui vedo il peggiore degli scenari, se in passato l’incompetenza ha portato a stanziare dei soldi per la ricerca su stamina cavalcando l’ondata di consensi a favore di una palese truffa, cosa può accadere nel paese in cui un ministro della pubblica istruzione decide di cancellare lo studio dell’evoluzione dalle scuole?




giovedì 23 luglio 2015

Ha senso discutere con i credenti?

 Per anni ho avuto l'entusiasmo di discutere ed argomentare, la voglia di spiegare le mie ragioni a chi non voleva saperne di prendere atto del fatto che qualcuno non ricambiasse la sua fede.
 Ma comincio a dare i primi segni di gonadi frantumate e nel tirare le somme ho deciso di spiegarvi il perchè.
Mettiamola così, ci sono persone che affermano l'esistenza delle divinità e su questa base creano le loro morali.
Nulla da eccepire, per quanto io possa trovare assurda o ridicola una fede in quanto basata su irrazionalità e fantasie incredibili (intese nel senso etimologico del termine, ovvero NON-CREDIBILI), se essa è un atto personale e non danneggia la mia esistenza, se in questa convinzione si ripone una speranza, magari legata ad una vita problematica, perchè mai dovrei essere contrario?  Non vedo affatto come un problema la libertà di credere in una divinità se questa crea un senso di benessere, per quanto illusorio nella mente di un credente.
Inoltre noi siamo fortemnte predisposti a vedere le cose in maniera finalistica ed è un fenomeno Darwiniano ben conosciuto.

 Il problema è che non tutti condividono tale fede, come non tutti condividono determinate morali fatte di precetti e divieti a volte retrogradi e talvolta stupidi.
Fintato che qualcuno si limita ad attuare una simile condotta di vita tenendola per sè, il risultato è che non si limita la libertà di nessuno.
Ma c'è un ma:
Io non condivido il credo nella divinità, qualsiasi essa sia e di conseguenza non posso trovare certi principi morali, i quali risultano giustificabili esclusivamente in base all'esistenza del divino, sensati ed accettabili.
Ad esempio io voglio poter mangiare insaccati fatti con carne di maiale che alcune fedi reputano impuro, perchè non dovrei gustare la mortadella se tu credente non vuoi mangiarla?
Non si limitano a rispettare i loro principi morali, si accaniscono nel non considerare le altre morali, magari dettate dal buon senso, come tali
Poichè i loro principi morali sono gli unici principi accettabili.
Perchè questa discriminazione?
Perchè la morale religiosa non è un obiettivo o un fine, ma è lo strumento che porta a ciò che la fede promette: ovvero la vita eterna, la salvezza dell'anima, il paradiso, la pace in terra, la definitiva liberazione dal male...
Un ateo come il sottoscritto invece, come ho già detto, reputa i principi morali fini a sè stessi, ovvero utili per il vivere comune,  in armonia col prossimo senza arrecare alcun danno a chi mi circonda.
Se aiuto una persona lo faccio perchè so che è un atto dovuto verso qualcuno e non mi aspetto alcuna ricompensa ultraterrena per essermi comportato in tale maniera.
Ho semplicemente ascoltato il mio buon senso, ma sto notando sempre più spesso che i credenti non riescono a percepire questa distinzione tra princìpi utili e princìpi inutili, tra princìpi accettabili e princìpi talmente lontani nel tempo da essere sorpassati, fatti di precetti di dubbia utilità o di divieti assolutamente deliranti.
Nel non comprendere questa cosa ecco che nella mente del credente si viene a creare un corto circuito che porta ad una conclusione immancabilmente errata, secondo cui quando qualcuno perde la sua fede, irrimediabilmente perde la sua morale.
La sola ed unica morale accettabile, ne consegue che io, in quanto sprovvisto di morale religiosa, non avrei una morale.
Avete mai sentito rivolgervi detti come:
chi non crede in dio non crede in niente
oppure la variante
chi non crede in dio crede a tutto / nel diavolo
o ancora
se non si crede in dio tutto è possibile

Nel primo caso, chi non crede in dio non crede in qualsiasi entità irrazionale, ma non significa che non possa credere nei sentimenti o nei principi etici.
Nel secondo caso, il detto vorrebe far passare il fatto che tolta la fede in dio qualsiasi altra credenza, anche la più assurda e delirante possa passare senza problemi (più di quella cristiana?n.d.a.)
quando invece verrebbe vagliata dalla ragione esattaente come è accaduto per la fede cristiana.
Quanto al diavolo, come potrei credere al sottoprodotto del dio in cui non credo? il pacchetto è completo, all inclusive.
Nell'ultimo caso, non è una frase lusinghiera ma suona così, se non si crede in dio vengono meno i freni morali e si è portati a commettere gli atti più nefasti.
Inutile spiegare il perchè sia un concetto delirante, l'ho appena descritto.
L'oltranzismo è la base della chiusura mentale che non permette di accettare altre visioni del mondo o libertà civili e porta a voler condizionare la vita di tutti, vietando leggi o promuovendone altre.
Ecco che abbiamo assistito alle battaglie anti parità di diritti (sesso, orientamento sessuale, orientamento religioso o assenza di esso, cultura ecc..), al vuoto legislativo verso il fine vita, alla comparsa di leggi irrazionali come la legge 40 e via discorrendo.
Il cristianesimo nello specifico parla di Valori non negoziabili, precludendo ogni possibilità di apertura, semplicemente o si agisce secondo la morale cattolica o si agisce secondo la morale cattolica.

Oppure come ho spesso raccontato su questo blog, si è arrivati alla negazione di scoperte scientifiche ed addirittura alla cancellazione del loro insegnamento nelle scuole.
Nel 2005 ad esempio l'allora ministro Letizia Moratti cancellò lo studio dell'evoluzione dalle scuole medie, fu istituita una commissione dopo le proteste dell'intero panorama accademico nazionale.
Prima ancora della consegna della relazione della commissione (favorevole al ripristino ed al potenziamento dello studio della teoria evolutiva)
la Moratti ne presentò un'altra simile ma corretta in cui si apriva al creazionismo come credibile alternativa(!).
Ogni qualvolta si discute con un religioso, il semplice fatto di dissentire è cosiderato un'offesa,
ogni pensiero critico che infrange un tabù morale è considerato una mancanza di rispetto,
il problema è che il credente non cerca il rispetto, perchè il rispetto và dato in maniera equa riguardo a quanto si riceve ed i credenti non ne mostrano per chi non la pensa come loro, essi pretendono solo sottomissione alle loro idee.
Universalmente ed unilateralmente.

