mercoledì 3 giugno 2009

LIBERI DI NON CREDERE

19 SETTEMBRE 2009, ROMA
primo meeting nazionale per un paese laico e civile



Erano pochi milioni, cent’anni fa. Oggi sono circa un miliardo. Il formidabile aumento del numero dei non credenti è l’unica, rilevante novità nel panorama religioso mondiale degli ultimi decenni. Un fenomeno che, peraltro, nei paesi democratici non accenna affatto a fermarsi: una crescita che, significativamente, non è il frutto dell’opera di ‘missionari’ dell’ateismo e dell’agnosticismo, ma l’esito di centinaia di milioni di riflessioni individuali. Circostanza ancora più eloquente, la loro diffusione è maggiore quanto maggiore è la diffusione del benessere, dell’istruzione, della libertà di espressione. Lungi dal portare le società alla rovina, come vaticinano leader religiosi incapaci di trovare risposte più adeguate alla secolarizzazione, atei e agnostici ne rappresentano la parte più dinamica, quella che più contribuisce alla loro crescita: rispetto alla media della popolazione sono più giovani, più istruiti, più aperti al nuovo, più tolleranti nei confronti di chi viene troppo spesso dipinto come ‘diverso’: stranieri, omosessuali, ragazze madri, appartenenti a religioni di minoranza.

Quasi ovunque il mondo politico ha registrato questi cambiamenti, improntando le legislazioni nazionali a norme sempre meno dipendenti dall’etica religiosa prevalente (ancora per quanto?), e valorizzando per contro l’autodeterminazione dei singoli individui. Persino in una “nazione cristiana” quale sono ritenuti gli Stati Uniti, un americano su sette non appartiene ad alcuna religione: non è un caso che, nel suo discorso di insediamento, Barack Obama abbia esplicitamente riconosciuto il ruolo dei non credenti.

Un solo paese occidentale sembra fare eccezione, nonostante la religiosità sia in calo anche lì. È il paese con la classe politica meno apprezzata, con i livelli più bassi di libertà di espressione: un paese che tanti, in patria e all’estero, ritengono in declino. Quel paese è il nostro, quel paese è l’Italia. Un paese dove i non credenti sono i paria della società, relegati dalla legge (e dal condizionamento sociale) a cittadini di quinta categoria: l’incredulità viene buona ultima, quanto a diritti, dopo la Chiesa cattolica, le confessioni sottoscrittrici di Intesa, i culti ammessi e le confessioni non registrate. Un paese dove si può essere censurati se si tenta di scrivere che Dio non esiste. Un paese dove, in televisione, è impossibile ascoltare una critica alle gerarchie ecclesiastiche.

Eppure gli atei e gli agnostici non sono affatto pochi: anche in Italia, un cittadino su sette non crede. Ma nessuno lo ascolta. Certo, il servilismo del mondo politico e dei mass media italiani non teme, come si è detto, confronti con altri paesi. Ma anche gli increduli hanno le loro responsabilità. Se vogliono non essere discriminati sui luoghi di lavoro; se desiderano che i loro figli, a scuola, non siano confinati in un ghetto; se non accettano che ingenti somme delle (scarse) finanze pubbliche finanzino organizzazioni confessionali; se, in poche parole, pensano che l’Italia debba realmente essere uno Stato laico e democratico, che tratta tutti i cittadini allo stesso modo, è necessario far sentire la propria voce. Finora non è mai accaduto: mai atei e agnostici hanno manifestato per i loro diritti civili.

