lunedì 12 marzo 2007

Termolesi, audiolesi, cerebrolesi…

Dopo tanto tempo torno serio, è molto che rimugino su questo intervento perché sono argomenti che mi stanno davvero a cuore e questo si preannuncia un post che sfoga tutta la mia rabbia e la mia frustrazione fin dal titolo (volutamente offensivo) che ho scelto.
Di cosa parlo? Dei problemi di Termoli, la mia città di nascita, sicuramente non il luogo della mia morte, perché il mio rancore ormai è davvero incontenibile.
Bando ad inutili giri di parole, tra l’altro completamente sterili, vengo subito al dunque:
Termoli ha una storia millenaria e questa sua caratteristica, se valorizzata potrebbe essere un vanto culturale non indifferente ma è ignorata dalla quasi totalità della popolazione che a quanto pare convive benissimo con la propria ignoranza caprina.
Nel mio caso, invece, sono viola dall’inquietudine, totalmente fuori di me, poiché tutto questo si ripercuote in scavi archeologici mai aperti, in aree di fortissimo interesse… lasciate al più totale disinteresse e quel poco che per forza di cose è già sotto gli occhi di tutti, non è visitabile per varie ragioni, insomma una situazione a dir poco paradossale, decisamente surreale e nessuno è disposto a cambiarla!
Ma andiamo nel dettaglio seguendo la cronologia, un po’ di storia è d’obbligo, dei principali luoghi che intendo citare,
Le testimonianze più antiche di insediamenti su territorio termolese risalgono all'età preistorica e pre-romana e sono documentate dai ritrovamenti di necropoli preistoriche in contrada Porticone e Difesa Grande, nonché, in quest'ultima, da ritrovamenti di resti di ville romane(scavi mai portati avanti, se ne conosce solo la presenza).
La Termoli primitiva è da situarsi in un sito non identificabile con l'attuale, come ho già detto, in prossimità della zona attualmente denominata "Difesa Grande"(strano che a nessuno questo nome abbia mai suggerito qualcosa), in questo luogo sono venuti alla luce, in periodi diversi e per il lavoro dell'uomo, muri, mosaici, tegole, tasselli, anfore, monetine e quanto possa testimoniare l'esistenza di un centro abitato antico.
A cavallo tra il 6° ed il 4° secolo l’intera costa molisana era popolata dai Frentani, popolo navigatore ed agricolo, alleato con i sanniti e facente parte della lega sannitica, c’è chi identifica Termoli con la città di Buca.
Strabone scrive: "Dopo l'Aterno vi é Ortona, porto dei Frentani e Buca, anch'essa dei Frentani, confinante con Teano Apulo", e ancora: "Dopo del lago (di Lesina) si naviga ai Frentani e a Buca: dall'una e dall'altra parte del lago, sia fino a Buca che fino al Gargano vi sono duecento stadi".
Strabone e Tolomeo avevano situato questo centro abitato tra il fiume Tiferno (Biferno) e Istonio (odierna Vasto), anche lo storico tedesco Momsen pone la città di Buca nel sito dove oggi sorge Termoli.
Vi è la presenza concreta di insediamenti antichi, ad esempio: il Prof. Luigi Ragni, nel suo studio sulla origine di Termoli scrive al riguardo di sorgenti termali(da cui probabilmente il nome): "A poca distanza dall'abitato di Termoli, a cinquecento metri o giù di lì con leggero pendio verso il mare si estende la incantevole spiaggia di Rio Vivo, detta così dal nome di un ruscelletto che ivi scorre senza interruzione. Sotto il letto arenoso di esso, e sotto un ponte, ivi costruito per la ferrovia, si trovano nascoste delle piccole terme (thermulae); e a pochi passi, lungo il lido un pavimento di mattonelle ben connesse. Quando il ruscelletto in piena e il mare in tempesta portano via l'arena, restano scoperte a fior di terra e si possono ammirare. Parecchi anni dietro le ho viste io, e, per quanto la memoria mi sarà fedele, cercherò di descriverle”.
