Cronache
Puzza al Nucleo, cresce il sospetto: “E se l’aria fosse malata?”
Mentre gli organismi preposti al controllo delle sostanze che fuoriescono dalle fabbriche ammettono la difficoltà a individuare le origini di quei miasmi, i lavoratori e i cittadini hanno sempre più paura. Martedì 6 novembre un incontro in Comune per affrontare il problema. “Alcuni operai si sentono male inalando quegli odori – ha detto il rappresentante sindacale – Ma non lo segnalano perchè hanno paura”.
di Stefano Di Leonardo
L'incontro di questa mattina in Municipio
Termoli. Il problema lo avvertono principalmente gli operai che tutti i giorni vanno al nucleo industriale di Termoli per lavorare. La puzza, in quella zona, raggiunge spesso livelli insostenibili. Ma anche interi quartieri della città (soprattutto Difesa Grande) e comuni come Portocannone e Campomarino non sono immuni dal fenomeno. Che, a parte il fastidio per il naso e qualche volta anche per la gola che brucia, comincia a diventare un insopportabile sospetto. E se quell’odore nauseabondo fosse la spia di qualcosa che non va nell’aria del BassoMolise, la cartina di tornasole di un livello di inquinamento superiore al tetto stabilito per legge? Un sospetto strettamente collegato con i casi – frequenti – di malattie neoplastiche e di leucemie infantili. Così i cittadini sono assaliti dal dubbio, e dalla paura. Ma le risposte alle domande non ci sono, perchè mentre le segnalazioni sulla puzza proveniente dal nucleo industriale si fanno sempre più insistenti, le Istituzioni cercano generalmente di essere rassicuranti, nonostante l’assenza di dati scientifici e dell’atteso – e sempre rinviato – Registro dei Tumori. Cominciare a discuterne seriamente e affrontare di petto il problema è un modo per cominciare a dare risposte. Questo lo spirito dell’incontro che questa mattina – 6 novembre - si è svolto nella sala giunta del Comune di Termoli.
L’incontro, presieduto dall’assessore all’Ambiente Emanuela Lattanzi, ha visto la partecipazioni di varie categorie interessate, ma non tutte. «Stigmatizziamo l’assenza dei rappresentanti dell’Asrem, mentre noto con piacere la presenza di esponenti del sindacato» ha dichiarato in apertura la Lattanzi. Erano invece presenti l’ingegner Perla in rappresentanza del Nucleo Industriale e alcuni tecnici dell’Arpam. La ‘tavola rotonda’ è stata fortemente sollecitata dalle continue lamentele dei cittadini, lavoratori e residenti della zona, che di continuo puntano il dito contro i persistenti e nauseabondi odori provenire dal Nucleo.
Sia i rappresentanti Arpam che quelli del Consorzio però hanno ammesso la grande difficoltà di riuscire a individuare la reale provenienza di determinati odori a causa delle numerose variabili esistenti. «Gli odori possono provenire dalle sostanze utilizzate, dagli scarichi, dalle emissioni e non dimentichiamoci della grande quantità di possibili sorgenti di odori» ha affermato la dottoressa Esposito, in qualità di tecnico dell’Arpam. «Noi eseguiamo controlli da 10 anni» gli ha fatto eco il dottor Del Torto, anche lui tecnico dell’Arpa Molise. Lo stesso Del Torto ha portato poi l’esempio dello Zuccherificio del Molise, azienda che per anni é stata ritenuta responsabile di emissioni di odori sgradevoli. «Dopo alcune nostre verifiche sono intervenuti con delle sostanze esistenti sul mercato che hanno notevolmente ridotto l’emissione di questi odori».
L’ingegner Perla ha invece fatto leva sulla possibilità di «portare avanti un approccio più sistematico nella rilevazione dei dati » rilevando poi come sia «già partito uno studio in questo senso in collaborazione con l’Enea e che coinvolgerà anche l’amministrazione comunale».
«Lo studio dovrà servire per sistematicizzare la verifica della provenienza e del successivo abbattimento degli odori» ha aggiunto l’assessore Lattanzi.
I rappresentanti sindacali della Fim-Cisl hanno invece puntato il dito su episodi concreti di persone che hanno avuto problemi di salute a causa della puzza. «Conosco lavoratori che si sono sentite mali a causa di quei miasmi che prendono alla gola» ha dichiarato il sindacalista Manes, aggiungendo che «Molti di loro sono convinti che la puzza provenga dalle industrie chimiche». E’ un fatto che a essere messe sotto accusa sono proprio i tre impianti chimici presenti nella zona industriale di Termoli e, negli ultimi tempi, anche la centrale Turbogas. Secondo il racconto del sindacalista i lavoratori se ne lamentano, ma spesso hanno paura di esporsi in prima persona. «Molti lavoratori pur avvertendo problemi di salute, non li segnalano all’Asrem» ha rivelato Manes. I problemi sono tanti e l’incontro di oggi ha tentato di chiarirli e di individuare le possibili strategie per dare delle risposte alle preoccupazioni dei cittadini, sempre più allarmati per la propria salute. Ora si spera che alle tante parole, seguano fatti concreti. Oggi stesso intanto, i lavoratori del Nucleo hanno dovuto fare i conti con una puzza insistente. Un’altra giornata di lavoro con quel tarlo in testa: e se la puzza fosse solo la punta di un iceberg?
(Pubblicato il 06/11/2007)fonte primonumero
Tre industrie chimiche che riversano costantemente nell'aria del nucleo polveri sottili di ogni dimensione e sostanze chimiche allo stato gassoso sono certamente un campanello d'allarme non di poco conto, m chiedo perchè la questione non sia mai stata presa in considerazione finora da chi è preposto ad effettuare i relativi controlli, ad esempio l'ARPA
arpa molise
eppure si tratta di un fatto di enorme gravità,la ragione credo sia risaputa, un velo di omertà che circonda da sempre i poteri forti e chi mngia dai loro piatti
giovedì 8 novembre 2007
giovedì 18 ottobre 2007
sono commosso
18/10/07 - MUSEO ARCHEOLOGICO NELL'EX MERCATO: PROGETTO DA 550MILA EURO
Termoli. Il vecchio mercato di via Fratelli Brigida diventerà un Museo Archeologico. I lavori costeranno circa 550mila euro, fondi reperiti dal Cipe (comitato Interministeriale di Programmazione economica) e i parte, per 150mila euro, con finanziamento comunale. La Giunta di Termoli ha approvato il progetto esecutivo di ristrutturazione del “Fabbricato ex mercato di Via F.lli Brigida” redatto dai tecnici del Settore Lavori Pubblici. Il progetto esecutivo prevede il cambiamento di destinazione d’uso dell’immobile da Mercato a Museo Archeologico. «Nello specifico – dice il Comune - gli interventi consistono in: lavori rifacimento intonaco e tinteggiatura dell’esterno, sostituzione di tutti gli infissi, demolizione e rifacimento pavimentazione interna in parquet, intonaco e tinteggiatura delle pareti interne, nuovi impianti igienici, ascensore, nuove ringhiere, impianto aria climatizzata, impianti anti-intrusione, rilevazione fumo, sorveglianza e controllo, audio per evacuazione, rete telefonica e dati e alimentazione privilegiata». Ora sarà avviata la gara di concorso per individuare il soggetto contraente prima della scadenza dei termini previsti dalla disposizione di finanziamento (31 dicembre 2007) e con l’obbligo della stipula del contratto d’appalto subordinatamente al trasferimento della risorsa finanziaria di cui al Decreto del Presidente della Regione Molise n. 43 del 22 luglio 2005.
fonte www.primonumero.it
Che dire, sno ancora scioccato, frastornato dalla meravigliosa notizia, Termoli, una cittadina che ha alle spalle quasi 3000 anni di storia che finalmente sposa la cultura, questa sconoscuta...
Solo un dubbio mi pervade, ma se la villa romana continua a rimanere sotto terra in zona difesa grande, le terme minacciate dalla cementificazione al parco comunale, la necropoli...idem con patate che giace ancora sotto un parcheggio inutile, cosa esporranno? le cassette del pesce?
Perchè sì di roba ne è stata trovata, ma tutta nei dintorni, a termoli non esistono nè scavi, nè studi, nè pubblicazioni... rimane un mistero
Termoli. Il vecchio mercato di via Fratelli Brigida diventerà un Museo Archeologico. I lavori costeranno circa 550mila euro, fondi reperiti dal Cipe (comitato Interministeriale di Programmazione economica) e i parte, per 150mila euro, con finanziamento comunale. La Giunta di Termoli ha approvato il progetto esecutivo di ristrutturazione del “Fabbricato ex mercato di Via F.lli Brigida” redatto dai tecnici del Settore Lavori Pubblici. Il progetto esecutivo prevede il cambiamento di destinazione d’uso dell’immobile da Mercato a Museo Archeologico. «Nello specifico – dice il Comune - gli interventi consistono in: lavori rifacimento intonaco e tinteggiatura dell’esterno, sostituzione di tutti gli infissi, demolizione e rifacimento pavimentazione interna in parquet, intonaco e tinteggiatura delle pareti interne, nuovi impianti igienici, ascensore, nuove ringhiere, impianto aria climatizzata, impianti anti-intrusione, rilevazione fumo, sorveglianza e controllo, audio per evacuazione, rete telefonica e dati e alimentazione privilegiata». Ora sarà avviata la gara di concorso per individuare il soggetto contraente prima della scadenza dei termini previsti dalla disposizione di finanziamento (31 dicembre 2007) e con l’obbligo della stipula del contratto d’appalto subordinatamente al trasferimento della risorsa finanziaria di cui al Decreto del Presidente della Regione Molise n. 43 del 22 luglio 2005.
fonte www.primonumero.it
Che dire, sno ancora scioccato, frastornato dalla meravigliosa notizia, Termoli, una cittadina che ha alle spalle quasi 3000 anni di storia che finalmente sposa la cultura, questa sconoscuta...
Solo un dubbio mi pervade, ma se la villa romana continua a rimanere sotto terra in zona difesa grande, le terme minacciate dalla cementificazione al parco comunale, la necropoli...idem con patate che giace ancora sotto un parcheggio inutile, cosa esporranno? le cassette del pesce?
Perchè sì di roba ne è stata trovata, ma tutta nei dintorni, a termoli non esistono nè scavi, nè studi, nè pubblicazioni... rimane un mistero
martedì 22 maggio 2007
evoluzioneo creazione?
Temo che uno tra i temi socialmente più importanti per la società sia quello che io ritengo decisamente il più banale.
Sull'evento della creazione si basa un corollario di culti ovviamente originatisi da quello ebraico, citato nel genesi e poi raccolto nella bibbia, il fatto è che nessuno con almeno un pò di sale in zucca prenderebbe per scientifico ciò che è riportato in un libro scritto male, pieno di errori, anche grammaticali, sintattici e soprattutto contraddizioni.
Eccetto la chiesa che si eleva (su qeste basi)ad unico ed ultimo eco della ragione, a dir loro, contro un mondo che non la vuole usare più, la ripudia ed abusa della scienza come il peggior male possibile, oltre al materialismo che la pervade.
Ora, da ateo militante ammetto di provare un certo risentimento verso una chiusura mentale di tale livello ma preferisco trattenermi, il cristianesimo non è stato assolutamente il motore della ragione e della filosofia del mondo, solo un freno che ne ha blccato lo sviluppo civile e morale(per dirla alla Oddifreddi).
Per queste ragioni convengo con chi sostiene l'anticlericalismo perchè è l'unica difesa nei confronti della laicità di uno stato, non un attacco ad una chiesa che per quanto mi riguarda ha fatto il suo tempo.
C'è chi sostiene che si cerchi ad ogni costo di promuovere il nuovo culto laico, l'ateismo... il materialismo, ebbene queste simpatiche "immense menti ristrette" non hanno capito assolutamente nulla, l'essere atei si basa semplicemente su una questione fondamentale, il buon senso.
Poichè quest'ultimo è l'unico che ci costringe a cercare risposte ponendoci domande, al contrario di quello che la stessa chiesa professa, avere una risposta per ogni domanda mai posta!
E veniamo alla parte tecnica:
in ambito creazionistico si critica l'evoluzione in quanto semplice teoria, bè l'evoluzione non è una semplice teoria, ma un fatto e siamo di fronte a due cose ben diverse...
l'evoluzione è un dato di fatto, ormai l'uso smodato della parola teoria è stato più che chiarito, dato he è un tema ricorrente da parte creazionista, in ambito scientifico, teoria e fatto sono due cose ben distinte, i fatti sono dati del mondo ed in quanto tali non si dissolvono quando gli scienziati dibattono le teorie, strutture concettuali atte a spiegarli.
e questa è una precisazione fondamentale da fare, come ho già detto, l'evoluzione è un fatto, come l'evoluzione avviene, invece, è una teoria.
In primis c'è quella di Sir Charles Robert Darwin espressa in The origin of the species by means of natural selection,un testo di tutto rispetto, ma pur sempre pubblicato nel 1859... non so se mi spiego.
Ad oggi la teoria evoluzionistica non è stata semplicemente rivisitata, ma si è arricchita di talmente tanti ambiti di studio che vanno oltre la semplice zoologia,o la paleontologia(che Darwin non prese nemmeno troppo in considerazione basandosi solo su forme a lui contemporanee), oggi ci si avvale di biologia evoutiva, istologia, embriologia ed anatomia comparate, ecologia, eccetera.
badate bene che tutti i fattori ambientali, geografici, comportamentali, climatici sono il frutto di selezione dei geni che poi verranno trasmessi ad una generazione successiva, e questi in seguito subiranno un'ulteriore selezione, stiamo parlando di tempi geologici, non di 3 o 4 generazioni, quindi ragioniamo nell'ordine di 2-3 milioni di anni alla volta!
I FOSSILI
Non sempre i fossili si conservano... che novita, eh?
e invece i fossili stessi sono un'eccezione alla regola! in ambiente marino più precisamente bentonico, la sedimentazione di fossili e la loro conservazione è davvero buona, non impeccabile, ma ci consente di avere rocce sedimentarie calcaree costituite da fossili come coralli, ammoniti, brachiopodi... e chi ne ha più ne metta, al contrario però l'ambiente continentale è ostile alla conservazione di ossa formate da carbonato di calcio! il calore del sole le distrugge, l'acqua le gonfia e le deforma, l'umidità ed il calore favoriscoo il deterioamento mediante processi chimici, le pressioni geologiche, anche apparentemente lievi, in realtà enormi per materiali fragilissimi come i fossili le distruggono.
Ed infine l'ossigeno, il peggior nemico della conservazione di tutte le molecole organiche, non è un caso che si mettano i cibi stotovuoto!
Insomma quel che ci arriva è l'1%, forse anche meno di quello che ci potrebbe arrivare e talvolta conosciamo una specie da un solo reperto o addirittura da pochi frammenti riconducibili a questo.
Ma secondo i creazionisti dovremmo, se l'evoluzione fosse una realtà, essere ripoperti dalla quantità abnorme di fossili... insomma non se ne esce da questa quantità abnorme di stupidaggini atta a screditare ciò che si è capito con la ricerca.
Non sapremo MAI nulla di una infinità di specie proprio perchè le loro condizioni di morte non ci hanno fornito alcun fossile...
più si va indietro nel tempo più questo fattore aumenta vertiginosamente, la geologia è poco clemente verso i reperti, frammentandoli e talvolta distruggendoli...
però, osservando l'attuale varietà delle forme di vita è ovvio concludere che la situazione fosse altrettanto varia in passato.
