lunedì 14 novembre 2016

l'internet ai tempi della merda

Un pò come l'amore ai tempi del colera ma meno amore e più colera.

Ci aspettiamo di poter vivere in una condizione in cui tutti possano essere in grado di trovare la corretta informazione con la quale poi prendere le decisioni, zittendo le false credenze e promuovendo la verità oggettiva.
Purtroppo per quanto si possa amare questa idea, si rivelerà essere un'utopia, questo perché per molti la ricerca delle informazioni è funzionale al loro desiderio di credere, quindi le informazioni che si andranno a cercare confermeranno il loro punto di vista e non lo amplieranno.

Ad esempio le varie teorie complottistiche, non si fondano sulla verità, ma al contrario sul fatto che siano apparentemente verosimili, o perlomeno nei confronti di chi non ha quella conoscenza di base tale da far capire dove si trovano gli errori di un simile ragionamento.
Io ho cominciato a navigare su internet vent'anni fa, quando non esistevano i social network ed il massimo delle community in rete erano i forum, sui quali venivano costantemente linkati siti che riportavano bufale, ma erano estremamente complesse per risultare credibili e spesso venivano sbufalate con una discreta fatica.
Questo perché per abbattere una bufala serve un esperto:
poniamo il caso in cui un ciarlatano sostenga che nella pancetta per carbonara sono stati inseriti geni per il controllo mentale e che questo porti la gente a votare sì o addirittura no al referendum costituzionale,
tutti potrebbero tranquillamente scrivere “ok, questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentito”, ma non sarebbe bastato a convincere il bufalaro, serviva uno che conoscesse la genetica e dimostrasse la non esistenza di alcun gene introdotto artificialmente nella pancetta che avesse la possibilità di autoreplicarsi nell’organismo infettato e che non ci fosse alcun controllo mentale.
Ma sul più bello il bufalaro aggiungeva maggior complessità alla bufala rendendo il debunker inadeguato e richiedendo un esperto in un secondo campo, ad esempio un fisico esperto di trasmissioni radio che potesse smontare le onde emesse dal mostro di pancetteinstein radioattivo.
Ed ecco che si entrava in una spirale di delirio in cui le possibilità erano sostanzialmente due scenari, nel primo l’intera community comprendeva la stupidità del bufalaro e lo derideva, nel secondo almeno una parte dava per scontato che il debunker fosse pagato dai poteri forti per nascondere la verità.

Molta della verosimilità delle vecchie bufale era data da una logica argomentativa comune, il sito che la riportava iniziava la descrizione del fenomeno partendo da una spiegazione scientifica su un argomento, talvolta a caso o vagamente correlato con la panzana, per poi saltare di palo in frasca su conclusioni assolutamente sconclusionate.
Nella mente del lettore inesperto, questo sito appariva come scientificamente attendibile, quindi tutte le conclusioni erano plausibili.
Negli anni però è cambiato qualcosa, innanzitutto l’accesso ad internet, fino al 2008-2009 non erano così diffusi gli smartphone e soprattutto i vecchi cellulari non riuscivano a collegarsi con un’app dedicata a facebook.
Poi tutto è cambiato, i social network hanno attratto sempre più persone, inizialmente tra i giovani e successivamente persone di ogni età, perché i genitori hanno chiesto ai figli come funzionasse “l’internette”.
Questo impulso ha creato una demarcazione tra le vecchie bufale e le nuove bufale, queste ultime infatti sono aumentate sia nel numero che nell’assurdità.
Sebbene la richiesta del bufalaro di spiegare il perché tale bufala sia infondata sia pressoché la stessa (e con la stessa arroganza), oggi il livello delle bufale si è enormemente abbassato, non cercano più di sembrare vagamente credibili, al contrario sparano a zero sostenendo deliri sempre più sconnessi ed inverosimili.
Eppure il numero di condivisioni è altissimo, i consensi che ci si aspetta siano in calo visto il calo di qualità delle bufale, sono in aumento; perché?
Perché oggi sempre più persone sono connesse e se prima internet era per pochi secchioni, oggi è per tutti,
chiunque ha accesso alla rete, non importa quali filtri culturali possegga e può accedere soprattutto alle bufale che risultano molto più affascinanti della realtà.
Però questa mancanza culturale fa sì che tali bugie attecchiscano più facilmente, diffondendo una malattia.
E’ un po’ come quando si diffonde un virus, entra in una cellula e la infetta costringendola a replicarne il dna e quindi a creare copie del virus.
Una volta che il numero di cloni del virus iniziale sarà sufficiente, la cellula esploderà liberando altre minacce che a loro volta infetteranno t’intero organismo.