Continuando con le dichiarazioni del Prof. Ragni: "Io stesso coi miei occhi in una tenuta dei fratelli Graziani sita in Difesa Grande, osservai un bellissimo pavimento a mosaico; e molto più giù, nella stessa direzione, in un campo dei fratelli Candela, una gran quantità di pezzi di tegoloni, di cui alcuni interi, e di doli scavati dall'aratro e accumulati sotto alberi o davanti a siepi o serviti per fare strade da un punto a un altro".
Inoltre, il Pollidori aveva asserito che nel borgo antico sorgeva un tempio dedicato ad Esculapio, dio della medicina, ma non solo, ne è stato individuato e scoperto l’altare con un serpente di bronzo recante l’iscrizione: "Aesculapio et saluti Sacrum ex voto Callixtus D.".
Peccato sia stato portato a Napoli e deposto nel museo della Famiglia Picchiatti…
Insomma non farebbe male cercare di risaltare tali testimonianze storiche, anche a fini turistici, promuovere scavi, attività culturali, tutto ciò che è possibile per dare ai termolesi ed ai visitatori questo patrimonio…
Direi che già questo è abbastanza, ma voglio farmi ancora del male nello scrivere e nel ricordare, sempre nel possedimento dei fratelli Graziani, a difesa grande, di tanto in tanto vengono rivoltate dall’aratro mattonelle facenti parte di una pavimentazione, muri, ed appunto mosaici.
Tra l’altro nella zona in cui sorge la Piazza Giovanni Paolo secondo, costruita durante una visita del defunto pontefice, nei primissimi anni ’80, a due passi dalla mia vecchia abitazione, sarebbe presente una necropoli, la cosa strana è che all’epoca il comune decise di concedere un solo mese per saggiare il sito, qualsiasi fosse stato l’esito… comunque si sarebbe dovuto inesorabilmente ricoprire il tutto, che difatti oggi giace al di sotto di uno strato di cemento ed asfalto, in quella che è la più inutile piazza dell’intero pianeta, utile solo al mercato rionale del primo sabato del mese ed alle bancarelle dei polacchi, le poche volte in cui vengono a vendere qualcosa in città.
Dimenticavo le giostre della festa patronale, ma non è un motivo così importante da giustificare la piazza, rispetto alle bancarelle dei polacchi intendo.
La certezza sull’ubicazione e sul periodo mi è stata data dalla conferma da parte di uno degli operai specializzati che insieme agli archeologi scavò in quel sito, l’ho conosciuto qualche anno fa durante una campagna di scavo presso il sito preistorico di Isernia la pineta, alla quale ho partecipato in due anni consecutivi e che porto ancora nel cuore.
La cosa triste è che in comune ancora oggi c’è chi sostiene “meno male che abbiamo ricoperto tutto!”, queste incomprensibili parole mi sono state riferite da un consigliere comunale che conosco verso il quale sto facendo pressioni per tentare di svegliare la giunta sull’importanza de questi siti… ma con risultati scarsi, anzi praticamente nulli… E’ più importante riempire il comune di rotatorie, alcune talmente vicine che se si percorre Termoli per 10 minuti in auto, si finisce con l’avere un senso di stordimento, nemmeno si fossero fatti 10 giri su se stessi, almeno con il semaforo ci si riposava…
Potrei finirla qui, ma ho ancora qualcosa da aggiungere alla lista delle tante scempiaggini che vedo ogni volta che torno a casa, parliamo un pò del castello“svevo”.
Termoli ha un piccolo castello, quasi un torrione di pianta quadrata che si fonde alle fortificazioni del borgo antico, l’edificazione del castello si attribuisce storicamente agli inizi del ‘200 grazie all’imperatore del regno di Sicilia Federico secondo di Svevia, colto, discusso ed enigmatico personaggio storico, da qui il soprannome attribuito alla costruzione.