L'EVO-DEVO (evolutionary developing biology, biologia dello sviluppo evolutivo)
innanzitutto questa disciplina biologica afferma che
-i geni che controllano lo sviluppo embrionale hanno un ruolo chiave nell'evoluzione
-le mutazioni di tali geni(come ho già scritto)possono rapidamente generare novità fenotipiche
-tra queste novità fenotipiche alcune hanno la possibilità di adattamento evolutivo(le altre sono falciate dalla selezione naturale)
il problema è che si perde di vista l'evoluzione come fattore comune con cause esterne al fenotipo concentrandosi solo sul genotipo(fenotipo-espressione dei geni, genotipo-codice genetico dell'individuo)
ovvero le forze che producono variazioni nel codice genetico dell'individuo, dato che un codice genetico è ridondante(turnover genomico)n composizione ed organizzazione, questo a causa di movimenti di frammenti di dna in altre aree del filamento, così avendo trasposizione, conversione genica, crossingover ed infine, in qualche modo il convertire in mutazione, ovvero di rispondere a stimoli ambientali, il genoma.
(è in atto uno studio che cerca di dimostrare se e come l'ambiente esterno è in grado di pilotare in qualche modo le mutazioni)
Da questa branca della biologia è emerso un dato fondamentale, ovvero che tutti gli organismi conservano a livello evolutivo i geni che determinano le strutture e le proprietà funzionali ritenute evolutivamente indipendenti, mi spiego meglio con degli esempi quali la segmentazione di artropodi che si ritrova in qualche modo anche nei cordati (codice Hox), o la formazione di arti ed appendici come in vertebrati ed artropodi.
Osserviamo quindi che vi è un alto grado di conservazione di porzioni di genoma e quindi che le risposte evolutive sono da cercare nei meccanismi che regolano l’espressione dei geni e non solo la composizione genica .
Quel che deve far riflettere quindi è la somiglianza di intere famiglie geniche e l’espressione di esse in determinati momenti dell’accrescimento in stadio embrionale o adulto, cioè la gran parte della vita animale impiega la stessa serie basica di geni per produrre organismi molto differenti
Tra loro! E scusate se è poco…
Bene, detto questo analizziamo il resto del genoma, ovvero quello che fino a poco fa era chiamato dna spazzatura…Nel genoma umano, visto che la cosa ci interessa, circa l’1,5% è DNA genico, il restante 98% il Dna ha scopi sconosciuti ed oggi viene definito regolativo, che ha la natura di DNA ripetitivo.
Quel che preme comprendere ora, è come si attuano i riarrangiamenti nel corso dell’evoluzione, forse mediante un meccanismo di equilibri punteggiali come ha suggerito Stephen J. Gould?
O forse in una maniera del tutto graduale, personalmente credo che l’evoluzione contempli entrambe le ipotesi, dato il mutare continuo dell’habitat in cui certe forme i trovano a vivere.
E’ probabile che questo DNA ripetitivo abbia lo scopo di pezzo di ricambio nel caso in cui si debba modificare un gene per un determinato fenotipo adatto ad un ambiente preciso, le sequenze di DNA ripetitivo potranno sicuramente spiegarci come si collegano gli elementi intranucleari ed extranucleari nella cellula.
Ora parliamo di ecologia e di paleoecologia, innanzitutto ogni organismo occupa una nicchia ecologica precisa, ovvero ha un preciso modo di vita nel nutrirsi e riprodursi, difficilmente due specie occupano una precisa nicchia ecologica, a meno che il nutrimento non sia così abbondante da sostenere entrambe le popolazioni, ma si sa che condizioni altamente favorevoli comportano anche un maggiore accrescimento di popolazione, su entrambi i fronti, sfociando rapidamente in una situazione di carenza di nutrimento per tutti… A quel punto ci sarà una competizione interspecifica che tenderà a selezionare la specie più adatta condannando ad un bivio quella perdente: estinzione o evoluzione quale movimento verso una nuova nicchia ecologica libera.
Lo stesso discorso è rapportabile se la carenza di nutrimento non è in grado di sostentare un’ unica popolazione specifica, portando dunque in competizione interspecifica che avrà un significato di selezione dei geni degli organismi più forti e più adatti, i quali verranno espressi a seconda dell’apporto generazionale di un individuo(fitness) ai suoi discendenti.
Ora analizziamo le nicchie ecologiche, sappiamo che queste sono fortemente dinamiche e non statiche, perché? Per una ragione semplicissima, la terra stessa è un sistema dinamico, cambia la geologia e la geografia di un territorio, ne muta il clima e quindi seleziona o sposta specie e quindi se non ci fosse stata evoluzione, in caso di alta specializzazione di specie, si sarebbe arrivati solo ed esclusivamente all’estinzione, se questi cambiamenti sono repentini, poi, l’esinzione è di massa!
Ne contiamo ben 5, ma suddividiamo le ere geologiche a causa di una profonda mutazione climatica e faunistica nelle stratificazioni.
Il meccanismo di speciazione è estremamente complesso, per questo ci sono evoluzioni di classe a(darwinismo classico)e classe b, più veloce ed apparentemente incomprensibile, mai senito parlare di collo di bottiglia?
una piccola popolazione di una determinata specie, se isolata è costretta a generare mutanti, finchè non si arriverà ad una nuova specie, ciò è stato visto, dimostrato ed è tutt'ora tangibile.
PANSPERMIA
La questione riguardante la panspermia è abbastanza seria, può essere un'ipotesi, noi sappiamo o supponiamo dai fossili che la vita sia comparsa intorno al miliardo e mezzo di anni, lo sappiamo grazie ai red beds, cosa sono? sono letti di ossido di ferro, ovviamente comparsi grazie alla liberazione dell'ossigeno da parte di cellule che praticavano la fotosintesi e che separavano carbonio da ossigeno.
Ci tengo a precisare che dagli esperimenti non è scaturito che il dna è stato creato dal "brodo primordiale" bensì si è visto, riprducendo le condizioni più simili possibile, che quello che era osservabile era una serie di amminoacidi, le basi per creare poi le proteine, da una catena proteica, poi si può benissimo essere sviluppata una membrana cellulare, solo in seguito è nato il dna o la sua forma primordiale, forse con solo 2 basi azotate, oppure con 8 , 6, o direttamente 4... non si può scoprire dai fossili, purtroppo.
sta di fatto che sono tutti elementi già presenti in natura che devono essere combinati, e di tempo ne hanno avuto.
Che poi questo sia avvenuto sulla terra o su un'altro pianeta e la vita unicellulare sia arrvata così fino alla terra è un'altro discorso... ovvero proprio la panspermia.
DIO?
Se si parte dal presupposto dell’esistenza di un dio, dovuto al perpetuarsi dell’ideologia religiosa di una cultura, non si arriverà mai ad una spiegazione obiettiva, perché si cercherà sempre di dimostrare qualcosa in base all’esistenza “innegabile” di quel dio stesso, così è stato in passato e così continua ad avvenire tutt’oggi, avere fede significa, credere e basta, senza porsi domande, “è così e ci devo credere!”. la fede tende, mediante il suo deus ex machina a risolverci tutti i nostri problemi, questo a causa di una scarsa conoscenza di base, tipica del passato. In maniera totalmente differente agisce e deve agire la scienza, che, non deve fornire certezze, ma domande.
Porsi un quesito in termini scientifici, invece, significa seguire una serie di ragionamenti logici e rivedere tutte quelle convinzioni relegate ad un passato di conoscenze di base molto scarne per confutarle e tentare di capire ciò che ci circonda.
INTELLIGENT DESIGN, disegno intelligente... sì ma scarsamente!
Recentemente è arrivato dall’america un nuovo tentativo volto a screditare l’evoluzionismo: l’intelligent design. C’è chi vede nell’evoluzione un attacco alla cultura umana, ed alla sua dignità, al suo mondo di valori, e soprattutto alle religioni, è per queste ragioni che alcuni scienziati o presunti tali, hanno cominciato a sostenere teorie atte a dimostrare “l’errore di Darwin”. Ritengo il problema abbastanza serio, durante lo scorso agosto ho passato un’intera nottata sintonizzato sulla CNN seguendo un dibattito che mi ha davvero scosso, non certo per le teorie per nulla dimostrabili presentate come dati di fatto da sedicenti studiosi e da uomini di chiesa, ma per il frastuono che è nato attorno a ciò. L’intelligent design (ovviamente appoggiato dal presidente Bush) sostiene la creazione ad opera di un programmatore ignoto basandosi sia su una lettura più ortodossa dei testi sacri, sia sulla non matematicità delle logiche dell’evoluzione, a differenza della fisica e della chimica. L’evoluzione, non è una semplice teoria, bensì un dato di fatto, non è una convenzione, ma qualcosa di ampiamente dimostrabile, basta osservare la natura. L’istologia, la biologia evolutiva, la paleontologia, la biologia cellulare, l’embriologia ci dimostrano ciò, quello che ipotizziamo e come ciò avvenga. Qui subentra il buon vecchio Charles che a metà ‘800 pubblica the “origin of the species” sommando mutazioni casuali del patrimonio genetico alla selezione naturale, niente di più logico… mi spiego meglio: il dna o acido desossiribonucleico è composto da 4 basi azotate che si accoppiano 2 a 2 in maniere ben definite, (Watson & Crick), queste sequenze poste su due emieliche complementari formano un nucleotide, più nucleotidi formano una informazione, un gene, (Mendel). Ogni organismo ha un suo codice genetico, una sorta di progetto di costruzione dell’organismo stesso, talvolta, causa duplicazione errata o patologie, avvengono nei geni delle mutazioni, degli errori di copiatura, accentuati dal fattore riproduttivo sessuato che mescola metà dei geni dell’organismo padre con quelli della madre, qualora non avvenga una riproduzione asessuata o partenogenesi. Cosa accade? Talvolta l’organismo potrà avere dei seri problemi a causa di questa sua diversità fisica dovuta alla mutazione, altre volte, un corpo più lungo, grande o anche più piccolo o una vista differente e così via, saranno favorevoli alla sua esistenza, fornendo un vantaggio enorme per la sua sopravvivenza rispetto a delle condizioni che, altrimenti, risulterebbero proibitive per i suoi simili. Questo si tradurrà in una maggiore “fitness”ovvero potenzialità riproduttiva e alla diffusione del gene mutato che da regressivo avrà la possibilità di diventare dominante ed in seguito tipico del genoma di quell’organismo.Ripetete questo fattore per milioni e milioni di anni, immaginate i mutamenti climatici che sono avvenuti in tutta la storia del nostro pianeta ed alla relativa selezione naturale, pensate a quanti tentativi non si sono rivelati vincenti e a quanti altri, invece, è andata “di lusso” per via di un adattamento evolutivo, ed avrete un quadro abbastanza completo dell’evoluzione con la spiegazione di una buona parte delle forme di vita che ci circondano. Perché buona parte, perché in altri casi il meccanismo è leggermente se non totalmente più complesso, si parla di evoluzioni di classe B o C, in cui le condizioni ambientali sono nettamente differenti e spingono ad evoluzioni più repentine ed estreme, alcune di esse ancora in fase di studio. Tornando al creazionismo i due fautori dell’intelligent design sono: Michael Behe, biochimico della Lehigh University, che sostiene la irriducibile complessità delle strutture cellulari, ovvero la perdita di funzionalità qualora si rimuovesse un elemento, anche il più insignificante. Il tutto si tradurrebbe in una complessità troppo elaborata per essere opera della semplice evoluzione, ma le argomentazioni di Behe sono entrate immediatamente in crisi, chi ci dice che tutte le strutture cellulari oggi vitali agli inizi non fossero solo accessorie?o addirittura che avessero tutt’altra funzione, prima di divenire quello che sono oggi? Abbiamo prove su prove di questi meccanismi, basti pensare all’origine dei mitocondri. Il secondo neocreazionista è William A. Dembski, Matematico e filosofo, ma soprattutto teologo, egli sostiene che un oggetto complesso deve essere il risultato dell’intelligenza, se non prodotto dal caso, quindi l’estrema complessità specifica non può essere prodotta dal caso. Le tesi di Dembski sono subito state accolte a mani aperte dai ceazionisti, ma si sono rivelate totalmente fuori luogo perché gli organismi non combaciano con nessun disegno prestabilito, ma se una determinata struttura fisica come un arto o un occhio possono aumentare la possibilità di avere discendenti e perpetuare la vita, allora l’evoluzione porterà a queste strutture complesse… se si prende in esame la coevoluzione, ovvero l’evoluzione di una o più specie in funzione di altre ci si rende conto di quanto sia errata la visione di dembski.
Tutto ciò ha portato Behe e Dembski a ritrattare e a fare un netto passo indietro, proprio perché non hanno spiegato nulla, anzi… nonostante tutto ciò negli stati uniti l’I.D. dilaga e se ne prevede l’arrivo anche qui in Italia che non molto tempo fa ha cercato di abolire l’insegnamento delle teorie Darwiniste nelle scuole.
I sostenitori del creazionismo spesso sono restii a manifestare le loro differenze di opinione, ingigantendo quelle che avvengono tra i biologi evoluzionisti, quindi è difficile vedere l’I.D. come un movimento coerente, più che altro come una semplice e grossa polemica. Quello che allarma i biologi è l’arrivo di questa spazzatura scientifica, non l’attacco al loro materialismo ateistico, sta di fatto che più dell’80% della popolazione americana crede nella creazione dell’uomo da parte di Dio e quando mesi fa una serie di sostenitori del disegno intelligente si sono presentati al consiglio scolastico dello stato del Kansas c’è stato da chiedersi se c’entrasse qualcosa la coerenza scientifica o solamente la semplice fede che è stata la fautrice di tutto questo movimento.
Come si vede per l’intelligent design questo atteggiamento contrario all’evoluzione sembra procedere senza disporre di un disegno intelligente.
E con questo al momento chiudo perchè mi sono dilungato abbastanza...
alla prossima, Nicola
Sull'evento della creazione si basa un corollario di culti ovviamente originatisi da quello ebraico, citato nel genesi e poi raccolto nella bibbia, il fatto è che nessuno con almeno un pò di sale in zucca prenderebbe per scientifico ciò che è riportato in un libro scritto male, pieno di errori, anche grammaticali, sintattici e soprattutto contraddizioni.
Eccetto la chiesa che si eleva (su qeste basi)ad unico ed ultimo eco della ragione, a dir loro, contro un mondo che non la vuole usare più, la ripudia ed abusa della scienza come il peggior male possibile, oltre al materialismo che la pervade.
Ora, da ateo militante ammetto di provare un certo risentimento verso una chiusura mentale di tale livello ma preferisco trattenermi, il cristianesimo non è stato assolutamente il motore della ragione e della filosofia del mondo, solo un freno che ne ha blccato lo sviluppo civile e morale(per dirla alla Oddifreddi).
Per queste ragioni convengo con chi sostiene l'anticlericalismo perchè è l'unica difesa nei confronti della laicità di uno stato, non un attacco ad una chiesa che per quanto mi riguarda ha fatto il suo tempo.
C'è chi sostiene che si cerchi ad ogni costo di promuovere il nuovo culto laico, l'ateismo... il materialismo, ebbene queste simpatiche "immense menti ristrette" non hanno capito assolutamente nulla, l'essere atei si basa semplicemente su una questione fondamentale, il buon senso.
Poichè quest'ultimo è l'unico che ci costringe a cercare risposte ponendoci domande, al contrario di quello che la stessa chiesa professa, avere una risposta per ogni domanda mai posta!