Cercare di discutere con un religioso non porta mai a niente, ma quale sarebbel'alternativa? Perculare e basta? Ricambiare la loro violenza?
Sono certo che discutere non porti a far valere alcuna ragione dell'ateismo o del semplice pensiero Laico, in quanto il nostro interlocutore non parte dal principio di voler discutere.

Discutere vuol dire prendere le proprie idee, metterle sul tavolo insieme a quelle degli altri e confrontarsi.
Se le idee altrui sono più convincenti e circostanziate delle nostre, se siamo intellettualmente onesti, siamo in grado di riconoscere le falle nelle nostre convinzioni e magari cambiare idea.
Lo so, per molti è difficile abiurare, ma è grazie al confronto che si cresce e che ho raggiunto le mie opinioni su molti temi.
Se il nostro interlocutore parte dal principio che noi atei, in quanto tali, siamo sbagliati e che unilateralmente dovremmo essere convertiti, ma soprattutto che le nostre parole siano veleno da evitare a piè pari, ha senso tentare di confrontarsi?
Anche il più apparentemente aperto degli interlocutori cade in fallo quando si tratta di cercare una discussione seria e circostanziata, c'è un uso smodato di fallacie logiche, non cerca un punto comune da cui iniziare l'esposizione delle sue idee e non ammette nemmeno sotto tortura la veridicità di dimostrazioni ber circostanziate.
Insomma, siamo di fronte ad una barricata mentale insormontabile, che cerca costantemente di creare barriere nelle menti dei suoi simili e zittisce chiunque non condivida tali limiti di chiusura mentale...
Sì i mentalmente chiusi saremmo noi atei!

Ha senso perdere del tempo?


martedì 16 dicembre 2014

Termoli, città dell'archeologia intellettuale.

Vi è mai capitato di trovarvi in quella condizione di rabbia furente ed incontrollata tale da farvi venire voglia di
urlare e spaccare tutto ciò che si trova a portata di mano?
Bene, perchè sono in uno di quei momenti e per spiegarvi il pechè devo raccontarvi la storia di Termoli, o meglio dei suoi ritrovamenti archeologici, ben due necropoli frentane con sepolture che risalgono a periodi compresi tra il 6 secolo ed il 1 secolo a.c.
La prima fu scoperta per la prima volta negli anni '30, ma  probabilmente gli scavi non partirono mai anche se ci fu un primo stanziamento di fondi di 900 lire, poi durante un'apertura di una cava di sabbia in zona porticone, nel 1978, la necropoli venne riscoperta e gli scavi durarono fino al 79, in totale furono portate alla luce 105 tombe ad inumazione.
La seconda necropoli situata in contrada airino venne scoperta nel 1983 durante gli scavi per la realizzazione di una piazza che avrebbe ospitato un incontro con il Papa Giovanni Paolo II.
Lo scavo fu effettuato a fini di recupero, ovvero uno scavo limitato ad un breve tempo poichè l'area fu minacciata dalla distruzione per questioni edilizie, in tutto è durato un mese.
Durante una delle campagne di scavo nel sito di Isernia la pineta a cui partecipai, ebbi modo di scambiare qualche parola con Carmine, un operaio specializzato in scavi archeologici che ebbe modo di lavorare nel sito di piazza del papa nel 1983, mi confermò la durata di un solo mese e l'ubicazione del sito.
Storia vecchia, mi sono già arrabbiato per questo ed ho avuto già modo di schiumare bile.
Però è più forte di me, il pensare che anzichè valorizzare un sito, magari rendendolo visitabile al pubblico, donando così qualcosa di importante ad una comunità dal punto di vista del retaggio storico, si sia optato per la sua distruzione completa è semplicemente segno di assoluta ignoranza.
Anni fa in occasiona di una mostra di modellismo che organizzammo con l'AMT, chiesi ad un consigliere comunale, nonchè parente alla lontana, che si offrì di aiutarci con l'organizzazione, se conoscesse la storia del sito.
Naturalmente ne era completamente all'oscuro, come del resto il 99% della popolazione termolese, ma il giorno dopo chiese qualche informazione tra impiegati comunali e politici più navigati, ci incontrammo il giorno successivo per terminare i lavori di allestimento dei locali espositivi e con una faccia tra il funereo e lo sbigottimento più disarmato mi riferì queste testuali parole:
"meno male che nell'83 abbiamo spianato tutto con le ruspe!"
E' dall'estate del 2006 che mi tormento cercando di capire perchè mai dovesse essere stato un bene averraso al suolo un sito di importanza archeologica inestimabile per mezza giornata di retorica religiosa che si sarebbe potuta spostare in un terreno adiacente.
La religione a quanto pare vince su tutto, anche sulla cultura, che di fatto ne esce sconfitta e soccombe per sempre.
A questo punto vi chiedo di stamparvi bene a mente quelle nefande parole:
"meno male che nell'83 abbiamo spianato tutto con le ruspe!"
perchè a pensarci bene l'opera di distruzione ha avuto anche un seguito postumo, com'è naturale porsi delle domande in casi come qesti, anche a me è venuto uno scrupolo, possibile mai che non ci fosse un qualche tipo di vincolo per i beni culturali?
Ed in effetti navigando sul sito della soprintendenza per i beni archeologici del molise, alla voce vincoli troviamo una sola voce riguardante Termoli:

Termoli contrada airino 09/11/1995 Resti archeologici (annullato dal TAR Lazio)

Insomma il comune si è messo di traverso ed ha iniziato una battaglia legale per strappare il diritto a distruggere anche quel pò che si sarebbe potuto ancora salvare.
Desolante, semplicemente desolante, ma non è finita certamente qui, era rimasto il sito ubicato in contrada porticone, gli scavi si interruppero nel 79 con la promessa di ulteriori campagne volte a scoprire altre sepolture, ma non vi è notizia di nulla di simile dagli anni '80 in poi.
Oggi dopo essere entrato in possesso fortuitamente di una delle pubblicazioni relative allo scavo
Necropoli arcaiche di Termoli e Larino, campagne di scavo 1978-79

riesco, seppur a fatica a scoprire l'esatta posizione del sito, dopo anni di tentativi in cui ogni volta ho cercato infruttuosamente informazioni e osservazioni dirette in svariati punti della zona, trovo una mappa della
superficie di scavo ed una cartina un pò grossolana la quale riporta l'ubicazione rispetto alla città.