Atei e agnostici non credono nei miracoli: sanno benissimo che, per ottenere dei cambiamenti, è necessario darsi da fare. È dunque venuto il tempo, anche per i non credenti, di mobilitarsi. Per questo motivo l’UAAR, l’associazione di promozione sociale che unisce gli atei e gli agnostici, indice per sabato 19 settembre, alle ore 15, nell’area antistante lo stadio Flaminio (Piazzale Ankara) a Roma

LIBERI DI NON CREDERE
primo meeting nazionale per un paese laico e civile


La data scelta non è casuale. I diritti dei non credenti possono essere riconosciuti solo laddove non c’è alcuna religione di Stato, di fatto e/o di diritto. Il 20 settembre 1870 non venne meno solo una religione di Stato; fu abbattuto un regime teocratico all’interno del quale era impossibile dichiararsi pubblicamente atei o agnostici. Molti, quel giorno, ritennero a portata di mano la realizzazione di una società, in cui una libera Chiesa costituisse solo una parte, non privilegiata, di un libero
Stato. Quel progetto, faticosamente avviato, fu poi bloccato dal ventennio fascista, dal cinquantennio democristiano e da un quindicennio di confessionalismo bipartisan.

Ora i tempi sono cambiati. Non intendiamo rievocare con nostalgia l’epopea risorgimentale: vogliamo invece impegnarci nella costruzione di una società moderna, laica, europea.

Vogliamo l’uguaglianza, giuridica e di fatto, di credenti e non credenti

Vogliamo l’affermazione concreta della laicità dello Stato

Vogliamo la fine di ogni privilegio, di diritto e di fatto, accordato alle confessioni religiose

Vogliamo che le concezioni del mondo non religiose abbiano la stessa visibilità e lo stesso rispetto delle concezioni del mondo religiose


In particolare, chiediamo:
Avvio di un processo per il superamento del regime concordatario
Riconoscimento delle unioni civili
Aumento delle risorse pubbliche stanziate per la ricerca scientifica
Rimozione degli ostacoli frapposti alla contraccezione d’emergenza (c.d. “pillola del giorno dopo”)
Abolizione dei limiti all’accesso alla fecondazione artificiale introdotti dalla legge 40/2004
Abolizione dell’obiezione di coscienza nei reparti di ginecologia degli ospedali pubblici
Introduzione della pillola RU-486 e presenza capillare di consultori pubblici
Legalizzazione dell’eutanasia attiva volontaria
Riconoscimento delle direttive anticipate di fine vita
Rimozione di ogni discriminazione basata sull’orientamento sessuale
Possibilità per tutti i cittadini di poter abbandonare formalmente la propria religione
Disponibilità su tutto il territorio nazionale di strutture per la cremazione e di sale del commiato laiche
Disponibilità, su tutto il territorio nazionale, di luoghi solenni e tempi consoni per il matrimonio civile
Edifici pubblici laici, non contrassegnati dal simbolo della Chiesa cattolica
Rispetto delle leggi sull’inquinamento acustico anche da parte delle confessioni religiose
Abolizione delle leggi di tutela penale in materia religiosa
Fine dei privilegi delle confessioni religiose nelle strutture obbliganti (ospedali, carceri, caserme...)
Riduzione dei tempi per l’ottenimento della separazione e del divorzio
Introduzione del sistema tedesco, per il quale solo i contribuenti che vogliono espressamente finanziare la loro fede pagano la tassa di religione
Fine del versamento di fondi comunali alle confessioni religiose quali oneri di urbanizzazione secondaria
Una scuola pubblica laica: dove chi non frequenta le ore di religione cattolica non sia discriminato; dove lo stesso insegnamento religioso cattolico sia sostituito da educazione civica o studio di religioni e filosofie non confessionali; dove non si svolgano atti di culto, visite pastorali o altre azioni di evangelizzazione; dove si insegnino l’evoluzionismo e il pensiero critico; alla quale siano destinati i fondi attualmente riversati su un sistema di scuole private ghettizzante e inefficiente.

Se anche tu condividi questi obiettivi, il 19 settembre partecipa a

LIBERI DI NON CREDERE
primo meeting nazionale per un paese laico e civile


Per aderire alla manifestazione inviate una e-mail con oggetto “adesione” a: adesioni19settembre@uaar.it
Per partecipare alla manifestazione, contattate il circolo o referente UAAR più vicino

8 commenti:

0x00 ha detto...

Peccato che anche il non credente ha fede, ha fede nelle sue idee, e ciò basta ed avanta per metterlo alla stregua di un religioso qualsiasi.

nicola ha detto...