E veniamo alla parte tecnica:
in ambito creazionistico si critica l'evoluzione in quanto semplice teoria, bè l'evoluzione non è una semplice teoria, ma un fatto e siamo di fronte a due cose ben diverse...
l'evoluzione è un dato di fatto, ormai l'uso smodato della parola teoria è stato più che chiarito, dato he è un tema ricorrente da parte creazionista, in ambito scientifico, teoria e fatto sono due cose ben distinte, i fatti sono dati del mondo ed in quanto tali non si dissolvono quando gli scienziati dibattono le teorie, strutture concettuali atte a spiegarli.
e questa è una precisazione fondamentale da fare, come ho già detto, l'evoluzione è un fatto, come l'evoluzione avviene, invece, è una teoria.
In primis c'è quella di Sir Charles Robert Darwin espressa in The origin of the species by means of natural selection,un testo di tutto rispetto, ma pur sempre pubblicato nel 1859... non so se mi spiego.
Ad oggi la teoria evoluzionistica non è stata semplicemente rivisitata, ma si è arricchita di talmente tanti ambiti di studio che vanno oltre la semplice zoologia,o la paleontologia(che Darwin non prese nemmeno troppo in considerazione basandosi solo su forme a lui contemporanee), oggi ci si avvale di biologia evoutiva, istologia, embriologia ed anatomia comparate, ecologia, eccetera.
badate bene che tutti i fattori ambientali, geografici, comportamentali, climatici sono il frutto di selezione dei geni che poi verranno trasmessi ad una generazione successiva, e questi in seguito subiranno un'ulteriore selezione, stiamo parlando di tempi geologici, non di 3 o 4 generazioni, quindi ragioniamo nell'ordine di 2-3 milioni di anni alla volta!
I FOSSILI
Non sempre i fossili si conservano... che novita, eh?
e invece i fossili stessi sono un'eccezione alla regola! in ambiente marino più precisamente bentonico, la sedimentazione di fossili e la loro conservazione è davvero buona, non impeccabile, ma ci consente di avere rocce sedimentarie calcaree costituite da fossili come coralli, ammoniti, brachiopodi... e chi ne ha più ne metta, al contrario però l'ambiente continentale è ostile alla conservazione di ossa formate da carbonato di calcio! il calore del sole le distrugge, l'acqua le gonfia e le deforma, l'umidità ed il calore favoriscoo il deterioamento mediante processi chimici, le pressioni geologiche, anche apparentemente lievi, in realtà enormi per materiali fragilissimi come i fossili le distruggono.
Ed infine l'ossigeno, il peggior nemico della conservazione di tutte le molecole organiche, non è un caso che si mettano i cibi stotovuoto!
Insomma quel che ci arriva è l'1%, forse anche meno di quello che ci potrebbe arrivare e talvolta conosciamo una specie da un solo reperto o addirittura da pochi frammenti riconducibili a questo.
Ma secondo i creazionisti dovremmo, se l'evoluzione fosse una realtà, essere ripoperti dalla quantità abnorme di fossili... insomma non se ne esce da questa quantità abnorme di stupidaggini atta a screditare ciò che si è capito con la ricerca.
Non sapremo MAI nulla di una infinità di specie proprio perchè le loro condizioni di morte non ci hanno fornito alcun fossile...
più si va indietro nel tempo più questo fattore aumenta vertiginosamente, la geologia è poco clemente verso i reperti, frammentandoli e talvolta distruggendoli...
però, osservando l'attuale varietà delle forme di vita è ovvio concludere che la situazione fosse altrettanto varia in passato.
L'EVO-DEVO (evolutionary developing biology, biologia dello sviluppo evolutivo)
innanzitutto questa disciplina biologica afferma che
-i geni che controllano lo sviluppo embrionale hanno un ruolo chiave nell'evoluzione
-le mutazioni di tali geni(come ho già scritto)possono rapidamente generare novità fenotipiche
-tra queste novità fenotipiche alcune hanno la possibilità di adattamento evolutivo(le altre sono falciate dalla selezione naturale)
il problema è che si perde di vista l'evoluzione come fattore comune con cause esterne al fenotipo concentrandosi solo sul genotipo(fenotipo-espressione dei geni, genotipo-codice genetico dell'individuo)
ovvero le forze che producono variazioni nel codice genetico dell'individuo, dato che un codice genetico è ridondante(turnover genomico)n composizione ed organizzazione, questo a causa di movimenti di frammenti di dna in altre aree del filamento, così avendo trasposizione, conversione genica, crossingover ed infine, in qualche modo il convertire in mutazione, ovvero di rispondere a stimoli ambientali, il genoma.
(è in atto uno studio che cerca di dimostrare se e come l'ambiente esterno è in grado di pilotare in qualche modo le mutazioni)
Da questa branca della biologia è emerso un dato fondamentale, ovvero che tutti gli organismi conservano a livello evolutivo i geni che determinano le strutture e le proprietà funzionali ritenute evolutivamente indipendenti, mi spiego meglio con degli esempi quali la segmentazione di artropodi che si ritrova in qualche modo anche nei cordati (codice Hox), o la formazione di arti ed appendici come in vertebrati ed artropodi.
Osserviamo quindi che vi è un alto grado di conservazione di porzioni di genoma e quindi che le risposte evolutive sono da cercare nei meccanismi che regolano l’espressione dei geni e non solo la composizione genica .
Quel che deve far riflettere quindi è la somiglianza di intere famiglie geniche e l’espressione di esse in determinati momenti dell’accrescimento in stadio embrionale o adulto, cioè la gran parte della vita animale impiega la stessa serie basica di geni per produrre organismi molto differenti
Tra loro! E scusate se è poco…
Bene, detto questo analizziamo il resto del genoma, ovvero quello che fino a poco fa era chiamato dna spazzatura…Nel genoma umano, visto che la cosa ci interessa, circa l’1,5% è DNA genico, il restante 98% il Dna ha scopi sconosciuti ed oggi viene definito regolativo, che ha la natura di DNA ripetitivo.
Quel che preme comprendere ora, è come si attuano i riarrangiamenti nel corso dell’evoluzione, forse mediante un meccanismo di equilibri punteggiali come ha suggerito Stephen J. Gould?
O forse in una maniera del tutto graduale, personalmente credo che l’evoluzione contempli entrambe le ipotesi, dato il mutare continuo dell’habitat in cui certe forme i trovano a vivere.
E’ probabile che questo DNA ripetitivo abbia lo scopo di pezzo di ricambio nel caso in cui si debba modificare un gene per un determinato fenotipo adatto ad un ambiente preciso, le sequenze di DNA ripetitivo potranno sicuramente spiegarci come si collegano gli elementi intranucleari ed extranucleari nella cellula.
Ora parliamo di ecologia e di paleoecologia, innanzitutto ogni organismo occupa una nicchia ecologica precisa, ovvero ha un preciso modo di vita nel nutrirsi e riprodursi, difficilmente due specie occupano una precisa nicchia ecologica, a meno che il nutrimento non sia così abbondante da sostenere entrambe le popolazioni, ma si sa che condizioni altamente favorevoli comportano anche un maggiore accrescimento di popolazione, su entrambi i fronti, sfociando rapidamente in una situazione di carenza di nutrimento per tutti… A quel punto ci sarà una competizione interspecifica che tenderà a selezionare la specie più adatta condannando ad un bivio quella perdente: estinzione o evoluzione quale movimento verso una nuova nicchia ecologica libera.
Lo stesso discorso è rapportabile se la carenza di nutrimento non è in grado di sostentare un’ unica popolazione specifica, portando dunque in competizione interspecifica che avrà un significato di selezione dei geni degli organismi più forti e più adatti, i quali verranno espressi a seconda dell’apporto generazionale di un individuo(fitness) ai suoi discendenti.
Ora analizziamo le nicchie ecologiche, sappiamo che queste sono fortemente dinamiche e non statiche, perché? Per una ragione semplicissima, la terra stessa è un sistema dinamico, cambia la geologia e la geografia di un territorio, ne muta il clima e quindi seleziona o sposta specie e quindi se non ci fosse stata evoluzione, in caso di alta specializzazione di specie, si sarebbe arrivati solo ed esclusivamente all’estinzione, se questi cambiamenti sono repentini, poi, l’esinzione è di massa!
Ne contiamo ben 5, ma suddividiamo le ere geologiche a causa di una profonda mutazione climatica e faunistica nelle stratificazioni.
Il meccanismo di speciazione è estremamente complesso, per questo ci sono evoluzioni di classe a(darwinismo classico)e classe b, più veloce ed apparentemente incomprensibile, mai senito parlare di collo di bottiglia?
una piccola popolazione di una determinata specie, se isolata è costretta a generare mutanti, finchè non si arriverà ad una nuova specie, ciò è stato visto, dimostrato ed è tutt'ora tangibile.
PANSPERMIA
La questione riguardante la panspermia è abbastanza seria, può essere un'ipotesi, noi sappiamo o supponiamo dai fossili che la vita sia comparsa intorno al miliardo e mezzo di anni, lo sappiamo grazie ai red beds, cosa sono? sono letti di ossido di ferro, ovviamente comparsi grazie alla liberazione dell'ossigeno da parte di cellule che praticavano la fotosintesi e che separavano carbonio da ossigeno.
Ci tengo a precisare che dagli esperimenti non è scaturito che il dna è stato creato dal "brodo primordiale" bensì si è visto, riprducendo le condizioni più simili possibile, che quello che era osservabile era una serie di amminoacidi, le basi per creare poi le proteine, da una catena proteica, poi si può benissimo essere sviluppata una membrana cellulare, solo in seguito è nato il dna o la sua forma primordiale, forse con solo 2 basi azotate, oppure con 8 , 6, o direttamente 4... non si può scoprire dai fossili, purtroppo.
sta di fatto che sono tutti elementi già presenti in natura che devono essere combinati, e di tempo ne hanno avuto.
Che poi questo sia avvenuto sulla terra o su un'altro pianeta e la vita unicellulare sia arrvata così fino alla terra è un'altro discorso... ovvero proprio la panspermia.
DIO?
Se si parte dal presupposto dell’esistenza di un dio, dovuto al perpetuarsi dell’ideologia religiosa di una cultura, non si arriverà mai ad una spiegazione obiettiva, perché si cercherà sempre di dimostrare qualcosa in base all’esistenza “innegabile” di quel dio stesso, così è stato in passato e così continua ad avvenire tutt’oggi, avere fede significa, credere e basta, senza porsi domande, “è così e ci devo credere!”. la fede tende, mediante il suo deus ex machina a risolverci tutti i nostri problemi, questo a causa di una scarsa conoscenza di base, tipica del passato. In maniera totalmente differente agisce e deve agire la scienza, che, non deve fornire certezze, ma domande.
Porsi un quesito in termini scientifici, invece, significa seguire una serie di ragionamenti logici e rivedere tutte quelle convinzioni relegate ad un passato di conoscenze di base molto scarne per confutarle e tentare di capire ciò che ci circonda.
INTELLIGENT DESIGN, disegno intelligente... sì ma scarsamente!
Recentemente è arrivato dall’america un nuovo tentativo volto a screditare l’evoluzionismo: l’intelligent design. C’è chi vede nell’evoluzione un attacco alla cultura umana, ed alla sua dignità, al suo mondo di valori, e soprattutto alle religioni, è per queste ragioni che alcuni scienziati o presunti tali, hanno cominciato a sostenere teorie atte a dimostrare “l’errore di Darwin”. Ritengo il problema abbastanza serio, durante lo scorso agosto ho passato un’intera nottata sintonizzato sulla CNN seguendo un dibattito che mi ha davvero scosso, non certo per le teorie per nulla dimostrabili presentate come dati di fatto da sedicenti studiosi e da uomini di chiesa, ma per il frastuono che è nato attorno a ciò. L’intelligent design (ovviamente appoggiato dal presidente Bush) sostiene la creazione ad opera di un programmatore ignoto basandosi sia su una lettura più ortodossa dei testi sacri, sia sulla non matematicità delle logiche dell’evoluzione, a differenza della fisica e della chimica. L’evoluzione, non è una semplice teoria, bensì un dato di fatto, non è una convenzione, ma qualcosa di ampiamente dimostrabile, basta osservare la natura. L’istologia, la biologia evolutiva, la paleontologia, la biologia cellulare, l’embriologia ci dimostrano ciò, quello che ipotizziamo e come ciò avvenga. Qui subentra il buon vecchio Charles che a metà ‘800 pubblica the “origin of the species” sommando mutazioni casuali del patrimonio genetico alla selezione naturale, niente di più logico… mi spiego meglio: il dna o acido desossiribonucleico è composto da 4 basi azotate che si accoppiano 2 a 2 in maniere ben definite, (Watson & Crick), queste sequenze poste su due emieliche complementari formano un nucleotide, più nucleotidi formano una informazione, un gene, (Mendel). Ogni organismo ha un suo codice genetico, una sorta di progetto di costruzione dell’organismo stesso, talvolta, causa duplicazione errata o patologie, avvengono nei geni delle mutazioni, degli errori di copiatura, accentuati dal fattore riproduttivo sessuato che mescola metà dei geni dell’organismo padre con quelli della madre, qualora non avvenga una riproduzione asessuata o partenogenesi. Cosa accade? Talvolta l’organismo potrà avere dei seri problemi a causa di questa sua diversità fisica dovuta alla mutazione, altre volte, un corpo più lungo, grande o anche più piccolo o una vista differente e così via, saranno favorevoli alla sua esistenza, fornendo un vantaggio enorme per la sua sopravvivenza rispetto a delle condizioni che, altrimenti, risulterebbero proibitive per i suoi simili. Questo si tradurrà in una maggiore “fitness”ovvero potenzialità riproduttiva e alla diffusione del gene mutato che da regressivo avrà la possibilità di diventare dominante ed in seguito tipico del genoma di quell’organismo.Ripetete questo fattore per milioni e milioni di anni, immaginate i mutamenti climatici che sono avvenuti in tutta la storia del nostro pianeta ed alla relativa selezione naturale, pensate a quanti tentativi non si sono rivelati vincenti e a quanti altri, invece, è andata “di lusso” per via di un adattamento evolutivo, ed avrete un quadro abbastanza completo dell’evoluzione con la spiegazione di una buona parte delle forme di vita che ci circondano. Perché buona parte, perché in altri casi il meccanismo è leggermente se non totalmente più complesso, si parla di evoluzioni di classe B o C, in cui le condizioni ambientali sono nettamente differenti e spingono ad evoluzioni più repentine ed estreme, alcune di esse ancora in fase di studio. Tornando al creazionismo i due fautori dell’intelligent design sono: Michael Behe, biochimico della Lehigh University, che sostiene la irriducibile complessità delle strutture cellulari, ovvero la perdita di funzionalità qualora si rimuovesse un elemento, anche il più insignificante. Il tutto si tradurrebbe in una complessità troppo elaborata per essere opera della semplice evoluzione, ma le argomentazioni di Behe sono entrate immediatamente in crisi, chi ci dice che tutte le strutture cellulari oggi vitali agli inizi non fossero solo accessorie?o addirittura che avessero tutt’altra funzione, prima di divenire quello che sono oggi? Abbiamo prove su prove di questi meccanismi, basti pensare all’origine dei mitocondri. Il secondo neocreazionista è William A. Dembski, Matematico e filosofo, ma soprattutto teologo, egli sostiene che un oggetto complesso deve essere il risultato dell’intelligenza, se non prodotto dal caso, quindi l’estrema complessità specifica non può essere prodotta dal caso. Le tesi di Dembski sono subito state accolte a mani aperte dai ceazionisti, ma si sono rivelate totalmente fuori luogo perché gli organismi non combaciano con nessun disegno prestabilito, ma se una determinata struttura fisica come un arto o un occhio possono aumentare la possibilità di avere discendenti e perpetuare la vita, allora l’evoluzione porterà a queste strutture complesse… se si prende in esame la coevoluzione, ovvero l’evoluzione di una o più specie in funzione di altre ci si rende conto di quanto sia errata la visione di dembski.