Non avrei mai potuto localizzare il sito, perchè ormai anche questo è andato irrimediabilmente perduto, come le mie speranze.Un intero quartiere, sorto nell'arco degli ultimi 10 anni ha spazzato via il sito, senza alcun riguardo, nel disinteresse più totale.A questo panorama desolante si aggiunge il totale disinteresse in cui l'ultim sito di interesse archeologico che ci è rimasto, una villa romana tra contrada difesa grande e San Giacomo degli schiavoni lasciata all'incuria, transennata e dimenticata dopo essere stata distrutta dagli aratri per centinaia di anni.


Insomma, un sistematico tentativo di distruzione rivolto a tutto ciò che avrebbe potuto creare una
 zona di interesse archeologico nella nostra fin troppo culturalmente vuota città.
Ed i reperti? qualcosa è stato trovato, perlomeno un museo sarebbe auspicabile. Nel 2007
iniziarono i lavori per la ristrutturazionedurante l'amministrazione Greco, non fui d'accordo sui locali, ma come si dice meglio che niente, no?
http://sezione9.blogspot.it/2007/10/sono-commosso.html
Eppure cambiano i governi ma la termolesità non si smuove di un millimetro, perchè l'ultimazione del museo, ormai pronto per accogliere una mostra permanente fu oggetto di campagna elettorale nel 2010, trasformando il museo da archeologico a museo d'arte moderna con tanto di opere già acquistate.
Non importa, sapete? Tanto il museo non è stato mai aperto e i locali credo di aver letto, sono stati destinati ad associazioni culturali quali l'archeoclub.
Per non parlare del fatto che Termoli potrebbe avere delle terme romane nascoste sotto i piloni di cemento tra il parco e rio vivo, della torretta sul sinarca, baluardo venduto a privati e restaurato male con tanto di polemiche
http://www.sullacrestadellonda.it/torri_costiere/termoli_sinarca.htm
del discutibile restauro della cattedrale del 1100 con pavimenti nuovi e una mano di pittura, (brividi al solo pensiero).
Poi c'è la semidistrutta ed abbandonata al degrado torre del meridiano, sepolta tra le case in un giardino privato nella via che scende dal terzo corso verso la spiaggia di rio vivo, Per vederla bisogna sapere dov'è, ma non riuscirete mai a visitarla, meglio così, non sia mai dovesse crollare(!).
Per non parlare della scala a chiocciola in cemento armato che adorna le mura duecentesche del borgo antico, recentemente resa seppur con molta difficoltà più pacchiana della bruttura che fu per oltre un trent'ennio...
lo stesso Sgarbi la definì una delle peggiori brutture d'italia e l'attuale ex sindaco ha dichiarato di aver cercato di abbatterla scontrandosi con le autorità preposte, bè perlomeno chi ama guardare sotto le gonne ringrazierà, persino l'illuminazione viene dal basso...

Giusto per la cronaca, per costruirla demolirono questa


A conclusione del discorso facciamo un pò di sano complottismo (sano si fa per dire), così a quell'idiota mascherato che sta in piedi sulla cima del castello di Trezzo sull'adda, muovendosi a rallenty mentre dice boiate, viene un pò duro.
Trovo incredibile la puntuale distruzione di tutto quello che possa rappresentare qualcosa di anche solo vagamente culturale in quel di Termoli, una volta sarebbe un semplice caso, due volte anche, ma questa serie di troppo sfortunati eventi dimostrano o un'odio verso la cultura o degli interessi personali.
giusto per buttarla lì, chi amministrava il comune nel 79, quando cessarono gli scavi a porticone? e nell'83 quando fu rasa al suolo la necropoli in piazza del Papa? Prima e durante il '95 quando il comune chiese la cancellazione del vincolo della soprintendenza sempre per la stessa piazza? Negli anni dal 2002 al 2005 quando sorse il nuovo quartiere a porticone?
Io ci scherzo su ma...http://www.comune.termoli.cb.it/LaCitta/Storia/sindaci.html
forse un giorno tra migliaia di anni qualcuno mi darà ragione scavando tra i resti dell'antica città di Termoli, riportando alla luce i resti della rotonda del porto o della rotatoria che dà verso il centro con la rosa dei venti sbagliata e spianerà tutto con le ruspe laser dicendo: "ma sì, chissenefrega"!