C'è una gran bella differenza tra la fede religiosa e l'essere consapevole delle proprie idee.
Inoltre l'assenza di fede non è paragonabile neanche lontanamente ad una forma di religione, questo è quello che chi difende la fede vuole far passare, ma temo non lo capirà mai per un piccolissimo vizio di forma: non sa cosa significhi non credere.
Il difendere le proprie idee è una questione di coerenza e di onestà intellettuale verso se stessi, al contrario avere delle idee e non dargli peso è l'atto di più triste mancanza di rispetto verso la propria intelligenza.
Porsi delle domande avere dei dubbi non è solo lecito, ma è anche uno stimolo verso la propria conoscenza, chi crede non può permetterselo, perchè il semplice dubitare della presenza di un dio lo condannerebbe alla dannazione.
Fede=atrofia della ragione.

Oggi chi non ha fede è bistrattato, insultato, spesso anche ghettizzato da una società nel limbo della fede più cieca che nega dei diritti civili in nome della legge divina.
E' giusto che vengano riconosciuti anche i diritti di chi non crede.
La cosa triste è che il piagniucolio vergognoso non è degli atei e degli agnostici che a testa alta dichiarano la loro assenza di fede, ma delle religioni che si sentono minacciate da tutto e da tutti e chiedono maggiore rispetto e isibilità, peccato abbiano solo loro parola e qualsiasi scemenza uno dei loro capi dica viene amplificata dai media a livello globale.
Chi li minaccia? mah...

0x00 ha detto...

io troovo che gli atei siano ugualmente sul piano del sacro dal momento che si permettono di sentenziare la non esistenza di un Dio. per fare ciò devono essere sicuri che la verità sia nelle loro mani, altrimenti farebbero come gli scettici e sguazzerebbero in un'epilessia di dubbi. credere fermamente nelle proprie idee tanto da cercare di farle valere su delle altre presuppone una Fede in esse, una fede che non può essere minore di quella di un devoto del signore.
Chi sono gli atei per dire che dio non esiste, ed allo stesso modo chi sono i preti per dire che dio esiste? Sono due soggetti che si combattono alla pari, nessuno dice la verità, entrambi sono fanatici del vero e devoti alla coerenza, ed il peggio è che gli uni vogliono sovrastare gli altri.

Dare peso alle proprie idee non è un'insulto all'intelligenza, anzi, proprio l'opposto dal momento che le idee non hanno alcun valore e tentare di difenderle fa germoliare l'odio. La storia d'altronde è un susseguirsi di guerre causate da idee sostenute troppo fermamente.

Fede=atrofia della ragione
è vero, ma come ho detto la fede non è solo religiosa, è un'elemento senza il quale nessuno potrebbe vivere, giacchè la vita necessita la fede in un qualcosa per essere vissuta. Chi vive ha fede. Quindi in sostanza essere convinti di qualcosa atrofizza in ogni caso la ragione, perché i pensieri gireranno sempre e comunque su quell'unico perno.

per quanto riguarda le scenate dei credenti contro i non-credenti, non vedo quale sia il problema. Francamente a me non interessa minimamente cosa pensano gli altri delle mie idee, alla fin fine sono ridicole quanto le loro, è solo una questione estetica.
Vedi, le idee andrebbero lasciate nell'iperuranio, senza fargli toccare terra, dove altrimenti si insudicerebbero inutilmente.

ciao!

nicola ha detto...