Tutto ciò ha portato Behe e Dembski a ritrattare e a fare un netto passo indietro, proprio perché non hanno spiegato nulla, anzi… nonostante tutto ciò negli stati uniti l’I.D. dilaga e se ne prevede l’arrivo anche qui in Italia che non molto tempo fa ha cercato di abolire l’insegnamento delle teorie Darwiniste nelle scuole.
I sostenitori del creazionismo spesso sono restii a manifestare le loro differenze di opinione, ingigantendo quelle che avvengono tra i biologi evoluzionisti, quindi è difficile vedere l’I.D. come un movimento coerente, più che altro come una semplice e grossa polemica. Quello che allarma i biologi è l’arrivo di questa spazzatura scientifica, non l’attacco al loro materialismo ateistico, sta di fatto che più dell’80% della popolazione americana crede nella creazione dell’uomo da parte di Dio e quando mesi fa una serie di sostenitori del disegno intelligente si sono presentati al consiglio scolastico dello stato del Kansas c’è stato da chiedersi se c’entrasse qualcosa la coerenza scientifica o solamente la semplice fede che è stata la fautrice di tutto questo movimento.
Come si vede per l’intelligent design questo atteggiamento contrario all’evoluzione sembra procedere senza disporre di un disegno intelligente.
E con questo al momento chiudo perchè mi sono dilungato abbastanza...
alla prossima, Nicola
lunedì 14 maggio 2007
Al Cittadino non far Sapere
di Marco Travaglio
riporto un articolo di uno dei pochi giornalisti italiani che stimo, l'italia sarebbe diversa se ce ne fossero di più come lui.
Nn commenterò questo articolo, perchè credo parli da sè e soprattutto perchè non ho nulla da dire, oltre a confermare di essere sbigottito, leggete e piangete.
Cari lettori, quando il Parlamento approva una legge all’unanimità, di solito bisogna preoccuparsi. Indulto docet. Questa volta è anche peggio. L’altroieri, in poche ore, con i voti della destra, del centro e della sinistra (447 sì e 7 astenuti, tra cui Giulietti, Carra, De Zulueta, Zaccaria e Caldarola), la Camera ha dato il via libera alla legge Mastella che di fatto cancella la cronaca giudiziaria. Nessuno si lasci ingannare dall’uso furbetto delle parole: non è una legge “in difesa della privacy” (che esiste da 15 anni) nè contro “la gogna delle intercettazioni”. Questa è una legge che, se passerà pure al Senato, impedirà ai giornalisti di raccontare - e ai cittadini di conoscere - le indagini della magistratura e in certi casi persino i processi di primo e secondo grado. Non è una legge contro i giornalisti. È una legge contro i cittadini ansiosi di essere informati sugli scandali del potere, ma anche sul vicino di casa sospettato di pedofilia. Vediamo perché.
Oggi gli atti d’indagine sono coperti dal segreto investigativo finché diventano “conoscibili dall’indagato”.
Da allora non sono più segreti e se ne può parlare. Per chi li pubblica integralmente, c’è un blando divieto di pubblicazione, la cui violazione è sanzionata con una multa da 51 a 258 euro, talmente lieve da essere sopportabile quando le carte investono il diritto-dovere di cronaca. Dunque i verbali d’interrogatorio, le ordinanze di custodia, i verbali di perquisizione e sequestro, che per definizione vengono consegnati all’indagato e al difensore, non sono segreti e si possono raccontare e, di fatto, citare testualmente (alla peggio si paga la mini-multa). È per questo che, ai tempi di Mani Pulite, gli italiani han potuto sapere in tempo reale i nomi dei politici e degli imprenditori indagati, e di cosa erano accusati. È per questo che, di recente, abbiamo potuto conoscere subito molti particolari di Bancopoli, Furbettopoli, Calciopoli, Vallettopoli, dei crac Cirio e Parmalat, degli spionaggi di Telecom e Sismi.
Fosse stata già in vigore la legge Mastella, Fazio sarebbe ancora al suo posto, Moggi seguiterebbe a truccare i campionati, Fiorani a derubare i correntisti Bpl, Gnutti e Consorte ad accumulare fortune in barba alle regole, Pollari e Pompa a spiare a destra e manca. Per la semplice ragione che, al momento, costoro non sono stati arrestati né processati: dunque non sapremmo ancora nulla delle accuse a loro carico. Lo stesso vale per i sospetti serial killer e pedofili, che potrebbero agire indisturbati senza che i vicini di casa sappiano di cosa sono sospettati.
La nuova legge,infatti,da un lato aggrava a dismisura le sanzioni per chi infrange il divieto di pubblicazione: arresto fino a 30 giorni o, in alternativa, ammenda da 10 mila a 100 mila euro (cifre che nessun cronista è disposto a pagare pur di dare una notizia). Dall’altro allarga à gogò il novero degli atti non più pubblicabili. Anzitutto “è vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pm o delle investigazioni difensive, anche se non più coperti da segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. La notizia è vera e non é segreta, ma è vietato pubblicarla: i giornalisti la sapranno, ma non potranno più raccontarla. A meno che non vogliano rovinarsi, sborsando decine di migliaia di euro.
È pure vietato pubblicare, anche solo nel contenuto, “la documentazione e gli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati sul traffico telefonico e telematico, anche se non più coperti da segreto”. Le intercettazioni che hanno il pregio di fotografare in diretta un comportamento illecito, o comunque immorale, o deontologicamente grave sono sempre top secret.
Bontà loro, gli unanimi legislatori consentiranno ancora ai giornalisti di raccontare che Tizio è stato arrestato (anche per evitare strani fenomeni di desaparecidos, come nel vecchio Sudamerica o nella Russia e nell’Iraq di oggi). Si potranno ancora riferire, ma solo nel contenuto e non nel testo, le misure cautelari, eccetto “le parti che riproducono il contenuto di intercettazioni”. Troppo chiare per farle sapere alla gente.
E i dibattimenti? Almeno quelli sono pubblici, ma fino a un certo punto: “non possono essere pubblicati gli atti del fascicolo del pm, se non dopo la pronuncia della sentenza d’appello”. Le accuse raccolte (esempio, nei processi Tanzi, Wanna Marchi, Cuffaro, Cogne, Berlusconi etc.) si potranno conoscere dopo una decina d’anni da quando sono state raccolte: alla fine dell’appello. Non è meraviglioso?
L’ultima parte della legge è una minaccia ai magistrati che indagano e intercettano ”troppo”, come se l’obbligatorietà dell’ azione penale fosse compatibile con criteri quantitativi o di convenienza economica: le spese delle Procure per intercettazioni (che peraltro vengono poi pagate dagli imputati condannati, ma questo nessuno lo ricorda mai) saranno vagliate dalla Corte dei Conti per eventuali responsabilità contabili. Così, per non rischiare di risponderne di tasca propria, nessun pm si spingerà troppo in là, soprattutto per gli indagati eccellenti.
A parte «Il Giornale», nessun quotidiano ha finora compreso la gravità del provvedimento. L’Ordine dei giornalisti continua a concentrarsi su un falso problema: quello del “carcere per i giornalisti”, che è un’ipotesi puramente teorica, in un paese in cui bisogna totalizzare più di 3 anni di reclusione per rischiare di finire dentro. Qui la questione non è il carcere: sono le multe. Molto meglio una o più condanne (perlopiù virtuali) a qualche mese di galera, che una multa che nessun giornalista sarà mai disposto a pagare. Se esistessero editori seri, sarebbero in prima fila contro la legge Mastella. A costo di lanciare un referendum abrogativo. Invece se ne infischiano: meno notizie “scomode” portano i cronisti, meno grane e cause giudiziarie avrà l’azienda. Mastella, comprensibilmente, esulta: «Un grande ed esaltante momento della nostra attività parlamentare». Pecorella pure: «Una buona riforma, varata col contributo fondamentale dell’opposizione». Vivi applausi da tutto l’emiciclo, che è riuscito finalmente là dove persino Berlusconi aveva fallito: imbavagliare i cronisti. Ma a stupire non è la cosiddetta Casa delle Libertà, che facendo onore alla sua ragione sociale ha tentato fino all’ultimo di aumentare le pene detentive e le multe (fino al 500 mila euro!) per i giornalisti. È l’Unione, che nell’elefantiaco programma elettorale aveva promesso di allargare la libertà di stampa. Invece l’ha allegramente limitata con la gentile collaborazione del centrodestra. Ma chi sostiene che nell’ultimo anno non è cambiato nulla, ha torto marcio. Quando le leggi-vergogna le faceva Berlusconi, l’opposizione strillava e votava contro. Ora che le fa l’Unione, l’ opposizione non strilla, anzi le vota. In vista del passaggio al Senato, cari lettori, facciamoci sentire almeno noi, giornalisti e cittadini.
L'UNITA' 19 aprile 2007 Uliwood Party
riporto un articolo di uno dei pochi giornalisti italiani che stimo, l'italia sarebbe diversa se ce ne fossero di più come lui.
Nn commenterò questo articolo, perchè credo parli da sè e soprattutto perchè non ho nulla da dire, oltre a confermare di essere sbigottito, leggete e piangete.
Cari lettori, quando il Parlamento approva una legge all’unanimità, di solito bisogna preoccuparsi. Indulto docet. Questa volta è anche peggio. L’altroieri, in poche ore, con i voti della destra, del centro e della sinistra (447 sì e 7 astenuti, tra cui Giulietti, Carra, De Zulueta, Zaccaria e Caldarola), la Camera ha dato il via libera alla legge Mastella che di fatto cancella la cronaca giudiziaria. Nessuno si lasci ingannare dall’uso furbetto delle parole: non è una legge “in difesa della privacy” (che esiste da 15 anni) nè contro “la gogna delle intercettazioni”. Questa è una legge che, se passerà pure al Senato, impedirà ai giornalisti di raccontare - e ai cittadini di conoscere - le indagini della magistratura e in certi casi persino i processi di primo e secondo grado. Non è una legge contro i giornalisti. È una legge contro i cittadini ansiosi di essere informati sugli scandali del potere, ma anche sul vicino di casa sospettato di pedofilia. Vediamo perché.
Oggi gli atti d’indagine sono coperti dal segreto investigativo finché diventano “conoscibili dall’indagato”.
Da allora non sono più segreti e se ne può parlare. Per chi li pubblica integralmente, c’è un blando divieto di pubblicazione, la cui violazione è sanzionata con una multa da 51 a 258 euro, talmente lieve da essere sopportabile quando le carte investono il diritto-dovere di cronaca. Dunque i verbali d’interrogatorio, le ordinanze di custodia, i verbali di perquisizione e sequestro, che per definizione vengono consegnati all’indagato e al difensore, non sono segreti e si possono raccontare e, di fatto, citare testualmente (alla peggio si paga la mini-multa). È per questo che, ai tempi di Mani Pulite, gli italiani han potuto sapere in tempo reale i nomi dei politici e degli imprenditori indagati, e di cosa erano accusati. È per questo che, di recente, abbiamo potuto conoscere subito molti particolari di Bancopoli, Furbettopoli, Calciopoli, Vallettopoli, dei crac Cirio e Parmalat, degli spionaggi di Telecom e Sismi.
Fosse stata già in vigore la legge Mastella, Fazio sarebbe ancora al suo posto, Moggi seguiterebbe a truccare i campionati, Fiorani a derubare i correntisti Bpl, Gnutti e Consorte ad accumulare fortune in barba alle regole, Pollari e Pompa a spiare a destra e manca. Per la semplice ragione che, al momento, costoro non sono stati arrestati né processati: dunque non sapremmo ancora nulla delle accuse a loro carico. Lo stesso vale per i sospetti serial killer e pedofili, che potrebbero agire indisturbati senza che i vicini di casa sappiano di cosa sono sospettati.
La nuova legge,infatti,da un lato aggrava a dismisura le sanzioni per chi infrange il divieto di pubblicazione: arresto fino a 30 giorni o, in alternativa, ammenda da 10 mila a 100 mila euro (cifre che nessun cronista è disposto a pagare pur di dare una notizia). Dall’altro allarga à gogò il novero degli atti non più pubblicabili. Anzitutto “è vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pm o delle investigazioni difensive, anche se non più coperti da segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. La notizia è vera e non é segreta, ma è vietato pubblicarla: i giornalisti la sapranno, ma non potranno più raccontarla. A meno che non vogliano rovinarsi, sborsando decine di migliaia di euro.
È pure vietato pubblicare, anche solo nel contenuto, “la documentazione e gli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati sul traffico telefonico e telematico, anche se non più coperti da segreto”. Le intercettazioni che hanno il pregio di fotografare in diretta un comportamento illecito, o comunque immorale, o deontologicamente grave sono sempre top secret.
Bontà loro, gli unanimi legislatori consentiranno ancora ai giornalisti di raccontare che Tizio è stato arrestato (anche per evitare strani fenomeni di desaparecidos, come nel vecchio Sudamerica o nella Russia e nell’Iraq di oggi). Si potranno ancora riferire, ma solo nel contenuto e non nel testo, le misure cautelari, eccetto “le parti che riproducono il contenuto di intercettazioni”. Troppo chiare per farle sapere alla gente.
E i dibattimenti? Almeno quelli sono pubblici, ma fino a un certo punto: “non possono essere pubblicati gli atti del fascicolo del pm, se non dopo la pronuncia della sentenza d’appello”. Le accuse raccolte (esempio, nei processi Tanzi, Wanna Marchi, Cuffaro, Cogne, Berlusconi etc.) si potranno conoscere dopo una decina d’anni da quando sono state raccolte: alla fine dell’appello. Non è meraviglioso?
L’ultima parte della legge è una minaccia ai magistrati che indagano e intercettano ”troppo”, come se l’obbligatorietà dell’ azione penale fosse compatibile con criteri quantitativi o di convenienza economica: le spese delle Procure per intercettazioni (che peraltro vengono poi pagate dagli imputati condannati, ma questo nessuno lo ricorda mai) saranno vagliate dalla Corte dei Conti per eventuali responsabilità contabili. Così, per non rischiare di risponderne di tasca propria, nessun pm si spingerà troppo in là, soprattutto per gli indagati eccellenti.
A parte «Il Giornale», nessun quotidiano ha finora compreso la gravità del provvedimento. L’Ordine dei giornalisti continua a concentrarsi su un falso problema: quello del “carcere per i giornalisti”, che è un’ipotesi puramente teorica, in un paese in cui bisogna totalizzare più di 3 anni di reclusione per rischiare di finire dentro. Qui la questione non è il carcere: sono le multe. Molto meglio una o più condanne (perlopiù virtuali) a qualche mese di galera, che una multa che nessun giornalista sarà mai disposto a pagare. Se esistessero editori seri, sarebbero in prima fila contro la legge Mastella. A costo di lanciare un referendum abrogativo. Invece se ne infischiano: meno notizie “scomode” portano i cronisti, meno grane e cause giudiziarie avrà l’azienda. Mastella, comprensibilmente, esulta: «Un grande ed esaltante momento della nostra attività parlamentare». Pecorella pure: «Una buona riforma, varata col contributo fondamentale dell’opposizione». Vivi applausi da tutto l’emiciclo, che è riuscito finalmente là dove persino Berlusconi aveva fallito: imbavagliare i cronisti. Ma a stupire non è la cosiddetta Casa delle Libertà, che facendo onore alla sua ragione sociale ha tentato fino all’ultimo di aumentare le pene detentive e le multe (fino al 500 mila euro!) per i giornalisti. È l’Unione, che nell’elefantiaco programma elettorale aveva promesso di allargare la libertà di stampa. Invece l’ha allegramente limitata con la gentile collaborazione del centrodestra. Ma chi sostiene che nell’ultimo anno non è cambiato nulla, ha torto marcio. Quando le leggi-vergogna le faceva Berlusconi, l’opposizione strillava e votava contro. Ora che le fa l’Unione, l’ opposizione non strilla, anzi le vota. In vista del passaggio al Senato, cari lettori, facciamoci sentire almeno noi, giornalisti e cittadini.