martedì 7 ottobre 2014

le vergognose sentinelle in piedi, l'ultima moda in fatto di rigurgiti omofobi


Dicono di essere apartitiche ed aconfessionali, protestano in piedi leggendo libri a caso, in assoluto silenzio contro un disegno di legge che a detta loro dovrebbe tarpare le ali alla
 libertà di espressione e di pensiero, verso chiunque voglia difendere la famiglia tradizionale.
detta così sarebbe anche interessante, chiunque di primo acchito direbbe:
aspetta, fammi vedere un attimo cos'hanno da dire... se non fosse una menzogna bella e buona,
 innanzitutto perchè il ddl Scalfarotto non toglie nessuna libetà di pensiero a nessuno ma condanna,
 anche severamente, ogni forma di discriminazione sulla base del sesso e del suo orientamento o
sull'incitazione all'odio verso omosessuali e transessuali.
Quindi cosa ci sarebbe di così sbagliato? nulla,il problema è insito nel fatto che il mondo religioso
 ha sempre avuto un confine molto labile tra l'insulto offensivo e la semplice libertà di pensiero,
confondendo spesso la libertà di offendere e criticare chiunque non segua determinati precetti religiosi
 stabiliti, specifici dettami morali religiosi o le tradizioni di matrice anch'essa religiosa.
Chiunque, quindi, vada oltre il seminato è da sempre bollato come abominevole e nelle culture meno avanzate e più bigotte rischia di subire discriminazioni o addirittura aggressioni fisiche.
Sono molti i casi di percosse subiti da ragazze e ragazzi o anche adulti rei di essere omosessuali, si
 sono mobilitate addirittura intere spedizioni punitive per colpire chi osava essere diverso e turbare
 l'opinione pubblica.
Pensate che i fautori di questi casi isolati siano dei poveri mentecatti da slegare dal movimento delle sentinelle? chi sono le sentinelle?
Innanzitutto non sono aconfessionali, ma il marchio registrato appartiene ad una associazione laica
cattolica
http://it.wikipedia.org/wiki/Alleanza_Cattolica
qualsiasi intervistato difende i valori cattolici, quindi dimostra di essere ben orientato dal punto di
 vista confessionale, inoltre il movimento è fortemente supportato da forza nuova, la quale in mancanza
 di un'opportunità di maggiore visibilità (si cerca di arginare la deriva politica evitando l'uso di testi
 come omofollia)ha cercato di costruire un movimento identico e parallelo ma di matrice fortemente politicizzata.
Tutt'altro che aconfessionali ed apolitici quindi, ma fortemente bigotti.
Quello che dovrebbe smuovere le coscienze di chi legge queste poche righe è il fatto che queste persone non
 protestano per chiedere dei sacrosanti diritti che potrebbero non avere, ma per toglierli agli altrie  per
rivendicare la prepotenza di insultare chiunque
insomma, come si suol dire, se siete gay siete cornuti e mazziati!
Non solo non potrete mai aspirare a qualcosa di più di una semplice convivenza, ma in più verrete additati
ed apostrofati malamente nella più totale impunità e tutto perchè questo potrebbe ledere la famiglia tradizionale(!).
Chi spiegherà a questi esperti che se due persone dello stesso sesso o di sesso opposto non si sposano
secondo il rito cattolico in chiesa la loro vita, i loro valori, la qualità dei loro martimoni non è e non
sarà mai messa in discussione?
Costoro sostengono che il vero amore può esserci solo tra un uomo ed una donna perchè solo questo porta alla procreazione,
 ma l'amore va oltre il semplice bisogno di riprodursi, nel frattempo con l'evoluzione della nostra specie è diventato qualcosa di molto più compleso ed esteso e purtroppo ci troviamo di fronte ad un muro culturale che non ammette ragioni.
Questi valori infatti, fanno parte di quelli che i cattolici definiscono principi non negoziabili, che comprendono
posizioni sul fine vita, la sperimentazione, l'aborto ed il concepimento ed i matrimoni tra omosessuali, insomma per loro
 è così ed è inutile discuterci, non esiste nemmeno uno specifico passo della bibbia che parli espressamente di amore
 tra persone dello stesso sesso, al massimo nel levitico si parla di rapporti sessuali tra due uomini considerate abomini.
Questo tra il terribile divieto di mangiare crostacei, quello ancor più immane di radersi la barba e soprattutto quello
più terrificante, ovvero il divieto di mescolare tessuti diversi!
ora, mentre scrivo sono comodamente vestito di cotone, pile, misto nylon e cotone e sogghigno nella mia blasfemia,
anche se sono ben consapevole del fatto che questo non indignerà praticamente nessuno.
Eppure è scritto nella bibbia, perchè mai queste azioni non vengono condannate?
Nella bibbia c'è scritto che potrei vendere mia sorella e sono sicuro di poter ottenere un buon guadagno, ma stranamente se lo facessi sarei arrestato e subirei un processo, insomma qualcosa è successo tra la scrittura della bibbia e l'interpretazione della morale dei giorni nostri.
Se chiediamo ai teologi il perchè di normative così assurde ci viene detto di contestualizzare, la bibbia va contestualizzata e nel corso degli ultimi due millenni è stata anche ampiamente purgata, quindi secondo quale criterio alcuni divieti in essa contenuti sono rimasti?
Semplicemente grazie ad un'interpretazione papale dei testi, i papi hanno deciso che l'omosessualità dovrebbe essere un abominio al posto dei crostacei, magari mentre dei cardinali sorseggiano vino e gustano un bel cocktail di scampi.
Nel frattempo la notizia dell'ultim'ora dimostra per l'ennesima volta quanto la chiesa abbia il controllo della politica in questo paese e quanto alcune libertà continueranno ancora ad essere negate, non perchè ledono i diritti di altri, ma perchè semplicemente non le si vuole concedere in un rigurgito di moralismi dell'età del bronzo.
http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2014/10/07/pugno-duro-di-alfano-contro-la-trascrizione-delle-nozze-gay_1a21feee-45de-4066-8756-096e12c8ce0b.html
eppure per una volta tanto che la politica stava facendo il suo lavoro di tutelare le minoranze, a scanso di equivoci ecco il disegno di legge così  liberticida che ha suscitato questa curiosa protesta.
con il falso perbenismo, una falsa bontà e la mitezza si veicolano concetti omofobi e violenti, specialmente con dimostrazioni di prepotenza e spocchia come queste.
E' per questa ragione che io protesterò sapendo della presenza di manifestazioni delle sentinelle nella città in cui vivo e vi esorto a fare lo stesso.





 DISEGNO DI LEGGE “SCALFAROTTO”
Il testo del c.d. disegno di legge “Scalfarotto” per il contrasto dell'omofobia e della transfobia è
stato approvato dalla Camera dei Deputati il 19 settembre 2013, quindi trasmesso alla Commissione
Giustizia del Senato.
Il disegno di legge, in sostanza, estende all'omofobia ed alla transfobia le norme previste dalle
cc.dd. leggi Reale (L. 13/10/1975 n. 654) e Mancino (D.L. 26/4/1993 n. 122)
Di seguito, si riporta il testo delle sopra indicate leggi, con (in corsivo) le modifiche apportate dalla
Camera dei Deputati.
Legge n. 13 ottobre 1975, n. 654: ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale
sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7
marzo 1966.
3. 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell'attuazione della disposizione
dell'articolo 4 della convenzione, è punito:
a) con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o
sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi
razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull'omofobia o sulla transfobia;
b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o
commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi
o fondati sull'omofobia o sulla transfobia;
3. 3. E' vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi
l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o
fondati sull'omofobia o sulla transfobia.
3-bis. Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla
discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili
al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio alla violenza, né le condotte conformi al
diritto vigente ovvero anche se assunte all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura
politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative
all'attuazione dei princìpi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali
organizzazioni.
Decreto Legge 26 aprile 1993, n. 122, coordinato con la legge di conversione 25 giugno 1993, n.
205, recante: "Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica, religiosa ovvero
fondata sull'omofobia o sulla transfobia".
1. L’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, è sostituito dal seguente:
"Art. 3. – 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della
disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito:
a) con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o
sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi
razziali, etnici, nazionali o religiosi ovvero fondati sull'omofobia o sulla transfobia;
3. Per i reati punibili con pena diversa da quella dell'ergastolo commessi per finalità di
discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale, religioso o fondati sull'omofobia o transfobia,
ovvero al fine di agevolare l'attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno
tra i loro scopi le medesime finalità, la pena è aumentata fino alla metà.