non mi trovi d'accordo,
credi che gli atei facciano una scelta di fede nei confronti della non esistenza di dio, ma la decisione non è dovuta alla fede, ovvero qualcosa di tramandato e legato a paure manipolate da una chiesa(parliamo di quella cattolica per comodità dato che l'abbiamo in casa, ma varrebbe per qualsiasi altro culto)bensì alla serie schiacciante di prove scientifiche a favore della assenza di un dio creatore immanente che manipola la vita di ogni essere del pianeta, o che a seconda dei punti di vista abbia creato il tutto per poi celare totalmente la sua esistenza...
Immagina quante religioni esistono al giorno d'oggi, aggingi ad esse quelle del passato, ogniuna ha preteso o pretende ancor oggi di essere la sola unica e vera fede nel vero dio/dei/spiriti, gli altri palesemente si sbagliano...
chi ha ragione?
un cristiano nasc in una famiglia cristiana, è battezzato, và al catechismo, vive in una società che professa la sua stessa fede, ti aspetti che diventi induista?
la scelta è dovuta al contesto, da sempre i cristiani diventano cristiani perchè educati da cristiani, gli ebrei da ebrei, i musulmani da musulmani, gli induisti da induisti, e via discorrendo, ogniuno ignorando arbitrariamente tutte le restanti altre fedi tacendole come fasulle.
E' per questa semplice ragione che io non posso credere a nessuna di esse, non esiste alcuna prova dell'esistenza di nessuno di questi dei, al contrario i libri sacri non fanno altro che rincorrere archetipi comuni dai quali si evince quello che nella storia si ripete fin troppe volte, quindi, non vi è storicità nei testi sacri, solo mito e superstizione.

Vorresti che sospendessi il giudizio cedendo all'agnosticismo, ma:
Se questo modo di vedere fosse temporale potrei anche starci, prima o poi la realtà verrebbe a galla perchè dio o esiste o non esiste, non vi è una via di mezzo.
Peccato che nonostante tutto il tempo passato, i progressi scientifici, nulla ha portato la benchè minima prova dell'esistenza di alcuna entità superiore.
Quindi si accede ad una forma di agnosticismo permanente, in cui si sospende in eterno la ricerca della risposta.

nicola ha detto...

[continua da post precedente]
Con l'avvento della scienza moderna tutto quello che in passato si considerava inindagabile ed insondabile si è reso empirizzabile, ergo si è potuto studiare.
Ma è possibile studiare qualcosa se questa non esiste?
La risposta alla domanda sulla sua esistenza, seguendo logiche agnostiche sarebbe che non si avrebbe mai una risposta, credo sia un ragionamento corretto, concordi?
Quindi la sospensione di giudizio diverrebbe inequivocabilmente irrimediabile qualora dio non esistesse.

Io penso che proclamare un agnosticismo permanente sia un errore, anche perchè non siamo ad una proporzione 50per cento tra esiste e non esiste... al contrario la possibilità che esista un dio è minima, dato che esistono innumerevoli prove scientifiche di fenomeni naturali ai quali è imputabile la varietà della vita terreste e la presenza del pianeta terra.
Dio da certezza si riduce ad ipotesi e troppo spesso la sua probabilità lo rende altamente improbabile.
Si tratta di un'ipotesi decisamente non necessaria, o facilmente aggirabile di fronte alle ovvie evidenze della natura.
Il problema è che troppo spesso si ritiene che siano gli scettici a dover dimostrare l'assenza di dio, quando logica e buonsenso vogliono che chi afferma sia colui che deve fornire prova delle sue certezze.
Stranamente nell'ambito della fede ciò viene fatalmente stravolto rigirando subdolamente la frittata.
Qui di proposito si sposa bene la teiera di Bertrand Russel
(cerca su wikipedia)
Secondo la possibilità dell'indimostrabilità della assenza della teiera allora dovremmo essere agnostici nei suoi confronti, eppure siamo de Facto a-teieristici.
Ergo, l'onere della prova spetta ai credenti, a coloro che hanno fede, qualora essi siano incapaci di fornirne è logico pensare che non vi sia nulla in cui credere.

Ovviamente non è possibile dimostrare incontrovertibilmente l'inesistenza di nulla ma le probabilità giocano ampiamente a sfavore di dio.
Aggiungo per terminare questo primo trancio di commento al tuo intervento che a differenza dei fedeli, gli atei non vogliono sovrastare gli altri, anche perchè nel tempo sono stati torturati, mutilati, arsi vivi ed imprigionati solo per essere stati apostati.
Finora non è successo, almeno da parte nostra, chiedi al vaticano se anche loro si sono sentiti oppressi.
Quello che gli atei vogliono è che vi sia rispetto per chi non crede, Punto.
Non odiamo dio, se si manifestasse saremmo disposti a credervi, a differenza di un fedele che pone dei filtri dinnanzi ai dati scientifici per negare aprioristicamente prove a sfavore della propria fede.

nicola ha detto...