L'UNITA' 19 aprile 2007 Uliwood Party
lunedì 7 maggio 2007
Questioni ...di fede
Venerdì sera mi è capitato di guardare una puntata di confronti su rai due, gli ospiti erano
Vittorio Feltri direttore di Libero e Ferruccio DeBortoli, direttore de Il sole 24 ore, con un intervento di Vittorio Sgarbi.
Il tema della discussione?
Le parole di Andrea Rivera durante la conduzione del concerto del 1° maggio, e lì tutti a sparare a zero su una persona che grazie alla libertà di opinione si è espressa contro il Vaticano, insomma rivera non aveva diritto di replica perché non invitato in trasmissione ma erano tutti contro di lui.
Ora mi chiedo: perché? Cos’ha detto di così stupido? Analizziamo un momentole sue frasi.
Ha detto che non sopporta che la chiesa non abbia concesso i funerali religiosi a Welby ma li ha concessi a Pinochet, Franco ed anche ad un componente della banda della magliana… e quindi? Cosa c’è di così assurdo? Di così falso?
La risposa è niente! Perché sono parole perfettamente condivisibili, ed ha detto cose vere, reali, non stupidaggini frutto della sua mente, negli anni di pontificato di Benedetto 16° la chiesa s è trovata a fare moltissimi passi indietro rispetto a quelli del suo predecessore, addirittura ingaggiando vere e proprie battaglie politiche, Cos’è Welby? Un peccatore? Un assassino? È solo un uomo che nell’impossibilità di morire ha chiesto a qualcuno di farlo al posto suo, un uomo che ormai aveva perso quasi tutta la sua umanità e soprattutto la voglia di vivere…non l’avesse mai fatto, la chiesa per intero si è accanita contro di lui, cos’avrebbe dovuto fare? Aspettare un miracolo? Ovviamente è una pretesa assurda, in quel caso avrebbe potuto aspettare una cura con le cellule staminali, peccato che la chiesa non accetti queste cure, perché non accetta nemmeno la sperimentazione su cellule staminali.
A proposito di terroristi, i preti durante i giorni del referendum sulla procreazione assistita hanno chiaramente intimato ai fedeli di NON andare a votare, altrimenti sarebbero finiti all’inferno!
Premessa la libertà di opinione, ognuno fa quello che ritiene giusto, però ora non venitemi a dire che una fetta della popolazione non è stata condizionata da queste parole, perché io non ci credo assolutamente!
Inoltre Rivera ha detto: La chiesa non crede nell’evoluzione, è per questo che non si è mai evoluta.
Anche in questo caso è vero, la chiesa non accetta la teoria evoluzionistica, nonostante Giovanni Paolo II abbia affermato che l’evoluzione è talmente evidente che impossibile ignorarla, il suo successore oggi DEMONIZZA la scienza e pretende di considerare la fonte biblica come scientifica e capace di spiegare l’origine dell’uomo. Il vaticano quindi, ideologicamente è ancora com’era 2000 anni fa, non si è evoluto, non è maturato nei secoli… magari la chiesa è come era 1000 anni fa, ma il risultato non cambia sostanzialmente, è vecchia chiusa e non vuole, anzi non comprende un rinnovamento.
È per queste parole che Andrea Rivera è un “terrorista”? Per questi fatti che tutti possiamo comprendere?
No, Rivera è un terrorista per una semplice ragione, se l’è presa col vaticano e con Ratzinger, tutto qui… ha toccato gli intoccabili, quindi deve essere demonizzato.
Eppure ha espresso delle opinioni, strano paese l’Italia, dove le opinioni vengono espresse dai comici, mentre gli opinionisti si guardano bene dall’usare la loro materia grigia.
Chi di voi ricorda l’imitazione del papa da parte di Maurizio Crozza nel suo show?
Ad un certo punto è stato costretto a smetterla perché infastidiva il santo padre.
Poiché la satira è lecita solo se non tocca i potenti.
Veniamo agli interlocutori: Sgarbi, un uomo che dal basso della sua imbecillità pretende di formulare opinioni, ma escono solo elucubrazioni prive di ogni significato.
Ricordo alcuni precedenti, ad esempio la campagna diffamatoria nei confronti del pm Carlo Caselli che avrebbe torchiato e spinto al suicidio l’avvocato Carlo Lombardini, implicato in un caso di traffici durante alcuni sequestri in Sardegna (sequestro di Silvia Melis)
Lombardini dopo un pacatissimo, anche troppo, processo si uccise sparandosi in testa, consapevole del suo reato.
Vallo a spiegare a Sgarbi che diffama Caselli su il giornale scrivendo che è colpa sua e del suo accanimento, che è stata una sentenza politica oltre che scandalosa ed oscena…
Non parliamo del fatto che politica e stampa senza nemmeno aver letto la sentenza della cassazione si sono schierati dalla sua parte conto i processi politici. Peccato sia stato solo un caso di diffamazione peraltro rimasto impunito.
Ricordiamo che il prezzolato Sgarbi va a dire minchiate a ripetizione tra buona domenica e la pupa e il secchione senza nemmeno capire di cosa stia parlando.
Ma Feltri… Vittorio Feltri è un artista, riesce ad essere ancora più gustoso con 2 gaffe a ripetizione mentre in trasmissione parla di ateismo: “[…] molti altri, grazie a dio, sono atei,[…] cioè ringraziando il signore non ci credono”.
Ma perché si deve ringraziare dio se non ci si crede? Infondo cosa ci si aspetta da un giornalista di gran razza come usa definirsi, che negli anni ha scritto e pubblicato prima su il Giornale poi su il Borghese, il resto dl carlino , la Nazione fino a Libero delle perle che farebbero impallidire chiunque:
“Alluvione, colpa dei verdi”, “P2, il golpe e l’è inventato la Anselmi”, “Su mani pulite intervenga Amnesty international”, “La lebbra sbarca in sicilia”,“L’arno è pronto a inondare Firenze, per la cattiva gestione del pds”, “sedici casi di lebbra a Messina” dopo una clamorosa smentita sulla questione Lebbra, non solo non si scusa per la vaccata, ma rilancia e scrive “niente allarme ma servono controli”.
Feltri portò avanti una campagna diffamatoria incredibile durata oltre 2 anni nei confronti di Antonio Di Pietro, finchè non fù costretto ad ammettere l’8 novembre del 97 dopo una querela per diffamazione di quest’ultimo, sul quotidiano made in Silvio che aveva scritto una valanga di fesserie e che l’ex pm era immacolato… giocandosi così il posto.
Qualsiasi giornalista dopo una simile figuraccia la smetterebbe, si comprerebbe una casa in campagna e si darebbe alla coltivazione della cicoria, ma NON in Italia, dove queste perle fanno curriculum.
Bene, se queste sono le pretese, immaginiamo dove sono andati a parare, ma ovviamente sulle coppie di fatto, i DICO, sui quali piove una valanga di condanne, bigottismo e chiusura mentale che farebbe impallidire chiunque, quasi quanto il discorso del FILOSOFO Rocco Bottiglione durante la candidatura a commissario al parlamento europeo.
La prassi vuole un’audizione per la verifica dell’idoneità… e qui si consuma il delitto, il geniale Rocco viene rispedito a casa con disonore, a causa di un discorso pregno di gaffe sui gay, sulle donne, su conflitto di interessi e leggi vergogna del governo di super Silvio.
L’intera Europa non seppe se ridere o piangere per questa rivoltante figura tanto che il quotidiano danese information intitolò: “The Rocco horror pictures show”.
Ma nel bel paese dei provoloni e dei pecoroni si discusse solo di sentimento europeo anti-italiano!
Ebbene tutti contro i DICO, le unioni civili, perché sarebbero la distruzione della famiglia, perché sarebbero solo matrimoni tra omosessuali, quindi contro la chiesa e contro natura.
Come se questa gente sapesse cos’è natura e cosa non lo è, innanzitutto l’omosessualità in natura è diffusissima, moltissime specie animali la praticano, quindi inviterei questa gente a riflettere, peccato non ne siano capaci.
In pratica vogliono camuffare come questione civile una questione religiosa ed il vaticano si batte strenuamente per questo… arroccato nella sua mentalità chiusa come una vongola.
Tutti si chiedono il motivo per il quale dei pazzi minaccino il capo della CEI monsignor Bagnasco, il successore di Ruini, nessuno però si chiede cosa abbia scatenato questo malcontento.
Me lo ricordo bene, è stato appena dopo l’elezione del nuovo capo della CEI, Bagnasco ha dichiarato: se si apre la porta ai matrimoni omosessuali, in futuro saranno legalizzati anche la pedofilia e l’incesto.
Ovviamente chiunque con un po’ di sale in zucca si sarebbe indignato, ma non in Italia, doe dopo le prime stizzite polemiche è morta lì.
Eppure a me sembra veramente più grave questa dichiarazione che le battutine di Rivera, che ieri sera a “Parla con me” ha preferito parlare d’altro, anzi cantare, mantenendo però inalterata la sa linea di pensiero, tra l'altro la chiesa non ammatte e non punisce i suoi preti che si macchiano ripetutamente di reati sessuali, anche su minori!
Io invito come sempre alla riflessione, poiché questi sono temi importanti, e non dovrebbero essere strumentalizzati da una classe politica o dalla chiesa, perché se è la chiesa a dettare la via del laicismo, significa che non s’è capito proprio un bel niente!
Alla prossima.
Vittorio Feltri direttore di Libero e Ferruccio DeBortoli, direttore de Il sole 24 ore, con un intervento di Vittorio Sgarbi.
Il tema della discussione?
Le parole di Andrea Rivera durante la conduzione del concerto del 1° maggio, e lì tutti a sparare a zero su una persona che grazie alla libertà di opinione si è espressa contro il Vaticano, insomma rivera non aveva diritto di replica perché non invitato in trasmissione ma erano tutti contro di lui.
Ora mi chiedo: perché? Cos’ha detto di così stupido? Analizziamo un momentole sue frasi.
Ha detto che non sopporta che la chiesa non abbia concesso i funerali religiosi a Welby ma li ha concessi a Pinochet, Franco ed anche ad un componente della banda della magliana… e quindi? Cosa c’è di così assurdo? Di così falso?
La risposa è niente! Perché sono parole perfettamente condivisibili, ed ha detto cose vere, reali, non stupidaggini frutto della sua mente, negli anni di pontificato di Benedetto 16° la chiesa s è trovata a fare moltissimi passi indietro rispetto a quelli del suo predecessore, addirittura ingaggiando vere e proprie battaglie politiche, Cos’è Welby? Un peccatore? Un assassino? È solo un uomo che nell’impossibilità di morire ha chiesto a qualcuno di farlo al posto suo, un uomo che ormai aveva perso quasi tutta la sua umanità e soprattutto la voglia di vivere…non l’avesse mai fatto, la chiesa per intero si è accanita contro di lui, cos’avrebbe dovuto fare? Aspettare un miracolo? Ovviamente è una pretesa assurda, in quel caso avrebbe potuto aspettare una cura con le cellule staminali, peccato che la chiesa non accetti queste cure, perché non accetta nemmeno la sperimentazione su cellule staminali.
A proposito di terroristi, i preti durante i giorni del referendum sulla procreazione assistita hanno chiaramente intimato ai fedeli di NON andare a votare, altrimenti sarebbero finiti all’inferno!
Premessa la libertà di opinione, ognuno fa quello che ritiene giusto, però ora non venitemi a dire che una fetta della popolazione non è stata condizionata da queste parole, perché io non ci credo assolutamente!
Inoltre Rivera ha detto: La chiesa non crede nell’evoluzione, è per questo che non si è mai evoluta.
Anche in questo caso è vero, la chiesa non accetta la teoria evoluzionistica, nonostante Giovanni Paolo II abbia affermato che l’evoluzione è talmente evidente che impossibile ignorarla, il suo successore oggi DEMONIZZA la scienza e pretende di considerare la fonte biblica come scientifica e capace di spiegare l’origine dell’uomo. Il vaticano quindi, ideologicamente è ancora com’era 2000 anni fa, non si è evoluto, non è maturato nei secoli… magari la chiesa è come era 1000 anni fa, ma il risultato non cambia sostanzialmente, è vecchia chiusa e non vuole, anzi non comprende un rinnovamento.
È per queste parole che Andrea Rivera è un “terrorista”? Per questi fatti che tutti possiamo comprendere?
No, Rivera è un terrorista per una semplice ragione, se l’è presa col vaticano e con Ratzinger, tutto qui… ha toccato gli intoccabili, quindi deve essere demonizzato.
Eppure ha espresso delle opinioni, strano paese l’Italia, dove le opinioni vengono espresse dai comici, mentre gli opinionisti si guardano bene dall’usare la loro materia grigia.
Chi di voi ricorda l’imitazione del papa da parte di Maurizio Crozza nel suo show?
Ad un certo punto è stato costretto a smetterla perché infastidiva il santo padre.
Poiché la satira è lecita solo se non tocca i potenti.
Veniamo agli interlocutori: Sgarbi, un uomo che dal basso della sua imbecillità pretende di formulare opinioni, ma escono solo elucubrazioni prive di ogni significato.
Ricordo alcuni precedenti, ad esempio la campagna diffamatoria nei confronti del pm Carlo Caselli che avrebbe torchiato e spinto al suicidio l’avvocato Carlo Lombardini, implicato in un caso di traffici durante alcuni sequestri in Sardegna (sequestro di Silvia Melis)
Lombardini dopo un pacatissimo, anche troppo, processo si uccise sparandosi in testa, consapevole del suo reato.
Vallo a spiegare a Sgarbi che diffama Caselli su il giornale scrivendo che è colpa sua e del suo accanimento, che è stata una sentenza politica oltre che scandalosa ed oscena…
Non parliamo del fatto che politica e stampa senza nemmeno aver letto la sentenza della cassazione si sono schierati dalla sua parte conto i processi politici. Peccato sia stato solo un caso di diffamazione peraltro rimasto impunito.
Ricordiamo che il prezzolato Sgarbi va a dire minchiate a ripetizione tra buona domenica e la pupa e il secchione senza nemmeno capire di cosa stia parlando.
Ma Feltri… Vittorio Feltri è un artista, riesce ad essere ancora più gustoso con 2 gaffe a ripetizione mentre in trasmissione parla di ateismo: “[…] molti altri, grazie a dio, sono atei,[…] cioè ringraziando il signore non ci credono”.
Ma perché si deve ringraziare dio se non ci si crede? Infondo cosa ci si aspetta da un giornalista di gran razza come usa definirsi, che negli anni ha scritto e pubblicato prima su il Giornale poi su il Borghese, il resto dl carlino , la Nazione fino a Libero delle perle che farebbero impallidire chiunque:
“Alluvione, colpa dei verdi”, “P2, il golpe e l’è inventato la Anselmi”, “Su mani pulite intervenga Amnesty international”, “La lebbra sbarca in sicilia”,“L’arno è pronto a inondare Firenze, per la cattiva gestione del pds”, “sedici casi di lebbra a Messina” dopo una clamorosa smentita sulla questione Lebbra, non solo non si scusa per la vaccata, ma rilancia e scrive “niente allarme ma servono controli”.