mercoledì 10 aprile 2013

Città della scienza e le reazioni violente degli antievoluzionisti

 E’ da molto tempo che non scrivo qualcosa sul blog, anche perché di solito aspetto di avere  qualcosa di importante da dire e in questo caso, mio malgrado, devo parlare di un fatto che non riesce a lasciarmi indifferente per la sua gravità e per ciò che rappresenta.
Circa un mese fa a Napoli, nella notte del 4 marzo un importante museo scientifico è stato completamente carbonizzato, ulteriori indagini hanno appurato che a distruggere i circa 12 mila metri quadrati della città della scienza sia stato un incendio doloso con più punti di accensione e una propagazione rapidissima per circa 100 m.
Non è mio compito entrare nelle dietrologie della vicenda sul chi avrebbe potuto trarre giovamento da un simile scempio, che possa trattarsi di ritorsione da parte di qualche dipendente scontento (che si cancella furbescamente il lavoro?), di qualche fornitore stanco nell’attesa di essere pagato, di qualche camorrista che si è visto rifiutare del denaro o semplicemente di qualche fanatico, almeno per il momento non ci è dato saperlo, resta solo l’inspiegabilità del gesto che ha danneggiato anche le casse della città avendo degli incassi non indifferenti con 350 mila visitatori l’anno.
Il danno peggiore però non è economico, distrutta una città della scienza la si può ricostruire, magari più grande e più bella di prima (ed è quello che tutti si augurano), quel che lo rende estremamente grave è il danno culturale per il patrimonio di divulgazione scientifica a livello nazionale in un Italia che non brilla certo per cultura, specialmente quella scientifica che oggi è un privilegio (purtroppo)di pochi e mal compresa o addirittura osteggiata da molti.
Ed è proprio qui che voglio andare a parare, in questi giorni alcuni media e specialmente i giornali hanno commentato l’evento in maniera che definirei semplicemente medievale.
Uno per tutti è il giornale il foglio che pubblica un articolo  intitolato “Dovevano bruciarla prima”  http://www.ilfoglio.it/soloqui/17214
Dell’articolo, surreale ed irritante che sparge falsità e calunnie si legge in chiusura dopo le accuse deliranti:
“nei capannoni dell’ex Italsider si propagandava l’evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici”.
Non si tratta dell’unico commento anti evoluzionista ed antiscientifico che viene pubblicato sulla stampa nazionale, perché attacchi alla scienza tanto prima quanto dopo questo tragico eventose ne contano praticamente all’ordine del giorno, che provengano dalle gerarchie ecclesiastiche, dai giornalisti più o meno cattolici come dai semplici utenti che navigano e commentano sui siti internet sui forum o sui social network.
Quella che ne viene fuori è una vera e propria crociata che recluta non solo nobili cavalieri dell’informazione ma anche plebei con un accesso ad internet tutti accomunati da tanta ignoranza scientifica, tutti desiderosi ed ansiosi di dimostrare, anche se non se ne veda un reale bisogno, il loro valore ignorando o peggio ancora negando visibilità alle conseguenti risposte del mondo scientifico.

Perché alle agguerrite calunnie si è risposto, come per fare un esempio si è risposto agli attacchi successivi alla visita rifiutata dal papa emerito Ratzinger nel 2008  durante l’inaugurazione dell’anno accademico presso l’università la sapienza in cui dei professori dopo aver manifestato l’incongruenza di un simile evento si sono visti apostrofare con epiteti ben poco benevoli da praticamente ogni lato.
Oppure quando nel 2009 Roberto De Mattei, vicedirettore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, promosse una conferenza a porte chiuse alla quale i ricercatori del CNR non furono invitati,  che aveva come scopo quello di confutare (in maniera molto discutibile)l’evoluzione.
Naturalmente l’intero mondo accademico nazionale ed internazionale rimase allibito e si dissociò dall’incredibile evento e lo fece maggiormente quando De Mattei pubblicò un volume resoconto della conferenza come pubblicazione ufficiale del CNR, ma nei media salvo qualche rivista specializzata che tuonò a suon di editoriali ed articoli al vetriolo, tutto tacque.
 http://temi.repubblica.it/micromega-online/levoluzionismo-fantasie-il-creazionismo-antiscientifico-del-vicepresidente-del-cnr/
Del resto certe nomine dei consigli direttivi degli enti statali non sono meritocratiche, bensì tristemente politiche.