Penso di essere stato abbastanza chiaro din qui, ma veniamo alla seconda parte del tuo intervento,
tralasciando il mondo di idee platonico, tu credi che il difendere strenuamente le proprie idee sia un errore.
Io studio ed insegno l'evoluzione in un museo preistorico, sono uno studente di Scienze Naturali, quindi ho una certa conoscenza della biologia, della paleontologia e della geologia.
Sentir dire che tutto quello che studio, che fa parte della mia cultura è una marea di sciocchezze non fa solo male, ma fa anche rabbia.
Fa rabbia perchè chi lancia anatemi verso la scienza spesso e volentieri non sa minimamente cosa sia la scienza e come essa agisca.
Troppo spesso scopro, con mio grande disappunto, che tali soggetti credono che un professore si svegli una mattina ed enunci una teoria che assume il ruolo di "dogma" scientifico.
Nulla di più fasullo, la scienza si basa sull'osservazione empirica dei fenomeni e sul loro studio anche mediante sperimentazione, solo dop si enuncia una teoria che è una serie di strutture logiche di idee che servono a spiegare il fatto scientifico, ovvero il fenomeno da studiare.
la teoria subisce sperimentazione per essere provata, qualora essa fallisse il processo torna al punto di partenza correggendo il tiro e cercando di avvicinarsi sempre più alla verità.
La fede non agisce così, parliamo di una cieca convinzione incrollabile, basata su veri dogmi.
Alla luce di questo assistiamo a progressive cancellazioni dell'evoluzione dalle scuole, a tentativi di far passare la ceazione come teoria scientifica e di insegnarla al posto della scienza, inoltre il tutto è condito dalla più insana ignoranza.
Come se non basatasse il Papa attacca quasi gionalmente scienziati(incapaci di ragionare)ed atei, i peggiori esseri del pianeta.
Ad un indulto al massimo storco il naso, al secondo ci rido sù... al terzo dico: "sò cristiani...", al quarto penso "ignoriamli"
ma io non sono uno struzzo, non nascondo la testa sotto la sabbia e non mi mordo la lingua, ovviamente prima o poi un sano giramento di zebedei viene.
E penso sia comprensibile dato che anche i santi perdono la pazienza, figuriamoci io che santo non lo sono affatto...
A condire questo quadretto c'è la legislazione italiana che è fatta da fondamentalisti cattolici, i quali si rifanno alle idee pro life ma che di vita hanno ben poco visto che sono amanti delle torture e odiano la libertà di scelta, a questo proposito leggi il post sulla bioetica e quello sull'eutanasia.
Se io alla luce di questi fatti non difendessi le mie idee, laiche, oggi ci sarebbero roghi in piazza, gli ospedali negherebbero le cure perchè l'unica cura è la preghiera e non si può andare contro il volere di dio.
Sembra uno scenario troppo esagerato? può darsi, ma se vedi come troppa gente si affida ciecamente ad imbonitori e cartomanti, rifiuta cure mediche o attacca a spada tratta la scienza come se fosse il grande male del mondo, bè ci si rende conto di quanto non si sia mai metabolizzato nemmeno l'illuminismo.
non vale la pena di difendere quindi le proprie idee?

p.s. confondi la fede con le passioni e gli interessi, ci sono degli abissi tra queste definizioni.

0x00 ha detto...

assurdo, hai scritto tantissimo, fortuna che sono solo opinioni quindi non mi sono perso nulla.
Ciao, superamici!

nicola ha detto...

quindi non leggerai perchè è troppa roba o perchè sono SOLO opinioni, quindi non vale la pena di leggerle?