mercoledì 10 aprile 2013

Città della scienza e le reazioni violente degli antievoluzionisti

 E’ da molto tempo che non scrivo qualcosa sul blog, anche perché di solito aspetto di avere  qualcosa di importante da dire e in questo caso, mio malgrado, devo parlare di un fatto che non riesce a lasciarmi indifferente per la sua gravità e per ciò che rappresenta.
Circa un mese fa a Napoli, nella notte del 4 marzo un importante museo scientifico è stato completamente carbonizzato, ulteriori indagini hanno appurato che a distruggere i circa 12 mila metri quadrati della città della scienza sia stato un incendio doloso con più punti di accensione e una propagazione rapidissima per circa 100 m.
Non è mio compito entrare nelle dietrologie della vicenda sul chi avrebbe potuto trarre giovamento da un simile scempio, che possa trattarsi di ritorsione da parte di qualche dipendente scontento (che si cancella furbescamente il lavoro?), di qualche fornitore stanco nell’attesa di essere pagato, di qualche camorrista che si è visto rifiutare del denaro o semplicemente di qualche fanatico, almeno per il momento non ci è dato saperlo, resta solo l’inspiegabilità del gesto che ha danneggiato anche le casse della città avendo degli incassi non indifferenti con 350 mila visitatori l’anno.
Il danno peggiore però non è economico, distrutta una città della scienza la si può ricostruire, magari più grande e più bella di prima (ed è quello che tutti si augurano), quel che lo rende estremamente grave è il danno culturale per il patrimonio di divulgazione scientifica a livello nazionale in un Italia che non brilla certo per cultura, specialmente quella scientifica che oggi è un privilegio (purtroppo)di pochi e mal compresa o addirittura osteggiata da molti.
Ed è proprio qui che voglio andare a parare, in questi giorni alcuni media e specialmente i giornali hanno commentato l’evento in maniera che definirei semplicemente medievale.
Uno per tutti è il giornale il foglio che pubblica un articolo  intitolato “Dovevano bruciarla prima”  http://www.ilfoglio.it/soloqui/17214
Dell’articolo, surreale ed irritante che sparge falsità e calunnie si legge in chiusura dopo le accuse deliranti:
“nei capannoni dell’ex Italsider si propagandava l’evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici”.
Non si tratta dell’unico commento anti evoluzionista ed antiscientifico che viene pubblicato sulla stampa nazionale, perché attacchi alla scienza tanto prima quanto dopo questo tragico eventose ne contano praticamente all’ordine del giorno, che provengano dalle gerarchie ecclesiastiche, dai giornalisti più o meno cattolici come dai semplici utenti che navigano e commentano sui siti internet sui forum o sui social network.
Quella che ne viene fuori è una vera e propria crociata che recluta non solo nobili cavalieri dell’informazione ma anche plebei con un accesso ad internet tutti accomunati da tanta ignoranza scientifica, tutti desiderosi ed ansiosi di dimostrare, anche se non se ne veda un reale bisogno, il loro valore ignorando o peggio ancora negando visibilità alle conseguenti risposte del mondo scientifico.

Perché alle agguerrite calunnie si è risposto, come per fare un esempio si è risposto agli attacchi successivi alla visita rifiutata dal papa emerito Ratzinger nel 2008  durante l’inaugurazione dell’anno accademico presso l’università la sapienza in cui dei professori dopo aver manifestato l’incongruenza di un simile evento si sono visti apostrofare con epiteti ben poco benevoli da praticamente ogni lato.
Oppure quando nel 2009 Roberto De Mattei, vicedirettore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, promosse una conferenza a porte chiuse alla quale i ricercatori del CNR non furono invitati,  che aveva come scopo quello di confutare (in maniera molto discutibile)l’evoluzione.
Naturalmente l’intero mondo accademico nazionale ed internazionale rimase allibito e si dissociò dall’incredibile evento e lo fece maggiormente quando De Mattei pubblicò un volume resoconto della conferenza come pubblicazione ufficiale del CNR, ma nei media salvo qualche rivista specializzata che tuonò a suon di editoriali ed articoli al vetriolo, tutto tacque.
 http://temi.repubblica.it/micromega-online/levoluzionismo-fantasie-il-creazionismo-antiscientifico-del-vicepresidente-del-cnr/
Del resto certe nomine dei consigli direttivi degli enti statali non sono meritocratiche, bensì tristemente politiche.