Bene, il castello si presenta sfigurato da una struttura di cemento sulla sua sommità che è più di un pugno nell’occhio, decisamente più doloroso di un calcio in uno stinco, uno sul sedere, un pugno alla bocca dello stomaco e due dita negli occhi! Praticamente un rovinoso esempio di mancanza di rispetto istituzionale per la storia ed i beni architettonici.
Per precisare la struttura è una stazione meteorologica di proprietà del 32°stormo di Foggia-Amendola dell’aeronautica militare.
Tralasciando le condizioni alle quali una stazione di questo tipo deve sottostare, che rendono appetibile l’ubicazione dell’installazione, è comunque uno scempio il fatto di averla collocata proprio su uno dei pochi beni architettonici che la città possiede.
Se io volessi visitarlo, dovrei aspettare una mostra, dato che in altri momenti non è possibile, tra l’altro tutti i piani superiori sono off limits, data la proprietà dell’aeronautica, e non sappiamo quanto questi siano stati modificati rispetto alla pianta originale per la posa di tutte le attrezzature, va bene, rimane ancora dell’altro da vedere, no? …Bè insomma, le segrete sono di proprietà della chiesa, quindi perennemente off limits! Tra l’altro dalle segrete si snodano, o almeno così sembra, dei cunicoli che corrono l’ungo l’intera penisola fortificata, sfociando al porto ed in altre zone della Termoli vecchia (più di una volta mi è stato riferito da subacquei che le hanno visitate, perlomeno nel tratto sommerso).
E va bene, mi rimane almeno il piano terra… si ma questo è formato da due stanze ed un corridoio che le circonda, le due stanze sono permanentemente chiuse quindi in occasioni di mostre di pittura o fotografiche posso visitare solamente lo stretto corridoio…
Recentemente è comparso un cartellone che riporta la storia del castello, ricordo che quando l’ho notato ho pensato: “era ora cos’aspettavano in comune?... ma, ma quel logo?” ,Residenza sveva è un bed and breakfast sparso per l’intero borgo antico, di proprietà della famiglia Vincitorio, un cartellone privato…
Lungo buona parte della costa del sud adriatico è possibile osservare delle torrette di avvistamento, il castello, seppur di moli decisamente maggiori era una di queste, mi sono preso la briga di cercare quelle che si trovano in territorio termolese, ne ho trovate cinque: la prima, quella più a nord quasi in territorio di Petacciato, giace in condizioni pessime, è completamente diroccata, ne rimane ben poco.
Tralasciando l’orribile ponte in calcestruzzo che si trova di fronte ecco la seconda, è conosciuta come “la torretta” ristorante e lido balneare, un bene architettonico come quello reso un ristorante privato? Ebbene sì, succede anche questo, la terza è più che un rudere ai piedi del muraglione del borgo antico, più che una torretta è una guardiola all’accesso al mare da quel lato, perennemente chiuso da un’inferriata.
La quarta ospita l’archivio di stato, era una guardiola di fronte alla porta di pietra dell’antico borgo, è così piccola che dentro c’è solo una scrivania ed una scaffalatura polverosa piena di volumi, una persona con il poco spazio a disposizione fa fatica ad entrare, sarà per questo che in 25 anni non l’ho mai vista aperta? Boh credo sia quasi un privilegio concesso a pochi entrare, ci non andato più volte in orari di apertura ma nulla… L’ultima è una chicca, si trova lungo la discesa verso il lungomare sud di “rio vivo”è sulla destra scendendo dal centro, è nascosta tra leabitazioni, questo mi ha subito messo insospettito, difatti cercando di visitarla mi sono accorto che ... era in un giardino privato!
Spontaneamente mi sorge la domanda: sono l’unico a pensare che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in tutto ciò?
Temo proprio di sì, come mi rende furibondo il fatto che i termolesi non si incazzino come delle iene nei confronti di chi lo ha permesso, dato che in ogni caso sono proprio loro (me compreso) a rimetterci.