Quello che danneggia la scienza è la presunta libertà a torto o a ragione, di dire la propria su tematiche su cui si ha più o meno competenza, internet gioca un ruolo cruciale in questo strano confronto, se di confronto si possa parlare.
Perché il mondo del web, ad esempio, è un arma a doppio taglio con i suoi pregi ed i suoi difetti, da un lato consente una maggiore diffusione della conoscenza attraverso informazioni corrette, ma dall’altro diffonde con una violenza disarmante una quantità inimmaginabile di bufale, turpiloqui ed offese nonché di negazionismi tra i più perversi ed incomprensibili, il tutto condito da un’assenza pressoché assoluta di fonti e dimostrazioni.
Un vero mercato delle menzogne e dell'incompetenza a cui chiunque sceglie di attingere in base ai propri gusti personali e su cui chiunque può lasciarsi andare ai propri rigurgiti più beceri, un mercato in cui tutte le opinioni si equivalgono e in cui le vere informazioni diventano semplici opinioni e le opinioni vengono elevate a fatti (e si sa, sul piano delle opinioni tutto può essere contestato, basta aggiungerci un –ismo ed il gioco è fatto, il valore delle prove iene inesorabilmente a mancare).
Negli anni ho letto che l’evoluzion-ismo equivale al nazismo, al comunismo, al nichilismo e chi più ne ha più ne metta, l’evoluzione smette di essere un fatto supportato da 150 anni di studi scientifici pluridisciplinari ed accettato dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica globale per diventare una mera opinione proposta da un cialtrone inglese e accettata da uno sparuto gruppo di scienziati incapaci di dimostrare il perché dei fossili, della vita sul pianeta e dell’universo.
Eppure l’evoluzione è un’evidenza talmente lampante che ha prodotto così tante spiegazioni agli interrogativi della vita che risulterebbe quasi ridicolo non arrendersi alla sua ineluttabile dimostrabilità.
Forse non si tratta semplicemente di ignoranza, quella è ovunque, forse c’è di più di una semplice assenza di conoscenza della scienza e di come essa operi, Darwin la chiamò fraintendimento intenzionale, quando qualcosa cozza con un’idea profondamente radicata nella nostra coscienza, per intenderci non parlo solo del mito creazionista, ma qualcosa di più profondo ed egoistico: il bisogno della nostra eccezionalità, il fatto che noi non potessimo essere solo una delle tante probabilità della vita ma l’idea inconscia e radicata di essere il culmine della vita del pianeta, l’essere superiore ideato come tale che svetta per intelligenza e manualità sugli altri, Giorgio Vallortigara le definì “quelle idee che ci vengono facili da pensare”.
Ma se ciò viene smentito allora qualcosa si rompe, si grida alla perdita di dignità dell’uomo e si accusa l’evoluzionismo di equiparare l’uomo agli altri animali, una vera bestemmia, del resto i detrattori dell’evoluzione non perdono occasione per esplicare cosa secondo loro è contro o secondo natura, anche se la natura dimostra che hanno torto.
Resta il fatto, tornando all’argomento principale del mio post, che qualcuno ha appiccato fuoco alla cultura e quel rogo ricorda il puzzo delle fiamme purificatrici dei tempi andati (nemmeno poi da tanto tempo)quasi a ricordarli con nostalgia ed è avvilente vedere che personaggi come questi sempre più spesso hanno spazio sui media da cui diffondono le loro pericolose scemenze gioendo di eventi come il rogo della città della scienza.
Cosa voglio dire?  In Italia l’ignoranza scientifica e più precisamente in ambito biologico ed evolutivo è galoppante, ma le istituzioni non aiutano e se possono peggiorano la situazione, nel 2005 l’allora ministro della pubblica istruzione Letizia Moratti, ha cancellato lo studio della teoria evolutiva e del fatto evolutivo dalle scuole, ad 8 anni da questa mutilazione culturale la situazione è disarmante e ci sono casi di scuole in cui l’evoluzione è stata sostituita dal creazionismo, si tratta si casi sparuti e relegati solo alle scuole private, ma è pur sempre un problema che s ripercuoterà sulle nuove generazioni.
Mi chiedo: e se il rogo fosse il frutto dell’intolleranza da parte di individui come quelli che ho appena descritto? Cosa ci riserva un futuro che dà sempre più retta e visibilità a questi personaggi ed ai loro rigurgiti antiscientifici, se non si pone un freno con della sana cultura?
Purtroppo devo ricordare che la realtà non è democratica e anche se a credere nell’evoluzione fossero solo 7 persone o tutti e 7 i miliardi di abitanti del pianeta questa non smetterebbe di esistere solo perché esteticamente sgradevole o fastidiosa.
Questo ultimo aneddoto dimostra come i detrattori dell’evoluzione hanno come ultima e sola risorsa l’intervento politico e la rimozione di quella che ai loro occhi è un’eresia, questo perché nel dibattito razionale semplicemente non avrebbero un briciolo di credibilità, ne risulta che scienza e cultura non siano conquiste così scontate come verrebbe da pensare ma che al contrario siano estremamente fragili di fronte agli estremismi spesso di matrice religiosa che traggono dall'ignoranza una gran forza e che musei, eventi culturali ed una sana didattica nelle scuole non possa che giovare creando quegli anticorpi che rendono la nostra mente più razionale e capace di filtrare tutta una serie di bufale che al giorno d'oggi infestano il mondo dell'informazione.

martedì 27 dicembre 2011

I castelli in aria dei creazionisti e la noia del dibattito


Supponiamo che voi siate insegnanti di latino, e che amiate molto la materia che insegnate alle vostre classi, ora immaginate che un gruppo socialmente ben fortnito di negazionisti neghi con forza l'esistenza dell'impero romano.
Non solo limitandosi a negare, ma facendo addirittura pressioni politiche e traviando le nuove generazioni che ridacchierannono sommessamente mentre insegnate, dicendo che state raccontando cose mai esistite.

Quando si potrebbe parlare di Ovidio, di Cicerone, dei 5 secoli di impero e della storia di roma, di come molte lingue neolatine come l'ialiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno abbiano un'origine comune evidente, dovete spendere molto tempo prezioso per controbattere a chi crede che la storia inizi solo con il medioevo!

Magari questo può sembrare un esempio surreale, facciamone uno reale con l'olocausto, oggi ci sono persone che negano questo evento, che sostengono che il nazismo non ha mai rinchiuso nessuno nei campi di concentramento e soprattutto nessun ebreo ma che sia una fiaba raccontata dagli ebrei per giustificare lo stato di israele
Negazionismo_dell'Olocausto
non importa che ci siano fotografie, filmati e testimonianze dirette di chi è stato in un campo di concentramento, ecco che ci saranno dei negazionisti e che alcuni politicamente supportati proporrano campagne di disinformazione per convincere chiunque della loro assurda idea...proponendo che nelle scuole si dica che l'olocausto è solo una teoria priva di fondamenti e che sia necessario insegnare anche l'altra versione dei fatti.
incredibile, vero?