Internet ha accentuato il problema, siamo animali sociali e quindi gruppisti, per sentirci accettati da una società diamo retta ad un istinto primordiale, per difenderci dai predatori dobbiamo aggregarci ed è così che tendiamo a rifugiarci in gruppo che abbia la nostra stessa ideologia, che essa sia politica, religiosa o anche calcistica, da cui odiare tutti coloro che la pensino diversamente da noi.
In pratica: noi siamo i buoni, se non la pensi come me sei il male.
Percui la possibilità di creare gruppi su Facebook ha fatto sì che avvenisse una sorta di autoghettizzazione di tutti questi individui in gruppi chiusi o nascosti, dai quali cantarsela e suonarsela da soli, sbattendo fuori i disturbatori (quei razionali cattivi, pagati dal governo per tacere la verità) cuocendosi nel proprio brodo.
Certi individui si circondano di persone che la pensano analogamente a loro, lo stesso vale per le fonti da cui attingono le informazioni, questo perché cercano solo informazioni che già conoscono, hanno bisogno di conferme e sono impermeabili alle smentite, si chiamano Bias cognitivi, https://it.wikipedia.org/wiki/Bias come il bias di conferma, che spinge tali soggetti a formare un isolamento cognitivo.

Cosa spinge tali individui a credere a qualsiasi scemenza?
Si chiama analfabetismo funzionale https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_funzionale, quando una persona dotata dì della capacità di leggere e scrivere, presenta differenti gradi di incapacità di comprensione di un testo, anche basilare  o di rapportare ciò che si legge alla realtà.
Questo com’è ovvio che sia porta ad una condizione di ignoranza in ogni ambito, ma più marcatamente di stampo scientifico.
Purtroppo sembra quasi che sia impossibile dire ad un ignorante che è ignorante, è diventato un tabù,  come ho già descritto, nelle dinamiche di una discussione con simili individui, il compito di dimostrare spetti a colui o colei che dopo anni di studi scientifici ha creato una sua solida cultura, mentre il bufalaro analfabeta funzionale, rincara la dose con una serie di domande a raffica.
Questo espediente retorico prende il nome di Galoppo di Gish, http://ugobardi.blogspot.it/2011/01/il-galoppo-dellanti-scienza.html ovvero una sequela di affermazioni fasulle facilmente sbufalabili che però richiedono singolarmente una lunga spiegazione, messe assieme non possono far altro che scoraggiare l’interlocutore che si vedrà incalzare altre domande o peggio accuse di non saper rispondere.
Non dico che tutto ciò accada per forza in cattiva fede, spesso il bufalaro cerca su internet e semplicemente copia ed incolla le domande senza neppure capirle, una volta mi è capitato di leggere una discussione presa a casaccio da un forum di discussione in cui erano presenti sia delle domande che delle risposte che smentivano tali domande.
Alle volte entrano in gioco involontariamente delle fallacie logiche https://it.wikipedia.org/wiki/Fallacia quali l’argumentum ad ignorantiam secondo cui, se tu non sai rispondere e nemmeno io so di cosa si tratti, ho ragione io.
Ecco, traendo le conclusioni c’è una falsa convinzione che tutte le opinioni valgano allo stesso modo, come se chiunque durante i mondiali abbia il diritto di sedersi sulla panchina ed allenare la nazionale, suggerendo contro il televisore quali schemi e tattiche di gioco attuare.
No, non tutte le opinioni hanno lo stesso peso, la competenza in una materia è fondamentale per essere credibili e ciò dovrebbe far sì che l’incompetente eviti di parlare a sproposito, purtroppo non è mai così, https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger due psicologi della Cornell university hanno dimostrato che sostanzialmente persone culturalmente sotto la media tendono a sopravvalutarsi al di sopra di essa, a causa dell’inadeguatezza della loro cultura.