Feltri portò avanti una campagna diffamatoria incredibile durata oltre 2 anni nei confronti di Antonio Di Pietro, finchè non fù costretto ad ammettere l’8 novembre del 97 dopo una querela per diffamazione di quest’ultimo, sul quotidiano made in Silvio che aveva scritto una valanga di fesserie e che l’ex pm era immacolato… giocandosi così il posto.
Qualsiasi giornalista dopo una simile figuraccia la smetterebbe, si comprerebbe una casa in campagna e si darebbe alla coltivazione della cicoria, ma NON in Italia, dove queste perle fanno curriculum.
Bene, se queste sono le pretese, immaginiamo dove sono andati a parare, ma ovviamente sulle coppie di fatto, i DICO, sui quali piove una valanga di condanne, bigottismo e chiusura mentale che farebbe impallidire chiunque, quasi quanto il discorso del FILOSOFO Rocco Bottiglione durante la candidatura a commissario al parlamento europeo.
La prassi vuole un’audizione per la verifica dell’idoneità… e qui si consuma il delitto, il geniale Rocco viene rispedito a casa con disonore, a causa di un discorso pregno di gaffe sui gay, sulle donne, su conflitto di interessi e leggi vergogna del governo di super Silvio.
L’intera Europa non seppe se ridere o piangere per questa rivoltante figura tanto che il quotidiano danese information intitolò: “The Rocco horror pictures show”.
Ma nel bel paese dei provoloni e dei pecoroni si discusse solo di sentimento europeo anti-italiano!
Ebbene tutti contro i DICO, le unioni civili, perché sarebbero la distruzione della famiglia, perché sarebbero solo matrimoni tra omosessuali, quindi contro la chiesa e contro natura.
Come se questa gente sapesse cos’è natura e cosa non lo è, innanzitutto l’omosessualità in natura è diffusissima, moltissime specie animali la praticano, quindi inviterei questa gente a riflettere, peccato non ne siano capaci.
In pratica vogliono camuffare come questione civile una questione religiosa ed il vaticano si batte strenuamente per questo… arroccato nella sua mentalità chiusa come una vongola.
Tutti si chiedono il motivo per il quale dei pazzi minaccino il capo della CEI monsignor Bagnasco, il successore di Ruini, nessuno però si chiede cosa abbia scatenato questo malcontento.
Me lo ricordo bene, è stato appena dopo l’elezione del nuovo capo della CEI, Bagnasco ha dichiarato: se si apre la porta ai matrimoni omosessuali, in futuro saranno legalizzati anche la pedofilia e l’incesto.
Ovviamente chiunque con un po’ di sale in zucca si sarebbe indignato, ma non in Italia, doe dopo le prime stizzite polemiche è morta lì.
Eppure a me sembra veramente più grave questa dichiarazione che le battutine di Rivera, che ieri sera a “Parla con me” ha preferito parlare d’altro, anzi cantare, mantenendo però inalterata la sa linea di pensiero, tra l'altro la chiesa non ammatte e non punisce i suoi preti che si macchiano ripetutamente di reati sessuali, anche su minori!
Io invito come sempre alla riflessione, poiché questi sono temi importanti, e non dovrebbero essere strumentalizzati da una classe politica o dalla chiesa, perché se è la chiesa a dettare la via del laicismo, significa che non s’è capito proprio un bel niente!
Alla prossima.
mercoledì 18 aprile 2007
A volte ritornano...
riporto un articolo apparso su primonumero.it in data 18/04/2007
Politica
Di Giandomenico 2: il ritorno
“Ma Termoli può aspettare"
Dopo un anno di ritiro forzato, l’ex sindaco si riaffaccia alla politica attiva: è stato eletto nel consiglio nazionale dell’Udc su proposta di Giovanardi. Nel 2006, dopo il coinvolgimento nell’inchiesta “black hole”, aveva annunciato l’abbandono. “Sono stato chiamato” spiega “e ho risposto positivamente”. Ma, aggiunge, per ora farà politica lontano dalla città
di Daniela Fiorilli
Remo Di Giandomenico con Giulio Andreotti in una foto del 2005
Il periodo di “purgatorio politico” di Remo Di Giandomenico si è dunque ufficialmente concluso. Un anno fuori dalle scene, costellato da un susseguirsi di dichiarazioni di disimpegno definitivo («con la politica non c’entro più nulla»), si è chiuso a Roma domenica scorsa, 15 aprile, quando al congresso nazionale dell’Udc sono stati letti i nomi di coloro che andranno a sedere nel consiglio nazionale del partito di Casini. Fra questi anche otto molisani fra cui Patriciello, Velardi, Tamburro. E l’ex sindaco di Termoli.
Il diretto interessato, naturalmente, attribuisce questo riaffacciarsi alla politica attiva a una sorta di convocazione venuta dall’alto: «Ho sempre ritenuto che bisogna rispondere positivamente quando si è chiamati, per cui per me è la continuazione di un impegno e ho dato la mia piena disponibilità a lavorare per la costruzione di un grande partito che possa essere utile a risolvere i problemi della nostra Nazione». La chiamata, per la precisione, è venuta da Carlo Giovanardi, udiccino emiliano che ha conteso – uscendone sconfitto – la segreteria del partito a Lorenzo Cesa e che è considerato fra i neocentristi l’uomo più disposto a un sempiterno accordo con Berlusconi. Il fatto che Di Giandomenico sia stato selezionato proprio da Giovanardi la dice lunga sulle sue intenzioni di privilegiare i rapporti con i partiti del centrodestra, quelli che lo hanno sempre sostenuto durante il suo ultimo mandato alla guida del Municipio termolese: «Con Carlo Giovanardi» spiega infatti l’ex sindaco «vi è non solo condivisione politica, ma anche amicizia e stima reciproca. Mi ha sollecitato un impegno e gli ho detto di sì».
Di Giandomenico era uscito di scena più o meno un anno fa. Prima il coinvolgimento nell’inchiesta “black hole”, quindi le dimissioni da sindaco, poi la richiesta di arresto formulata nei suoi confronti dal gip di Larino Roberto Veneziano, infine la rinuncia forzata al seggio di deputato alla Camera visto che il suo partito ha deciso di non ricandidarlo. Sembrava la fine di una parabola politica durata trent’anni e lo stesso Di Giandomenico, in quei mesi, pareva a sua volta convinto che una stagione di attivismo si fosse definitivamente chiusa. A chi lo cercava per conoscere i suoi progetti o soltanto per avere qualche suo parere sulle “vicende termolesi” rispondeva immancabilmente così:
«Non mi occupo più di politica: sono tornato a dedicarmi ai miei libri. E così sarà d’ora in poi».
In realtà, quasi nessuno ha davvero creduto a un ritiro definitivo. E il silenzio di questi dodici mesi è stato attribuito, dai più, alla necessità di affrontare innanzitutto la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto. Ora che l’inchiesta “black hole” si avvicina alla fine – Di Giandomenico è ancora indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e ad altri reati, e presto potrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio per lui come per altri indagati – è venuto il momento di tornare sul palcoscenico pubblico. Per il momento senza ambizioni particolari, almeno a sentire lui: «Nella mia esperienza politica non mi sono mai posto il problema di avere un ‘posto’, ma ho sempre lavorato con passione e convinzione seguendo un ideale e cercando di essere sempre e comunque utile alla comunità con progetti concreti».
La domanda che tutti si fanno, adesso, è se fra i suoi “progetti concreti” vi sia anche quello di rimettere le mani nelle vicende politiche termolesi. Evento che, naturalmente, sarebbe in grado di condizionare la vita del suo partito e del centrodestra in generale. Lui, per ora, fa capire che le intenzioni sono altre. Per quanto riguarda l’Udc, dice: «Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Vale per tutti e anche per me. Vi sono tante energie e tante persone impegnate che possono rendere forte il partito di Termoli». E la stessa cosa vale per la politica cittadina in senso più generale: «La vita ha varie stagioni che si rincorrono ciclicamente. In questo momento la mia stagione richiede impegni diversi, dopo aver dedicato una intera esistenza a questa città». In questo momento.
fonte:http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=3148
A questo punto vorrei commentare, ma sono atterrito dalla dichiarazione, del grande politico...(in realtà me lo aspettavo, come mi aspetto che una massa enorme di imbecilli correranno alle urne per votarlo)
non ho mai nascosto il mio orientamento politico e questo chi mi conosce lo sa, però qui si va ben oltre, perchè la solita parodia dell'italietta, rustica e dominata sai soliti noti, comincia a starmi stretta.
In altri stati, civili e democratici, per molto meno si va in galera e si getta via la chiave qui invece, grazie all'intellighenzia prettamente italiota la quale porta al perdonare a tutti i politici qualsiasi nefandezza...(Le accuse per l’ex sindaco di Termoli sono di associazione a delinquere finalizzata alla concussione, alla corruzione e abuso d’ufficio)e a leggere queste belle notizie.
nell'articolo che avete appena letto spicca la dichiarazione:«Ho sempre ritenuto che bisogna rispondere positivamente quando si è chiamati, per cui per me è la continuazione di un impegno e ho dato la mia piena disponibilità a lavorare per la costruzione di un grande partito che possa essere utile a risolvere i problemi della nostra Nazione».
ma... sono l'unico a pensare che sia proprio lui uno dei peggiori problemi della nazione?
Evidentemente sì, perchè c'è chi dopo lo scandalo black hole, ed i suoi attuali risvolti, lo accoglie a braccia aperte.
Ma la magistratura dov'è? Che fa? perchè quest'uomo ha il potere di tornare in politica?
e sul livello nazionale, poi...
Ma se fosse l'unico caso non mi stupirei più d tanto...Con lui e la moglie fu arrestato anche l'ex manager della Asl di Termoli, Mario Verrecchia, l'uomo che ne ha reso possibile il fallimento.
Sapete oggi che fine ha fatto Verrecchia?
presto detto:
"La giunta Regionale ha deliberato di elargire 84 mila euro l’anno all’ex commissario della Asl di Termoli, arrestato un anno fa per corruzione e peculato. Sarà il braccio destro del Governatore (Iorio) nell’attuazione del piano di tagli a ospedali e servizi sanitari. Una scelta sorprendente: Verrecchia è stato uno degli artefici del disastro sanitario regionale"
primonumero 6/4/2007
ogni commento a questo punto è superfluo anche l'indignazione perchè è il caso di riflettere prima di votare certa genete.
Evita a priori di piangere poi sul latte versato o di prenderselo in quel posto... peccato che i soliti clientelismi rendono possibili tali situazioni.
Politica
Di Giandomenico 2: il ritorno
“Ma Termoli può aspettare"
Dopo un anno di ritiro forzato, l’ex sindaco si riaffaccia alla politica attiva: è stato eletto nel consiglio nazionale dell’Udc su proposta di Giovanardi. Nel 2006, dopo il coinvolgimento nell’inchiesta “black hole”, aveva annunciato l’abbandono. “Sono stato chiamato” spiega “e ho risposto positivamente”. Ma, aggiunge, per ora farà politica lontano dalla città
di Daniela Fiorilli
Remo Di Giandomenico con Giulio Andreotti in una foto del 2005
Il periodo di “purgatorio politico” di Remo Di Giandomenico si è dunque ufficialmente concluso. Un anno fuori dalle scene, costellato da un susseguirsi di dichiarazioni di disimpegno definitivo («con la politica non c’entro più nulla»), si è chiuso a Roma domenica scorsa, 15 aprile, quando al congresso nazionale dell’Udc sono stati letti i nomi di coloro che andranno a sedere nel consiglio nazionale del partito di Casini. Fra questi anche otto molisani fra cui Patriciello, Velardi, Tamburro. E l’ex sindaco di Termoli.
Il diretto interessato, naturalmente, attribuisce questo riaffacciarsi alla politica attiva a una sorta di convocazione venuta dall’alto: «Ho sempre ritenuto che bisogna rispondere positivamente quando si è chiamati, per cui per me è la continuazione di un impegno e ho dato la mia piena disponibilità a lavorare per la costruzione di un grande partito che possa essere utile a risolvere i problemi della nostra Nazione». La chiamata, per la precisione, è venuta da Carlo Giovanardi, udiccino emiliano che ha conteso – uscendone sconfitto – la segreteria del partito a Lorenzo Cesa e che è considerato fra i neocentristi l’uomo più disposto a un sempiterno accordo con Berlusconi. Il fatto che Di Giandomenico sia stato selezionato proprio da Giovanardi la dice lunga sulle sue intenzioni di privilegiare i rapporti con i partiti del centrodestra, quelli che lo hanno sempre sostenuto durante il suo ultimo mandato alla guida del Municipio termolese: «Con Carlo Giovanardi» spiega infatti l’ex sindaco «vi è non solo condivisione politica, ma anche amicizia e stima reciproca. Mi ha sollecitato un impegno e gli ho detto di sì».
Di Giandomenico era uscito di scena più o meno un anno fa. Prima il coinvolgimento nell’inchiesta “black hole”, quindi le dimissioni da sindaco, poi la richiesta di arresto formulata nei suoi confronti dal gip di Larino Roberto Veneziano, infine la rinuncia forzata al seggio di deputato alla Camera visto che il suo partito ha deciso di non ricandidarlo. Sembrava la fine di una parabola politica durata trent’anni e lo stesso Di Giandomenico, in quei mesi, pareva a sua volta convinto che una stagione di attivismo si fosse definitivamente chiusa. A chi lo cercava per conoscere i suoi progetti o soltanto per avere qualche suo parere sulle “vicende termolesi” rispondeva immancabilmente così:
«Non mi occupo più di politica: sono tornato a dedicarmi ai miei libri. E così sarà d’ora in poi».
In realtà, quasi nessuno ha davvero creduto a un ritiro definitivo. E il silenzio di questi dodici mesi è stato attribuito, dai più, alla necessità di affrontare innanzitutto la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto. Ora che l’inchiesta “black hole” si avvicina alla fine – Di Giandomenico è ancora indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e ad altri reati, e presto potrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio per lui come per altri indagati – è venuto il momento di tornare sul palcoscenico pubblico. Per il momento senza ambizioni particolari, almeno a sentire lui: «Nella mia esperienza politica non mi sono mai posto il problema di avere un ‘posto’, ma ho sempre lavorato con passione e convinzione seguendo un ideale e cercando di essere sempre e comunque utile alla comunità con progetti concreti».
La domanda che tutti si fanno, adesso, è se fra i suoi “progetti concreti” vi sia anche quello di rimettere le mani nelle vicende politiche termolesi. Evento che, naturalmente, sarebbe in grado di condizionare la vita del suo partito e del centrodestra in generale. Lui, per ora, fa capire che le intenzioni sono altre. Per quanto riguarda l’Udc, dice: «Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Vale per tutti e anche per me. Vi sono tante energie e tante persone impegnate che possono rendere forte il partito di Termoli». E la stessa cosa vale per la politica cittadina in senso più generale: «La vita ha varie stagioni che si rincorrono ciclicamente. In questo momento la mia stagione richiede impegni diversi, dopo aver dedicato una intera esistenza a questa città». In questo momento.
fonte:http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=3148
A questo punto vorrei commentare, ma sono atterrito dalla dichiarazione, del grande politico...(in realtà me lo aspettavo, come mi aspetto che una massa enorme di imbecilli correranno alle urne per votarlo)
non ho mai nascosto il mio orientamento politico e questo chi mi conosce lo sa, però qui si va ben oltre, perchè la solita parodia dell'italietta, rustica e dominata sai soliti noti, comincia a starmi stretta.