Nell’ottobre 1943 gli alleati sbarcarono a Termoli, per prima cosa bombardarono il paese vecchio, un colpo distrusse un seminario di fronte alla cattedrale, da allora quella è una piazza con una linea scura sulla pavimentazione che ne ricalca la planimetria, oggi territorio di bar che si contendono lo spazio per i tavolini, il secondo colpo colpì in pieno il rosone in alabastro, che oggi è rimpiazzato alla bene meglio da uno in metallo che ha lo stesso effetto della costruzione in cima al castello, ricordate?
Stranamente da quel periodo, che volete farci, il parapiglia del secondo conflitto modiale, gli inglesi con il generale Montgomery per la città, i tedeschi in ritirata verso la linea Gustav, qualcuno si è preso un souvenir… se si osserva la cattedrale, infatti si nota che sul frontone ci sono 2 statuine, anzi, una sola, l’altra è stata vista al british museum…se prima ce l’avevo con gli inglesi, oggi non li posso vedere…
Se si cammina con un metal detector in direzione Guglionesi si possono trovare ancora numerosi residuati bellici, dai bossoli ad armi e chissà quant’altro.
Ebbene a Termoli non c’è nulla da offrire, nemmeno un museo, neanche il più idiota tipo il museo delle ciabatte usate, nemmeno un museo dedicato a Benito Jacovitti (che ho sempre odiato, mi chiedo come si possa firmare un fumetto con un salame con i piedi e la faccia)…nulla, l’unico che c’è ospita mostre temporanee di arte contemporanea.
E tutti i reperti che sono stati ritrovati? Monete, anfore, mosaici, reperti bronzei, armi frentane, armi della seconda guerra mondiale, utensili, oggetti medievali, ?… insomma, tutta quella mole di materiale che è sicuramente contenuta in polverosi sottoscala dei tanti uffici comunali o rivendute a termolesi che ne fanno bella mostra in casa? Non sarebbe il caso di creare un museo per ampliare il patrimonio culturale del comune?
Torno a ribadire, sono l’unico a trovare che in tutto ciò ci sia qualcosa che non va?
Nei pressi di casa mia, Termoli si snoda su colline e vallate che assomigliano alle dita di una mano poggiata su di un piano, c’è un piccolo bosco all’interno del quale nella parte più bassa sul fondovalle, si trova un torrentello, il rio vivo che continua attraverso il paco comunale, alcuni chilometri più in avanti fino a sfociare nell’area omonima, lo stesso nel quale il prof.Ragni ha visto le mattonelle che appaiono se si sposta un po’ il sedimento, questa è una delle poche aree verdi ancora non toccate dall’antropizzazione, anche se minacciata ogni giorno dalle ruspe e dai cantieri edili, non sarebbe il caso di farne una piccola are protetta da vincoli ambientali? NESSUNO SI SOGNA DI FARE UNA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE COME SANCISCE L’ARTICOLO 4 DELLA LEGGE 348/86?
Evidentemente no, come nessuno si è ricordato di farlo quando il vecchio sindaco ha venduto il terreno alla sorgenia per costruire la turbogas, già perché se vogliamo parlare di Remo di Giandomenico, possiamo dire che il suo “sistema” rende in paragone quello di Moggi un fantacalcio… Qell’uomo controllava tutte le assunzioni, sia negli enti statali della zona che nelle aziende private che controllava, la moglie, che non è da meno controllava l’intero ospedale…
Un bel giorno, quasi 2 anni fa, scomparve come per magia un costosissimo macchinario dall’ospedale, subito la polizia cominciò le indagini, si venne a scoprire che era finito(guarda il caso) proprio nello studio privato della mogli del sindaco, sia le iene che striscia la notizia si occuparono del caso, ricordo ancora il servizio di Sortino. le iene
Questa donna un giorno è riuscita anche ad inforchettare il marito Remo, evidentemente non avendo coltelli a portata di mano, ormai sono esiliati a campomarino dopo alcuni mesi di carcere, avrei sperato anni, ma stranamente sono fuori ed il marito medita un ritorno in politica! Anche qui noto un qualcosa che non va, ma sembra che sia il solo.