Per farla breve sono talmente ignoranti da capire quanto siano ignoranti e si sentono superiori anche a coloro che studiano ciò che loro non capiscono.

Come si evince è un argomento estremamente complesso, che merita di essere sviluppato per tutti i suoi aspetti applicativi, ovvero le svariate teorie dei complotti, il creazionismo, l’antivaccinismo, la terra piatta, le ipotesi di Biglino o le interpretazioni di Zacharia Sitchin, fino ad arrivare a David Icke, che nel 1991 si presentò nella trasmissione di Terry Wogan sostenendo di essere figlio della divinità e inventandosi complotti.
Dopo 25 anni è tornato nella stessa trasmissione, ma ha affinato la dialettica e con molta retorica ha sostenuto le stesse scemenze e non aggiungendo mai nulla di concreto, ma è riuscito a stregare il pubblico, lo stesso che anni prima scoppiò a ridere a crepapelle.
Metto tutto in un calderone non per la varietà delle idiozie sostenute, ma per il comune modus operandi di questi soggetti, il saltare di palo in frasca, il galoppo di gish, la negazione senza se e senza ma.

Scrollare le spalle dicendo che simili individui sono solo quattro gatti, che non vale la pena di affrontare la “montagna di merda” http://photobuster.blogspot.it/p/la-teoria-della-montagna-di-m.html potrebbe portare, come ho descritto ad un aumento ancora più traumatico di simili individui e logiche di pensiero.
Come ho descritto, questi fuffari sono una malattia e rischiano di contagiare altre persone che con pari incompetenza scientifica, potrebbero trovare credibili le bufale, diffondendole e infettando sempre più persone.

Qui propongo il mio manifesto per combattere le teorie della cialtroneria pseudoscientifica:
Essendo una malattia, un virus che si diffonde, mi aspetto che internet evolva degli anticorpi, tali da difendere gli utenti dalla fuffa di internet per non farli diventare utonti o come dice Enrico Mentana Webeti.
Come Gould e Dawkins scrissero nel 2001, non si deve dare mai la possibilità di un dibattito scientifico o un semplice confronto sui media con simili individui, rimanere invischiati in un galoppo di gish vuol dire perdere tempo ed il tempo in questi dibattiti è poco ed uguale per entrambi gli interlocutori, va da sé che è facile che chi ha meno argomentazioni ma arriva più direttamente al pubblico ne risulterebbe apparentemente vincitore, nonostante la sua assenza di contenuti, bisogna evitare il rischio che si possa pensare ad un confronto tra scienziati di pari peso e competenza o che la scienza sia divisa su temi che in realtà non dividono affatto ma sono assolutamente chiari.
Al contrario quando si può controbattere sui social network dove tutti possono dare il loro contributo è sempre bene farlo, non tanto perché si voglia tentare di far ragionare il bufalaro di turno, quanto far capire al pubblico presente che non ha alcuna valenza scientifica o peggio va contro quello che si sa e che si tratta di pura ideologia, per fare questo si devono spiegare le fallacie e gli espedienti retorici per dare agli spettatori lo strumento per giudicare tali deliri.

Per intavolare un discorso non bisogna mai partire dalle proprie conclusioni ma piegare come si è arrivati ad esse attraverso un percorso che parte da un dato comunemente accettato da tutti gli interlocutori, mai sottovalutare la platea perché potrebbe avvenire un backfire effect che tenderebbe ad estremizzarla ancora di più sulle sue posizioni, dandovi degli arroganti e mentalmente chiusi.
Capire il pubblico è importante se non si vuole chiuderlo a riccio, certo bisogna capire cosa sia giusto sostenere o meno, se ad esempio siamo su una pagina facebook a favore del creazionismo e vogliamo citare Dawkins, difficilmente potremmo ottenere di essere presi in considerazione.
E’ ovvio che non bastano le critiche per far cadere la scienza ma la politica non è impermeabile alle fallacie, specialmente se arrivano con un gran consenso popolare, qui vedo il peggiore degli scenari, se in passato l’incompetenza ha portato a stanziare dei soldi per la ricerca su stamina cavalcando l’ondata di consensi a favore di una palese truffa, cosa può accadere nel paese in cui un ministro della pubblica istruzione decide di cancellare lo studio dell’evoluzione dalle scuole?