In altri stati, civili e democratici, per molto meno si va in galera e si getta via la chiave qui invece, grazie all'intellighenzia prettamente italiota la quale porta al perdonare a tutti i politici qualsiasi nefandezza...(Le accuse per l’ex sindaco di Termoli sono di associazione a delinquere finalizzata alla concussione, alla corruzione e abuso d’ufficio)e a leggere queste belle notizie.
nell'articolo che avete appena letto spicca la dichiarazione:«Ho sempre ritenuto che bisogna rispondere positivamente quando si è chiamati, per cui per me è la continuazione di un impegno e ho dato la mia piena disponibilità a lavorare per la costruzione di un grande partito che possa essere utile a risolvere i problemi della nostra Nazione».
ma... sono l'unico a pensare che sia proprio lui uno dei peggiori problemi della nazione?
Evidentemente sì, perchè c'è chi dopo lo scandalo black hole, ed i suoi attuali risvolti, lo accoglie a braccia aperte.
Ma la magistratura dov'è? Che fa? perchè quest'uomo ha il potere di tornare in politica?
e sul livello nazionale, poi...
Ma se fosse l'unico caso non mi stupirei più d tanto...Con lui e la moglie fu arrestato anche l'ex manager della Asl di Termoli, Mario Verrecchia, l'uomo che ne ha reso possibile il fallimento.
Sapete oggi che fine ha fatto Verrecchia?
presto detto:
"La giunta Regionale ha deliberato di elargire 84 mila euro l’anno all’ex commissario della Asl di Termoli, arrestato un anno fa per corruzione e peculato. Sarà il braccio destro del Governatore (Iorio) nell’attuazione del piano di tagli a ospedali e servizi sanitari. Una scelta sorprendente: Verrecchia è stato uno degli artefici del disastro sanitario regionale"
primonumero 6/4/2007
ogni commento a questo punto è superfluo anche l'indignazione perchè è il caso di riflettere prima di votare certa genete.
Evita a priori di piangere poi sul latte versato o di prenderselo in quel posto... peccato che i soliti clientelismi rendono possibili tali situazioni.
giovedì 12 aprile 2007
pasquetta assolata... ascella profumata!
Eh, sì... è stata una pasquetta, quella di quest'anno, all'insegna degli odori...
"Perchè?" vi chiederete, giustamente; perchè la natura, i campi, Stefano(che ci ha fatto capire perchè lavora alla turbogas)e Roberto che avrebbe voluto lavorare con lui, il pollaio e le ascelle impreparate al gran caldo di noi tutti, hanno rallegrato l'aria troppo pulita dell'invaso del liscione...
Si era detto nove e mezza puntuali nel parcheggio ma come al solito per quell'ora solo il sottoscritto era presente, seguito a ruota dopo 10 minuti da tutti gli altri, eccetto i soliti ritardatari che ci hanno degnati della loro presenza molto dopo almeno mezz'ora(questo solo perchè avevamo detto
loro che l'appuntamento era per le 8).
Dopo la serie "rituale" di passaggi sfruttando le macchine nuove come sponda
ci siamo avviati alla volta della nostra meta, una casetta in campagna sulle colline, con vista sul lago.
assediati dalle galline (e preoccupati per i fagiani) si comincia l'allestimento della brace, si opta per un sistema innovativo, anzichè le normali griglie per barbecue, canali di scolo dell'acqua...
et voilà specialità della casa, carne al tombino!
menù della giornata: pasta col pesto, carne di agnello(credo), spiedini e salsicce con patate al cartoccio, per poi terminare con un uovo di cioccolato al latte grande quanto Gigi.
tutto sommato se sono ancora vivo era commestibile, anche se la carne si è attaccata tutta.
e dopo un pranzo quasi luculliano...
...le immancabili partite a pallone lungo le rupi, ottime per digerire(ne sò qualcosa).
C'è chi però ha iniziato a digerire prima di tutti con effetti venefici e tra il riccio ed il merluzzo è stata battaglia aperta.
Lucio "giochi senza frontiere" escogita il gioco dell'estate, se si pensa che l'invaso del liscione quest'estate sarà vuoto e non avremmo acqua per lavarci viene proprio da dire: ma che bell'idea!
Amici a casa, siete pronti per un nuovo attacco d'arte? bene, prendete nota: due squadre, due secchi, 2 bottiglie, 2(che cavolo erano?)bottiglie tagliate a mò di paletta, due lanciagranate e mine antiuomo, per queste chiedete aiuto ai genitori.
FFFatto?
bene ora posizionate le due squadre in fila indiana, potete aiutarvi con un frustino, se non rispondono anche con un fucile m-16.
lo scopo del gioco è uccidere il maggior numero di avversari... no, aspetta... ho sbagliato gioco lo scopo è riempire a turno le bottiglie alla fine del percorso, chi finisce per primo sopravvive.
ffatto?
Stè, comunque abbiamo vinto noi!
ad ogni modo le paure di finire in qualche sperduto agriturismo in cui il proprietario (dall'igiene non troppo curata)ci racconta tutta la storia delle sue vacche, pecore, capre, cani, conigli, gatti, maiali, cavalli, triceratopi... morenti per depressione, è stata fugata.
Solo un oscuro soggetto si aggirava inquieto di tanto in tanto tra noi...
"Perchè?" vi chiederete, giustamente; perchè la natura, i campi, Stefano(che ci ha fatto capire perchè lavora alla turbogas)e Roberto che avrebbe voluto lavorare con lui, il pollaio e le ascelle impreparate al gran caldo di noi tutti, hanno rallegrato l'aria troppo pulita dell'invaso del liscione...
Si era detto nove e mezza puntuali nel parcheggio ma come al solito per quell'ora solo il sottoscritto era presente, seguito a ruota dopo 10 minuti da tutti gli altri, eccetto i soliti ritardatari che ci hanno degnati della loro presenza molto dopo almeno mezz'ora(questo solo perchè avevamo detto
loro che l'appuntamento era per le 8).
Dopo la serie "rituale" di passaggi sfruttando le macchine nuove come sponda
ci siamo avviati alla volta della nostra meta, una casetta in campagna sulle colline, con vista sul lago.
assediati dalle galline (e preoccupati per i fagiani) si comincia l'allestimento della brace, si opta per un sistema innovativo, anzichè le normali griglie per barbecue, canali di scolo dell'acqua...
et voilà specialità della casa, carne al tombino!
menù della giornata: pasta col pesto, carne di agnello(credo), spiedini e salsicce con patate al cartoccio, per poi terminare con un uovo di cioccolato al latte grande quanto Gigi.
tutto sommato se sono ancora vivo era commestibile, anche se la carne si è attaccata tutta.
e dopo un pranzo quasi luculliano...
...le immancabili partite a pallone lungo le rupi, ottime per digerire(ne sò qualcosa).
C'è chi però ha iniziato a digerire prima di tutti con effetti venefici e tra il riccio ed il merluzzo è stata battaglia aperta.
Lucio "giochi senza frontiere" escogita il gioco dell'estate, se si pensa che l'invaso del liscione quest'estate sarà vuoto e non avremmo acqua per lavarci viene proprio da dire: ma che bell'idea!
Amici a casa, siete pronti per un nuovo attacco d'arte? bene, prendete nota: due squadre, due secchi, 2 bottiglie, 2(che cavolo erano?)bottiglie tagliate a mò di paletta, due lanciagranate e mine antiuomo, per queste chiedete aiuto ai genitori.
FFFatto?
bene ora posizionate le due squadre in fila indiana, potete aiutarvi con un frustino, se non rispondono anche con un fucile m-16.
lo scopo del gioco è uccidere il maggior numero di avversari... no, aspetta... ho sbagliato gioco lo scopo è riempire a turno le bottiglie alla fine del percorso, chi finisce per primo sopravvive.
ffatto?
Stè, comunque abbiamo vinto noi!
ad ogni modo le paure di finire in qualche sperduto agriturismo in cui il proprietario (dall'igiene non troppo curata)ci racconta tutta la storia delle sue vacche, pecore, capre, cani, conigli, gatti, maiali, cavalli, triceratopi... morenti per depressione, è stata fugata.
Solo un oscuro soggetto si aggirava inquieto di tanto in tanto tra noi...
lunedì 12 marzo 2007
Termolesi, audiolesi, cerebrolesi…
Dopo tanto tempo torno serio, è molto che rimugino su questo intervento perché sono argomenti che mi stanno davvero a cuore e questo si preannuncia un post che sfoga tutta la mia rabbia e la mia frustrazione fin dal titolo (volutamente offensivo) che ho scelto.
Di cosa parlo? Dei problemi di Termoli, la mia città di nascita, sicuramente non il luogo della mia morte, perché il mio rancore ormai è davvero incontenibile.
Bando ad inutili giri di parole, tra l’altro completamente sterili, vengo subito al dunque:
Termoli ha una storia millenaria e questa sua caratteristica, se valorizzata potrebbe essere un vanto culturale non indifferente ma è ignorata dalla quasi totalità della popolazione che a quanto pare convive benissimo con la propria ignoranza caprina.
Nel mio caso, invece, sono viola dall’inquietudine, totalmente fuori di me, poiché tutto questo si ripercuote in scavi archeologici mai aperti, in aree di fortissimo interesse… lasciate al più totale disinteresse e quel poco che per forza di cose è già sotto gli occhi di tutti, non è visitabile per varie ragioni, insomma una situazione a dir poco paradossale, decisamente surreale e nessuno è disposto a cambiarla!
Ma andiamo nel dettaglio seguendo la cronologia, un po’ di storia è d’obbligo, dei principali luoghi che intendo citare,
Le testimonianze più antiche di insediamenti su territorio termolese risalgono all'età preistorica e pre-romana e sono documentate dai ritrovamenti di necropoli preistoriche in contrada Porticone e Difesa Grande, nonché, in quest'ultima, da ritrovamenti di resti di ville romane(scavi mai portati avanti, se ne conosce solo la presenza).
La Termoli primitiva è da situarsi in un sito non identificabile con l'attuale, come ho già detto, in prossimità della zona attualmente denominata "Difesa Grande"(strano che a nessuno questo nome abbia mai suggerito qualcosa), in questo luogo sono venuti alla luce, in periodi diversi e per il lavoro dell'uomo, muri, mosaici, tegole, tasselli, anfore, monetine e quanto possa testimoniare l'esistenza di un centro abitato antico.
A cavallo tra il 6° ed il 4° secolo l’intera costa molisana era popolata dai Frentani, popolo navigatore ed agricolo, alleato con i sanniti e facente parte della lega sannitica, c’è chi identifica Termoli con la città di Buca.
Strabone scrive: "Dopo l'Aterno vi é Ortona, porto dei Frentani e Buca, anch'essa dei Frentani, confinante con Teano Apulo", e ancora: "Dopo del lago (di Lesina) si naviga ai Frentani e a Buca: dall'una e dall'altra parte del lago, sia fino a Buca che fino al Gargano vi sono duecento stadi".
Strabone e Tolomeo avevano situato questo centro abitato tra il fiume Tiferno (Biferno) e Istonio (odierna Vasto), anche lo storico tedesco Momsen pone la città di Buca nel sito dove oggi sorge Termoli.
Vi è la presenza concreta di insediamenti antichi, ad esempio: il Prof. Luigi Ragni, nel suo studio sulla origine di Termoli scrive al riguardo di sorgenti termali(da cui probabilmente il nome): "A poca distanza dall'abitato di Termoli, a cinquecento metri o giù di lì con leggero pendio verso il mare si estende la incantevole spiaggia di Rio Vivo, detta così dal nome di un ruscelletto che ivi scorre senza interruzione. Sotto il letto arenoso di esso, e sotto un ponte, ivi costruito per la ferrovia, si trovano nascoste delle piccole terme (thermulae); e a pochi passi, lungo il lido un pavimento di mattonelle ben connesse. Quando il ruscelletto in piena e il mare in tempesta portano via l'arena, restano scoperte a fior di terra e si possono ammirare. Parecchi anni dietro le ho viste io, e, per quanto la memoria mi sarà fedele, cercherò di descriverle”.
Continuando con le dichiarazioni del Prof. Ragni: "Io stesso coi miei occhi in una tenuta dei fratelli Graziani sita in Difesa Grande, osservai un bellissimo pavimento a mosaico; e molto più giù, nella stessa direzione, in un campo dei fratelli Candela, una gran quantità di pezzi di tegoloni, di cui alcuni interi, e di doli scavati dall'aratro e accumulati sotto alberi o davanti a siepi o serviti per fare strade da un punto a un altro".
Inoltre, il Pollidori aveva asserito che nel borgo antico sorgeva un tempio dedicato ad Esculapio, dio della medicina, ma non solo, ne è stato individuato e scoperto l’altare con un serpente di bronzo recante l’iscrizione: "Aesculapio et saluti Sacrum ex voto Callixtus D.".
Peccato sia stato portato a Napoli e deposto nel museo della Famiglia Picchiatti…
Insomma non farebbe male cercare di risaltare tali testimonianze storiche, anche a fini turistici, promuovere scavi, attività culturali, tutto ciò che è possibile per dare ai termolesi ed ai visitatori questo patrimonio…
Direi che già questo è abbastanza, ma voglio farmi ancora del male nello scrivere e nel ricordare, sempre nel possedimento dei fratelli Graziani, a difesa grande, di tanto in tanto vengono rivoltate dall’aratro mattonelle facenti parte di una pavimentazione, muri, ed appunto mosaici.
Tra l’altro nella zona in cui sorge la Piazza Giovanni Paolo secondo, costruita durante una visita del defunto pontefice, nei primissimi anni ’80, a due passi dalla mia vecchia abitazione, sarebbe presente una necropoli, la cosa strana è che all’epoca il comune decise di concedere un solo mese per saggiare il sito, qualsiasi fosse stato l’esito… comunque si sarebbe dovuto inesorabilmente ricoprire il tutto, che difatti oggi giace al di sotto di uno strato di cemento ed asfalto, in quella che è la più inutile piazza dell’intero pianeta, utile solo al mercato rionale del primo sabato del mese ed alle bancarelle dei polacchi, le poche volte in cui vengono a vendere qualcosa in città.
Dimenticavo le giostre della festa patronale, ma non è un motivo così importante da giustificare la piazza, rispetto alle bancarelle dei polacchi intendo.
La certezza sull’ubicazione e sul periodo mi è stata data dalla conferma da parte di uno degli operai specializzati che insieme agli archeologi scavò in quel sito, l’ho conosciuto qualche anno fa durante una campagna di scavo presso il sito preistorico di Isernia la pineta, alla quale ho partecipato in due anni consecutivi e che porto ancora nel cuore.
La cosa triste è che in comune ancora oggi c’è chi sostiene “meno male che abbiamo ricoperto tutto!”, queste incomprensibili parole mi sono state riferite da un consigliere comunale che conosco verso il quale sto facendo pressioni per tentare di svegliare la giunta sull’importanza de questi siti… ma con risultati scarsi, anzi praticamente nulli… E’ più importante riempire il comune di rotatorie, alcune talmente vicine che se si percorre Termoli per 10 minuti in auto, si finisce con l’avere un senso di stordimento, nemmeno si fossero fatti 10 giri su se stessi, almeno con il semaforo ci si riposava…
Potrei finirla qui, ma ho ancora qualcosa da aggiungere alla lista delle tante scempiaggini che vedo ogni volta che torno a casa, parliamo un pò del castello“svevo”.
Termoli ha un piccolo castello, quasi un torrione di pianta quadrata che si fonde alle fortificazioni del borgo antico, l’edificazione del castello si attribuisce storicamente agli inizi del ‘200 grazie all’imperatore del regno di Sicilia Federico secondo di Svevia, colto, discusso ed enigmatico personaggio storico, da qui il soprannome attribuito alla costruzione.
Bene, il castello si presenta sfigurato da una struttura di cemento sulla sua sommità che è più di un pugno nell’occhio, decisamente più doloroso di un calcio in uno stinco, uno sul sedere, un pugno alla bocca dello stomaco e due dita negli occhi! Praticamente un rovinoso esempio di mancanza di rispetto istituzionale per la storia ed i beni architettonici.