Questo sostanziamente è quello che succede con l'evoluzione.
Ci sono associazioni che godono, soprattutto in america, di enormi risorse di capitali e che stanno portando avanti battaglie mediatiche violente per screditare quella che ritengono solo una teoria, in alcuni casi cercano di promuoverne anche l'abolizione per vie legali (chi conosce il dibattito si ricorderà 5 anni fa il processo di dover e il tentativo di sostituire l'evoluzione con il disegno intelligente) il tutto supportato da una enorme fetta della politica (basti pensare al partito repubblicano di George W. Bush)
Questo è quel che genera il negazionismo senza se e senza ma, che pretende prove ma che poi bellamente le ignora qualora siano scomode, genera e degenera la grande perdita di tempo per gli scienziati costretti costantemente a dover replicare a tono a tutti questi personaggi, insomma si deve combattere ad oltranza e in difesa contro questi continui attacchi ai quali comunque non si pone rimedio
non per l'invalidità della teoria evolutiva e del fatto evoluzione, ma perchè qualsiasi risposta e qualsiasi argomentazione cadono nel vuoto.
Ad esempio: supponiamo esca un nuovo libro filo-creazionista, qualche biologo o paleontologo si prenderà la briga di smontare tutte le sciocchezze in esso contenute, la risposta degli ambienti religiosi sarà "ecco hanno cercato di sminuire perchè ha scritto cose scomode per la scienza!"
Allora al prossimo libro nessuno si scomoda per evitare di dar adito a polemiche, "nessuno replica perchè si è colpito nel segno e la scienza non sa rispondere!"
Diciamoci la verità, in qalsiasi modo si risponda i creazionisti cercheranno sempre di rigirare la frittata a loro favore.
Il sistema come ho già scritto in altri post è semplice, si porta la scienza sul piano delle mere opinioni.
Mettendo l'evoluzione sul piano dell'ideologia ed affibbiandogli un -ismo la si può negare e sminuire, mettere in caricatura e quindi condannare.
Il fraintendimento intenzionale a questo punto vien comodo quando un evento naturale cozza contro qualcosa di profondamente radicato nelle convinzioni del creazionista e crea di conseguenza un conflitto, questo corto circuito logico è risolvibile solo asserendo che è sbagliato dar retta alla scienza, ecco che questo comportamento negazionista diventa un'ideologia dalla quale le menti chiuse non vogliono uscire...Infine si fanno passare furbescamente gli scienziati creazionisti come il 50% del mondo accademico, di modo che tutti coloro che sono al di fuori del dibattito pensino ci sia una spaccatura uniforme nel mondo scientifico, invece la quasi totalità degli scienziati sostiene fermamente l'evoluzione.
A sostenere la creazione sono in pochissimi e questi sparuti 4 gatti vengono costantemente sbugiardati a causa della fallacia delle loro idee
.
Se i creazionisti cominciassero ad uscire dagli -ismi ed a fare ricerca allora ci sarebbe lo status di scienza, finora si rimane solo nell'ambito dell'arroganza di voler dire in cosa credere
cercando di incuneare convinzioni personali tra dati scientifici giocando sporco e pensando che negare basti per cancellare un fatto ed accettare una fantasia.

mercoledì 8 giugno 2011

Perchè IO non voglio il nucleare in italia


http://sezione9.blogspot.com/2011/06/perche-io-non-voglio-il-nucleare-in.html

Tra pochissimi giorni si andrà a votare per decidere sui quattro quesiti referendari dedicati rispettivamente alla gestione del servizio idrico , al nucleare e al legittimo impedimento.
qui un sito che spiega come saranno organizzate le scheda