Secondo me i termolesi sono masochisti, le cose sono due: o sono assuefatti a queste prese in giro, o ne sono totalmente ignari.
Il problema è che Termoli è culturalmente sterile, non ha cultura, nel senso che ha la storia, ma non ne è consapevole e non la valorizza affatto, ne ignora tutti i risvolti.
Punta sul turismo, ma il turismo non è solo mare, se oltre ad esso ed agli scempi ambientali, alla cementificazione selvaggia, ai prezzi da capogiro che non si ritrovano neanche nel raggio di 50 km ed all’ignoranza dei termoesi non si offre nulla, non si può parlare di turismo, perché non ci viene nessuno!Perchè non ha nulla da offrire!
Termoli ha uno splendido lungomare, disseminato di lidi che potrebbero rimanere aperti la sera, tra l’altro consentendo l’accesso alla spiaggia successivamente al tramonto, ma non è possibile. nemmeno pensare di sfruttarne la passeggiata estiva, perché non vi sono gli interessi a farlo! Interessi di pochi che si coalizzano per stroncare ogni minimo tentativo di valorizzazione dell’area, nemmeno un bar, una gelateria, un lido aperto che fornisca ai giovani un po’ di divertimento, già perché anche sotto questo punto di vista la città non ha nulla da offrire.
Qualcuno tempo fa propose di costruire un villaggio vacanze ed ebbe in risposta la più disarmante delle frasi: “ma che devi fare?” naturalmente detto in dialetto ed inteso come non dire scemenze… Già, perché il lungomare nord è disseminato di case private, le licenze le danno solo ai costruttori edili che poi hanno un guadagno, naturalmente chi è sopra di loro riceve qualcosa, in quel caso la speculazione edilizia ha vinto, Termoli ha perso e ci ha rimesso.
Oltre il danno la beffa, a Termoli c’è la facoltà di economia del turismo che io vedo quasi come un nonsenso, paragonabile alla scena di un papa che elogia l’ateismo.
Turismo? E dov’è il turismo? Io vedo al massimo quel pullman di tedeschi che si vede trattare a pesci in faccia e giura solennemente di non tornare mai più in quel luogo maledetto.
Oppure tutto quel transito per le Diomedee (Tremiti)che non si ferma nemmeno per un caffé, ma viene comunque contato tra i dati ufficiali, barando e prendendo in giro chi a Termoli ci vive ed è convinto sia un’ambita meta turistica.
Giusto perché poco fa ho citato la questione energetica, soffermiamoci un attimo sulla turbogas:
doveva, dopo ritardi su ritardi, essere consegnata lo scorso febbraio, ma con un colpo di coda la sorgenia ha stupito tutti completandola entro settembre, bene, da allora le nubi anomale, giusto per la precisione, la turbogas riversa nell’atmosfera come sottoprodotto del vapore acqueo quindi nulla di strano se sono nuvole, ma ci si allarma se sono nere o marroni! I casi registrati da settembre sono parecchi, seguiti da casi di irritazione delle vie respiratorie e degli occhi degli abitanti limitrofi al nucleo industriale anche nei comuni di Campomarino e Portocannone.
Per non parlare degli scarichi in mare di acque nere, qui lo spunto per parlare dell’acqua, la turbogas ha bisogno di una quantità di litri d’acqua abominevole, non riporto cifre perché non mi fido dei dati, ma sono sicuro siano decisamente superiori, fin qui nulla di male… se non fosse che per colpa di questo ciucciatore a scrocco l’intero basso Molise è quasi a secco, se si unisce ciò al fatto che siamo in un anno di precipitazioni scarse si intuisce quanto l’invaso del “lisciane” non abbia acqua a sufficienza per l’intera utenza se si aggiunge per l’appunto la turbogas.
