venerdì 6 ottobre 2017
i creazionisti hanno torto
per chi si deve sorbire i negazionisti dell'evoluzione un giorno sì e l'altro pure.
Quello che danneggia la scienza è la presunta libertà a torto o a
ragione, di dire la propria su tematiche su cui si ha più o meno
competenza, internet gioca un ruolo cruciale in questo strano confronto,
se di confronto si possa parlare.
Perché il mondo del web, ad
esempio, è un arma a doppio taglio con i suoi pregi ed i suoi difetti,
da un lato consente una maggiore diffusione della conoscenza attraverso
informazioni corrette, ma dall’altro diffonde con una violenza
disarmante una quantità inimmaginabile di bufale, turpiloqui ed offese
nonché di negazionismi tra i più perversi ed incomprensibili, il tutto
condito da un’assenza pressoché assoluta di fonti e dimostrazioni.
Un vero mercato delle menzogne e dell'incompetenza a cui chiunque
sceglie di attingere in base ai propri gusti personali e su cui chiunque
può lasciarsi andare ai propri rigurgiti più beceri, un mercato in cui
tutte le opinioni si equivalgono e in cui le vere informazioni diventano
semplici opinioni e le opinioni vengono elevate a fatti (e si sa, sul
piano delle opinioni tutto può essere contestato, basta aggiungerci un
–ismo ed il gioco è fatto, il valore delle prove viene inesorabilmente a
mancare).
Negli anni ho letto che l’evoluzion-ismo equivale al
nazismo, al comunismo, al nichilismo e chi più ne ha più ne metta,
l’evoluzione smette di essere un fatto supportato da 150 anni di studi
scientifici pluridisciplinari ed accettato dalla stragrande maggioranza
della comunità scientifica globale per diventare una mera opinione
proposta da un cialtrone inglese e accettata da uno sparuto gruppo di
scienziati incapaci di dimostrare il perché dei fossili, della vita sul
pianeta e dell’universo.
Eppure l’evoluzione è un’evidenza talmente
lampante che ha prodotto così tante spiegazioni agli interrogativi della
vita che risulterebbe quasi ridicolo non arrendersi alla sua
ineluttabile dimostrabilità.
Forse non si tratta semplicemente di
ignoranza, quella è ovunque, forse c’è di più di una semplice assenza di
conoscenza della scienza e di come essa operi, Darwin la chiamò
fraintendimento intenzionale, quando qualcosa cozza con un’idea
profondamente radicata nella nostra coscienza, per intenderci non parlo
solo del mito creazionista, ma qualcosa di più profondo ed egoistico: il
bisogno della nostra eccezionalità, il fatto che noi non potessimo
essere solo una delle tante probabilità della vita ma l’idea inconscia e
radicata di essere il culmine della vita del pianeta, l’essere
superiore ideato come tale che svetta per intelligenza e manualità sugli
altri, Giorgio Vallortigara le definì “quelle idee che ci vengono
facili da pensare”.
Ma se ciò viene smentito allora qualcosa si
rompe, si grida alla perdita di dignità dell’uomo e si accusa
l’evoluzionismo di equiparare l’uomo agli altri animali, una vera
bestemmia, del resto i detrattori dell’evoluzione non perdono occasione
per esplicare cosa secondo loro è contro o secondo natura, anche se la
natura dimostra che hanno torto. Purtroppo devo ricordare che la
realtà non è democratica e anche se a credere nell’evoluzione fossero
solo 7 persone o tutti e 7 i miliardi di abitanti del pianeta questa non
smetterebbe di esistere solo perché esteticamente sgradevole o
fastidiosa.
Scienza e cultura non sono conquiste così scontate come
verrebbe da pensare ma al contrario si tratta di informazioni
estremamente fragili di fronte agli estremismi spesso di matrice
religiosa che traggono dall'ignoranza una gran forza e che musei, eventi
culturali ed una sana didattica nelle scuole non possa che giovare
creando quegli anticorpi che rendono la nostra mente più razionale e
capace di filtrare tutta una serie di bufale che al giorno d'oggi
infestano il mondo dell'informazione.
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