Quello che danneggia la scienza è la presunta libertà a torto o a ragione, di dire la propria su tematiche su cui si ha più o meno competenza, internet gioca un ruolo cruciale in questo strano confronto, se di confronto si possa parlare.
Perché il mondo del web, ad esempio, è un arma a doppio taglio con i suoi pregi ed i suoi difetti, da un lato consente una maggiore diffusione della conoscenza attraverso informazioni corrette, ma dall’altro diffonde con una violenza disarmante una quantità inimmaginabile di bufale, turpiloqui ed offese nonché di negazionismi tra i più perversi ed incomprensibili, il tutto condito da un’assenza pressoché assoluta di fonti e dimostrazioni.
Un vero mercato delle menzogne e dell'incompetenza a cui chiunque sceglie di attingere in base ai propri gusti personali e su cui chiunque può lasciarsi andare ai propri rigurgiti più beceri, un mercato in cui tutte le opinioni si equivalgono e in cui le vere informazioni diventano semplici opinioni e le opinioni vengono elevate a fatti (e si sa, sul piano delle opinioni tutto può essere contestato, basta aggiungerci un –ismo ed il gioco è fatto, il valore delle prove iene inesorabilmente a mancare).
Negli anni ho letto che l’evoluzion-ismo equivale al nazismo, al comunismo, al nichilismo e chi più ne ha più ne metta, l’evoluzione smette di essere un fatto supportato da 150 anni di studi scientifici pluridisciplinari ed accettato dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica globale per diventare una mera opinione proposta da un cialtrone inglese e accettata da uno sparuto gruppo di scienziati incapaci di dimostrare il perché dei fossili, della vita sul pianeta e dell’universo.
Eppure l’evoluzione è un’evidenza talmente lampante che ha prodotto così tante spiegazioni agli interrogativi della vita che risulterebbe quasi ridicolo non arrendersi alla sua ineluttabile dimostrabilità.
Forse non si tratta semplicemente di ignoranza, quella è ovunque, forse c’è di più di una semplice assenza di conoscenza della scienza e di come essa operi, Darwin la chiamò fraintendimento intenzionale, quando qualcosa cozza con un’idea profondamente radicata nella nostra coscienza, per intenderci non parlo solo del mito creazionista, ma qualcosa di più profondo ed egoistico: il bisogno della nostra eccezionalità, il fatto che noi non potessimo essere solo una delle tante probabilità della vita ma l’idea inconscia e radicata di essere il culmine della vita del pianeta, l’essere superiore ideato come tale che svetta per intelligenza e manualità sugli altri, Giorgio Vallortigara le definì “quelle idee che ci vengono facili da pensare”.
Ma se ciò viene smentito allora qualcosa si rompe, si grida alla perdita di dignità dell’uomo e si accusa l’evoluzionismo di equiparare l’uomo agli altri animali, una vera bestemmia, del resto i detrattori dell’evoluzione non perdono occasione per esplicare cosa secondo loro è contro o secondo natura, anche se la natura dimostra che hanno torto.
Resta il fatto, tornando all’argomento principale del mio post, che qualcuno ha appiccato fuoco alla cultura e quel rogo ricorda il puzzo delle fiamme purificatrici dei tempi andati (nemmeno poi da tanto tempo)quasi a ricordarli con nostalgia ed è avvilente vedere che personaggi come questi sempre più spesso hanno spazio sui media da cui diffondono le loro pericolose scemenze gioendo di eventi come il rogo della città della scienza.
Cosa voglio dire?  In Italia l’ignoranza scientifica e più precisamente in ambito biologico ed evolutivo è galoppante, ma le istituzioni non aiutano e se possono peggiorano la situazione, nel 2005 l’allora ministro della pubblica istruzione Letizia Moratti, ha cancellato lo studio della teoria evolutiva e del fatto evolutivo dalle scuole, ad 8 anni da questa mutilazione culturale la situazione è disarmante e ci sono casi di scuole in cui l’evoluzione è stata sostituita dal creazionismo, si tratta si casi sparuti e relegati solo alle scuole private, ma è pur sempre un problema che s ripercuoterà sulle nuove generazioni.
Mi chiedo: e se il rogo fosse il frutto dell’intolleranza da parte di individui come quelli che ho appena descritto? Cosa ci riserva un futuro che dà sempre più retta e visibilità a questi personaggi ed ai loro rigurgiti antiscientifici, se non si pone un freno con della sana cultura?
Purtroppo devo ricordare che la realtà non è democratica e anche se a credere nell’evoluzione fossero solo 7 persone o tutti e 7 i miliardi di abitanti del pianeta questa non smetterebbe di esistere solo perché esteticamente sgradevole o fastidiosa.
Questo ultimo aneddoto dimostra come i detrattori dell’evoluzione hanno come ultima e sola risorsa l’intervento politico e la rimozione di quella che ai loro occhi è un’eresia, questo perché nel dibattito razionale semplicemente non avrebbero un briciolo di credibilità, ne risulta che scienza e cultura non siano conquiste così scontate come verrebbe da pensare ma che al contrario siano estremamente fragili di fronte agli estremismi spesso di matrice religiosa che traggono dall'ignoranza una gran forza e che musei, eventi culturali ed una sana didattica nelle scuole non possa che giovare creando quegli anticorpi che rendono la nostra mente più razionale e capace di filtrare tutta una serie di bufale che al giorno d'oggi infestano il mondo dell'informazione.