http://www.ilcambiamento.it/beni_comuni/referendum_2011_come_si_vota.html

Io voterò 4 sì, ma vorrei spiegarvi brevemente perché scelgo di non avere il nucleare qui in Italia,
innanzitutto ci tengo a precisare che non sono mai stato contrario al nucleare in generale, è una fonte di energia che non ha impatti sull'effetto serra, non inquina, e produce relativamente poche scorie.
Ha indubbiamente molti vantaggi, inoltre non penso che in Italia si possa verificare una nuova Chernobyl o peggio, qualcosa di simile al terremoto in Giappone che ha distrutto la centrale di Fukushima, certo abbiamo avuto sismi importanti, come ad esempio quello de L'aquila di un paio di anni fa, ma conosciamo le zone di maggiore rischio sismico... anche se queste sono state rivedute solo di recente in seguito al terremoto di S.Giuliano di puglia.
No, non è per questo che motivo il mio dissenso, l'italia è sì molto sismica, ma trovo estremamente improbabile che ci sia la possibilità che accada in futuro un evento tale da portare ad un disastro nucleare, per quanto rimanga comunque possibile, dopotutto i problemi nelle centrali sono all'ordine del giorno e questo succede in tutto il mondo.
Il problema, a mio avviso, sono le scorie ed è un problema, questo, che non ha nessuna soluzione, perché siamo in uno stato che non riesce già a smaltire la propria immondizia, figuriamoci le scorie di 3° livello...
spiego in poche parole quali sono i rifiuti radioattivi:
ne esistono 3 categorie:
la prima è quella dei residui ospedalieri, materiali usati per gli esami radiologici,
la seconda è costituita dai materiali di costruzione delle centrali nucleari,
la terza categoria, il 90% delle emissioni radioattive, quindi pericolosissime, è formata dalle barre di uranio 235 o plutonio 239, quindi materiali di fissione.
Per i residui di terza categoria esiste a livello mondiale un solo sito definitivo, quello di Yucca Mountain nel deserto del Nevada , figuriamoci se la geologia italiana possa consentire qualcosa di simile, ma dove sono allora le barre di Uranio di scarto stoccate negli ultimi vent'anni di utilizzo dei 4 reattori elettronucleari?
Se andate nella centrale di Caorso troverete le barre di uranio ancora nel nocciolo, oltre a quelle di Trino Vercellese , molte sono a Saluggia in Piemonte, dietro un muro di cemento alto 5 metri e profondo 15, non inertizzate, e parzialmente allo stato liquido...
64 barre invece sono custodite a Trisaia, 20 km da Scanzano Ionico, sito di cui parlerò a breve , in un centro dell'Enea sotto il costante pericolo di sversamenti e perdite!
Insomma, non si è nemmeno riusciti a smaltire quanto si è prodotto fino all'87, dove si pensa di mettere le nuove scorie?
In Italia la questione nucleare è mal posta fin dall'inizio, non è mai stato applicato in nessun caso il principio di precauzione, cioè un po’ di semplice buonsenso, secondo il quale se non so cosa fare delle scorie non dovrei a priori neppur pensare di mettere in funzione un reattore, soprattutto per gli enormi costi di tempo e denaro per la dismissione di centrali nucleari.
Per quanto riguarda l'idoneità dei siti di stoccaggio adatti, l'idoneità geologica è un fattore fondamentale, ma esiste anche la necessità di una serie di soluzioni che non compromettano il patrimonio naturalistico-ambientale anche se si parla di mera potenzialità dalla minaccia di inquinamento radioattivo.
Parliamo di rifiuti di 2° livello, il materiale di costruzione delle 4 centrali già esistenti, a distanza di 24 anni non ancora è stato fatto il decommissioning sulle 4 centrali esistenti a Caorso, Trino Vercellese, Garigliano e Borgo Sabotino, come potete vedere anche da google earth sono ancora lì
Garigliano (sessa aurunca CS) lat. 41°15'29.34"N long. 13°50'8.73"E
Trino vercellese 45°10'59.05"N 8°16'39.29"E
Caorso 45° 4'18.20"N 9°52'18.16"E
Borgo sabotino (latina) 41°25'38.25"N 12°48'26.89"E
Non si è speso nulla per il decommissioning, ovvero la dismissione delle 4 centrali, non solo per questioni di denaro, anche ,ma soprattutto per la mancanza di siti di stoccaggio che in Italia non ci sono,
In passato si parlò di Scanzano Ionico, sito composto da 600 metri di argilla e 250metri di salgemma, per poi trovare più in profondità altra argilla
apparentemente perfetto, ma c'è un ma
un sito geologicamente ideale deve essere immune a rischi sismici o idrogeologici, per ovvie ragioni
(in sito politicamente ideale è: ovunque, basta pagare) ma l'Italia è ancora in orogenesi, sta ancora emergendo ed i terremoti sono comuni, normali e costanti... e con essi i problemi di tipologia idrogeologica.
La regione lucana ha una storia geologica complessa, è attivissima quindi sismica soggetta ad alluvioni anche di vasta portata, l'appennino c'è ma è sotterrato, risale ad un paio di milioni di anni fa, geologicamente ieri, si trova sotto quello strato di argille innalzate mentre erano sedimentate sul fondo del mediterraneo prosciugatosi più di una volta(da qui il salgemma) durante la famosissima crisi dei gessi del messiniano di sei milioni di anni fa.
La questione è: quanto è vecchio il Golfo di Taranto?
l'università di Potenza (incredibilmente non coinvolta nel dibattito sul se sia un sito sicuro) sostiene che l'intero territorio sia derivato da un collasso e quindi sprofondamento dell'intero settore meno di 100 mila anni fa, quindi ancora soggettissima a frane dovute a faglie ancora attive e quindi terremoti.
Recentemente l'intera area è stata riclassificata in terza categoria sismica, numerose faglie e fratture interessano proprio gli strati di salgemma, insomma delle prospettive preoccupanti
anche la possibilità di infiltrazioni di acqua non è da sottovalutare, acqua vuol dire dispersione di radionuclidi, cioè particelle radioattive, e quindi trasporto nelle falde acquifere
La normativa vieta la collocazione di scorie in aree in cui si riscontrano sedimenti che testimoniano alluvioni antiche o recenti... il sito di Scanzano Ionico, per la precisione l'area di Terzo Cavone è proprio nel letto di un fiume! ...paradossale!
inoltre con l'aumento del livello del mare dovuto al surriscaldamento globale l'intera area sarebbe sommersa dalle acque, questo in tempi minori di 100 anni
inoltre la costa ionica è in regressione da tempo, la forza del moto ondoso e quindi l'erosione, facilitata dal prelievo di ghiaia e sabbia dai fiumi oltre alle numerose dighe che trattengono il sedimento, non ci vorrà molto prima che Terzo Cavone venga lambita dai flutti...
però il problema principale è che le acque di falda potranno arrivare a toccare lo strato di salgemma (che non si sa se ha già delle inclusioni fluide)
quindi non è tanto critico il fatto che non sia adatto il territorio, quanto il metodo di determinazione che è carente di metodo e procedure corrette!
il sito di Scanzano Ionico non è attualmente considerabile ma avrebbe dovuto contenere rifiuti di terza categoria
In cambio del sito di Terzo Cavone (l'area di Scanzano designata per il sito di stoccaggio) ai lucani sarebbero andati 50 milioni di euro, il che di per sé è già una ammissione più che ovvia di colpevolezza, quindi della possibilità di danni ambientali che verrebbero portati da rifiuti "innocui"...
Il sito è stato giudicato idoneo dopo pochi mesi, mentre in tutto il mondo ci vogliono degli anni, se questo divenisse reale cioè se si costruisse l'area di stoccaggio, cosa impedirebbe all'intera Europa di consideri la sistemazione in loco dei suoi rifiuti di terza categoria(per i quali non hanno siti definitivi)?
cosa impedirebbe a Scanzano Ionico di diventare la pattumiera d’Europa?
l'italia non ha più nè cultura ne tecnologia per gestire il nucleare, è costretta ad acquistare dall'estero anche le competenze,per non parlare dei costi esorbitanti e degli appalti all'italiana.
Come ho già detto, a me non preoccupano le centrali in sé, preoccupa lo smaltimenti di scorie che è impossibile smaltire in Italia ed inviarle in siti specializzati in tutto il mondo costa…
In passato si sono inviate in africa oppure si sono inabissate nei fondali del tirreno e dell’adriatico
documentario le navi dei veneni


1° parte di una puntata a tema di blu notte

Queste le motivazioni per cui IO voterò SI per l'abrogazione sulle disposizioni contenute nell'articolo 5 comma 1 e 8 dl 31/03/2011 n.34, convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75. Il quesito rielaborato dalla Cassazione tiene conto dell'abrogazione parziale contenuta nel decreto omnibus. Votare Sì significa evitare che nel prossimo futuro vengano costruite centrali nucleari in Italia.
E voi? Cosa decidete di fare?