La Molise acque è corsa subito ai ripari per una soluzione che accontentasse tutti… il decalogo del risparmio dell’acqua: ok va bene risparmiare risorse, è importante, ma perché sta maledetta turbogas continuerà a fregarsi l’acqua e saranno i poveri cittadini, che non giovano nemmeno di quell’energia perché destinata a livello nazionale, a rimanere a secco?
Se fa caldo e sudo posso asciugarmi l’ascella col phon, tanto non ho problemi energetici… ma io gradirei lavarmi se puzzo come una capra, posso mandare per protesta dei fogli di carta intrisi del sudore delle mie ascelle dopo giorni senza lavarmi alla sorgenia? Anzi spero qualcuno si unisca a me in questa anomala protesta.
Se arrivano dei turisti cosa gli diciamo? Lavatevi in mare?
A proposito di mare, negli ultimi giorni è comparso il tormentone eolico sull’adriatico, in pratica al largo del tratto di mare tra Termoli e Petacciato dovrebbe essere costruito un parco eolico, di lì una valanga di dissensi per l’unica fonte di energia ecosostenibile e rinnovabile che può davvero aiutarci in caso di crisi energetica, ma a quanto pare sono visibili dalla costa e deturpano il paesaggio(???)dopotutto sono mete turistiche(turistiche?siamo sicuri?).
Eppure ogni volta che passo sull’adriatico vedo una marea di piattaforme petrolifere, con i loro fiammoni di metano sempre accesi(eh sì, quelle non deturpano e non inquinano, vedeste poi quando ci sono le petroliere che lavano le stive al largo e l’acqua puzza di petrolio…)mi viene da chiedere quale sia il male minore, dei semplici pali che ci danno energia lontano dalla costa o una turbogas che ci lascia a secco e ci asfissia e delle piattaforme che ci sporcano acqua aria e panorama?
Aspettarmi che si smuova l’opinione pubblica è un’utopia, quindi ho perso le speranze, non che ne abbia mai avute, la mia generazione è all’ 89% convinta che leggere dei libri sia qualcosa di cui sfottere, è convinta che sia giusto perdere tempo nei bar a dire idiozie piuttosto che cercare una Forma mentis adeguata, è assolutamente convinta che l’avere delle conoscenze sia da idioti!
Se me ne sono accorto io di tutto ciò, io che mi vergogno come un ladro della mia ignoranza, significa che la situazione è davvero al limite.
Sono sicuro che queste “direttive” derivino in primis dalla famiglia, quindi mi chiedo quanto sia mentalmente marcia la mia città natale, incapace di riflettere, di comprendere di porre rimedio a ciò che è stato.
Ma scrivere ciò nel blog meno frequentato della rete non credo possa essere di aiuto per nessuno, al massimo per il sottoscritto nel trovare un piccolo sfogo.
Mi piacerebbe visitare aree archeologiche, musei, centri culturali a Termoli, peccato non ci sia nulla di concreto, eppure basterebbe poco.
Se si volesse creare un museo storico e multidisciplinare, collaborerei anche volentieri all’allestimento di qualche stanza, dato che la mia specializzazione come naturalista sarà la museologia, tra l’altro dispongo di una modesta ma varia collezione di minerali e fossili, con le mie conoscenze modellistiche posso realizzare preparati didattici, diorami, raffigurazioni pittoriche… Sarebbe un sogno ed un contributo che darei volentieri, ma temo che rimarrà tale con mio grande rammarico.
Chissà quando qualcuno si sveglierà dal torpore letargico dell’apatia e deciderà di fare qualcosa? Spero di essere ancora vivo per quell’epoca lontana.
Con ciò mi congedo per il momento, augurandomi di aver donato a qualcuno almeno uno spunto di riflessione, confido di trovare altri che condividono il mio punto di vista.