Per precisare la struttura è una stazione meteorologica di proprietà del 32°stormo di Foggia-Amendola dell’aeronautica militare.
Tralasciando le condizioni alle quali una stazione di questo tipo deve sottostare, che rendono appetibile l’ubicazione dell’installazione, è comunque uno scempio il fatto di averla collocata proprio su uno dei pochi beni architettonici che la città possiede.
Se io volessi visitarlo, dovrei aspettare una mostra, dato che in altri momenti non è possibile, tra l’altro tutti i piani superiori sono off limits, data la proprietà dell’aeronautica, e non sappiamo quanto questi siano stati modificati rispetto alla pianta originale per la posa di tutte le attrezzature, va bene, rimane ancora dell’altro da vedere, no? …Bè insomma, le segrete sono di proprietà della chiesa, quindi perennemente off limits! Tra l’altro dalle segrete si snodano, o almeno così sembra, dei cunicoli che corrono l’ungo l’intera penisola fortificata, sfociando al porto ed in altre zone della Termoli vecchia (più di una volta mi è stato riferito da subacquei che le hanno visitate, perlomeno nel tratto sommerso).
E va bene, mi rimane almeno il piano terra… si ma questo è formato da due stanze ed un corridoio che le circonda, le due stanze sono permanentemente chiuse quindi in occasioni di mostre di pittura o fotografiche posso visitare solamente lo stretto corridoio…
Recentemente è comparso un cartellone che riporta la storia del castello, ricordo che quando l’ho notato ho pensato: “era ora cos’aspettavano in comune?... ma, ma quel logo?” ,Residenza sveva è un bed and breakfast sparso per l’intero borgo antico, di proprietà della famiglia Vincitorio, un cartellone privato…
Lungo buona parte della costa del sud adriatico è possibile osservare delle torrette di avvistamento, il castello, seppur di moli decisamente maggiori era una di queste, mi sono preso la briga di cercare quelle che si trovano in territorio termolese, ne ho trovate cinque: la prima, quella più a nord quasi in territorio di Petacciato, giace in condizioni pessime, è completamente diroccata, ne rimane ben poco.
Tralasciando l’orribile ponte in calcestruzzo che si trova di fronte ecco la seconda, è conosciuta come “la torretta” ristorante e lido balneare, un bene architettonico come quello reso un ristorante privato? Ebbene sì, succede anche questo, la terza è più che un rudere ai piedi del muraglione del borgo antico, più che una torretta è una guardiola all’accesso al mare da quel lato, perennemente chiuso da un’inferriata.
La quarta ospita l’archivio di stato, era una guardiola di fronte alla porta di pietra dell’antico borgo, è così piccola che dentro c’è solo una scrivania ed una scaffalatura polverosa piena di volumi, una persona con il poco spazio a disposizione fa fatica ad entrare, sarà per questo che in 25 anni non l’ho mai vista aperta? Boh credo sia quasi un privilegio concesso a pochi entrare, ci non andato più volte in orari di apertura ma nulla… L’ultima è una chicca, si trova lungo la discesa verso il lungomare sud di “rio vivo”è sulla destra scendendo dal centro, è nascosta tra leabitazioni, questo mi ha subito messo insospettito, difatti cercando di visitarla mi sono accorto che ... era in un giardino privato!
Spontaneamente mi sorge la domanda: sono l’unico a pensare che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in tutto ciò?
Temo proprio di sì, come mi rende furibondo il fatto che i termolesi non si incazzino come delle iene nei confronti di chi lo ha permesso, dato che in ogni caso sono proprio loro (me compreso) a rimetterci.
Nell’ottobre 1943 gli alleati sbarcarono a Termoli, per prima cosa bombardarono il paese vecchio, un colpo distrusse un seminario di fronte alla cattedrale, da allora quella è una piazza con una linea scura sulla pavimentazione che ne ricalca la planimetria, oggi territorio di bar che si contendono lo spazio per i tavolini, il secondo colpo colpì in pieno il rosone in alabastro, che oggi è rimpiazzato alla bene meglio da uno in metallo che ha lo stesso effetto della costruzione in cima al castello, ricordate?
Stranamente da quel periodo, che volete farci, il parapiglia del secondo conflitto modiale, gli inglesi con il generale Montgomery per la città, i tedeschi in ritirata verso la linea Gustav, qualcuno si è preso un souvenir… se si osserva la cattedrale, infatti si nota che sul frontone ci sono 2 statuine, anzi, una sola, l’altra è stata vista al british museum…se prima ce l’avevo con gli inglesi, oggi non li posso vedere…
Se si cammina con un metal detector in direzione Guglionesi si possono trovare ancora numerosi residuati bellici, dai bossoli ad armi e chissà quant’altro.
Ebbene a Termoli non c’è nulla da offrire, nemmeno un museo, neanche il più idiota tipo il museo delle ciabatte usate, nemmeno un museo dedicato a Benito Jacovitti (che ho sempre odiato, mi chiedo come si possa firmare un fumetto con un salame con i piedi e la faccia)…nulla, l’unico che c’è ospita mostre temporanee di arte contemporanea.
E tutti i reperti che sono stati ritrovati? Monete, anfore, mosaici, reperti bronzei, armi frentane, armi della seconda guerra mondiale, utensili, oggetti medievali, ?… insomma, tutta quella mole di materiale che è sicuramente contenuta in polverosi sottoscala dei tanti uffici comunali o rivendute a termolesi che ne fanno bella mostra in casa? Non sarebbe il caso di creare un museo per ampliare il patrimonio culturale del comune?
Torno a ribadire, sono l’unico a trovare che in tutto ciò ci sia qualcosa che non va?
Nei pressi di casa mia, Termoli si snoda su colline e vallate che assomigliano alle dita di una mano poggiata su di un piano, c’è un piccolo bosco all’interno del quale nella parte più bassa sul fondovalle, si trova un torrentello, il rio vivo che continua attraverso il paco comunale, alcuni chilometri più in avanti fino a sfociare nell’area omonima, lo stesso nel quale il prof.Ragni ha visto le mattonelle che appaiono se si sposta un po’ il sedimento, questa è una delle poche aree verdi ancora non toccate dall’antropizzazione, anche se minacciata ogni giorno dalle ruspe e dai cantieri edili, non sarebbe il caso di farne una piccola are protetta da vincoli ambientali? NESSUNO SI SOGNA DI FARE UNA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE COME SANCISCE L’ARTICOLO 4 DELLA LEGGE 348/86?
Evidentemente no, come nessuno si è ricordato di farlo quando il vecchio sindaco ha venduto il terreno alla sorgenia per costruire la turbogas, già perché se vogliamo parlare di Remo di Giandomenico, possiamo dire che il suo “sistema” rende in paragone quello di Moggi un fantacalcio… Qell’uomo controllava tutte le assunzioni, sia negli enti statali della zona che nelle aziende private che controllava, la moglie, che non è da meno controllava l’intero ospedale…
Un bel giorno, quasi 2 anni fa, scomparve come per magia un costosissimo macchinario dall’ospedale, subito la polizia cominciò le indagini, si venne a scoprire che era finito(guarda il caso) proprio nello studio privato della mogli del sindaco, sia le iene che striscia la notizia si occuparono del caso, ricordo ancora il servizio di Sortino. le iene
Questa donna un giorno è riuscita anche ad inforchettare il marito Remo, evidentemente non avendo coltelli a portata di mano, ormai sono esiliati a campomarino dopo alcuni mesi di carcere, avrei sperato anni, ma stranamente sono fuori ed il marito medita un ritorno in politica! Anche qui noto un qualcosa che non va, ma sembra che sia il solo.
Secondo me i termolesi sono masochisti, le cose sono due: o sono assuefatti a queste prese in giro, o ne sono totalmente ignari.
Il problema è che Termoli è culturalmente sterile, non ha cultura, nel senso che ha la storia, ma non ne è consapevole e non la valorizza affatto, ne ignora tutti i risvolti.
Punta sul turismo, ma il turismo non è solo mare, se oltre ad esso ed agli scempi ambientali, alla cementificazione selvaggia, ai prezzi da capogiro che non si ritrovano neanche nel raggio di 50 km ed all’ignoranza dei termoesi non si offre nulla, non si può parlare di turismo, perché non ci viene nessuno!Perchè non ha nulla da offrire!
Termoli ha uno splendido lungomare, disseminato di lidi che potrebbero rimanere aperti la sera, tra l’altro consentendo l’accesso alla spiaggia successivamente al tramonto, ma non è possibile. nemmeno pensare di sfruttarne la passeggiata estiva, perché non vi sono gli interessi a farlo! Interessi di pochi che si coalizzano per stroncare ogni minimo tentativo di valorizzazione dell’area, nemmeno un bar, una gelateria, un lido aperto che fornisca ai giovani un po’ di divertimento, già perché anche sotto questo punto di vista la città non ha nulla da offrire.
Qualcuno tempo fa propose di costruire un villaggio vacanze ed ebbe in risposta la più disarmante delle frasi: “ma che devi fare?” naturalmente detto in dialetto ed inteso come non dire scemenze… Già, perché il lungomare nord è disseminato di case private, le licenze le danno solo ai costruttori edili che poi hanno un guadagno, naturalmente chi è sopra di loro riceve qualcosa, in quel caso la speculazione edilizia ha vinto, Termoli ha perso e ci ha rimesso.
Oltre il danno la beffa, a Termoli c’è la facoltà di economia del turismo che io vedo quasi come un nonsenso, paragonabile alla scena di un papa che elogia l’ateismo.
Turismo? E dov’è il turismo? Io vedo al massimo quel pullman di tedeschi che si vede trattare a pesci in faccia e giura solennemente di non tornare mai più in quel luogo maledetto.
Oppure tutto quel transito per le Diomedee (Tremiti)che non si ferma nemmeno per un caffé, ma viene comunque contato tra i dati ufficiali, barando e prendendo in giro chi a Termoli ci vive ed è convinto sia un’ambita meta turistica.
Giusto perché poco fa ho citato la questione energetica, soffermiamoci un attimo sulla turbogas:
doveva, dopo ritardi su ritardi, essere consegnata lo scorso febbraio, ma con un colpo di coda la sorgenia ha stupito tutti completandola entro settembre, bene, da allora le nubi anomale, giusto per la precisione, la turbogas riversa nell’atmosfera come sottoprodotto del vapore acqueo quindi nulla di strano se sono nuvole, ma ci si allarma se sono nere o marroni! I casi registrati da settembre sono parecchi, seguiti da casi di irritazione delle vie respiratorie e degli occhi degli abitanti limitrofi al nucleo industriale anche nei comuni di Campomarino e Portocannone.
Per non parlare degli scarichi in mare di acque nere, qui lo spunto per parlare dell’acqua, la turbogas ha bisogno di una quantità di litri d’acqua abominevole, non riporto cifre perché non mi fido dei dati, ma sono sicuro siano decisamente superiori, fin qui nulla di male… se non fosse che per colpa di questo ciucciatore a scrocco l’intero basso Molise è quasi a secco, se si unisce ciò al fatto che siamo in un anno di precipitazioni scarse si intuisce quanto l’invaso del “lisciane” non abbia acqua a sufficienza per l’intera utenza se si aggiunge per l’appunto la turbogas.
La Molise acque è corsa subito ai ripari per una soluzione che accontentasse tutti… il decalogo del risparmio dell’acqua: ok va bene risparmiare risorse, è importante, ma perché sta maledetta turbogas continuerà a fregarsi l’acqua e saranno i poveri cittadini, che non giovano nemmeno di quell’energia perché destinata a livello nazionale, a rimanere a secco?
Se fa caldo e sudo posso asciugarmi l’ascella col phon, tanto non ho problemi energetici… ma io gradirei lavarmi se puzzo come una capra, posso mandare per protesta dei fogli di carta intrisi del sudore delle mie ascelle dopo giorni senza lavarmi alla sorgenia? Anzi spero qualcuno si unisca a me in questa anomala protesta.
Se arrivano dei turisti cosa gli diciamo? Lavatevi in mare?
A proposito di mare, negli ultimi giorni è comparso il tormentone eolico sull’adriatico, in pratica al largo del tratto di mare tra Termoli e Petacciato dovrebbe essere costruito un parco eolico, di lì una valanga di dissensi per l’unica fonte di energia ecosostenibile e rinnovabile che può davvero aiutarci in caso di crisi energetica, ma a quanto pare sono visibili dalla costa e deturpano il paesaggio(???)dopotutto sono mete turistiche(turistiche?siamo sicuri?).
Eppure ogni volta che passo sull’adriatico vedo una marea di piattaforme petrolifere, con i loro fiammoni di metano sempre accesi(eh sì, quelle non deturpano e non inquinano, vedeste poi quando ci sono le petroliere che lavano le stive al largo e l’acqua puzza di petrolio…)mi viene da chiedere quale sia il male minore, dei semplici pali che ci danno energia lontano dalla costa o una turbogas che ci lascia a secco e ci asfissia e delle piattaforme che ci sporcano acqua aria e panorama?
Aspettarmi che si smuova l’opinione pubblica è un’utopia, quindi ho perso le speranze, non che ne abbia mai avute, la mia generazione è all’ 89% convinta che leggere dei libri sia qualcosa di cui sfottere, è convinta che sia giusto perdere tempo nei bar a dire idiozie piuttosto che cercare una Forma mentis adeguata, è assolutamente convinta che l’avere delle conoscenze sia da idioti!
Se me ne sono accorto io di tutto ciò, io che mi vergogno come un ladro della mia ignoranza, significa che la situazione è davvero al limite.
Sono sicuro che queste “direttive” derivino in primis dalla famiglia, quindi mi chiedo quanto sia mentalmente marcia la mia città natale, incapace di riflettere, di comprendere di porre rimedio a ciò che è stato.
Ma scrivere ciò nel blog meno frequentato della rete non credo possa essere di aiuto per nessuno, al massimo per il sottoscritto nel trovare un piccolo sfogo.
Mi piacerebbe visitare aree archeologiche, musei, centri culturali a Termoli, peccato non ci sia nulla di concreto, eppure basterebbe poco.
Se si volesse creare un museo storico e multidisciplinare, collaborerei anche volentieri all’allestimento di qualche stanza, dato che la mia specializzazione come naturalista sarà la museologia, tra l’altro dispongo di una modesta ma varia collezione di minerali e fossili, con le mie conoscenze modellistiche posso realizzare preparati didattici, diorami, raffigurazioni pittoriche… Sarebbe un sogno ed un contributo che darei volentieri, ma temo che rimarrà tale con mio grande rammarico.
Chissà quando qualcuno si sveglierà dal torpore letargico dell’apatia e deciderà di fare qualcosa? Spero di essere ancora vivo per quell’epoca lontana.
Con ciò mi congedo per il momento, augurandomi di aver donato a qualcuno almeno uno spunto di riflessione, confido di trovare altri che condividono il mio punto di vista.
Di cosa parlo? Dei problemi di Termoli, la mia città di nascita, sicuramente non il luogo della mia morte, perché il mio rancore ormai è davvero incontenibile.
Bando ad inutili giri di parole, tra l’altro completamente sterili, vengo subito al dunque:
Termoli ha una storia millenaria e questa sua caratteristica, se valorizzata potrebbe essere un vanto culturale non indifferente ma è ignorata dalla quasi totalità della popolazione che a quanto pare convive benissimo con la propria ignoranza caprina.
Nel mio caso, invece, sono viola dall’inquietudine, totalmente fuori di me, poiché tutto questo si ripercuote in scavi archeologici mai aperti, in aree di fortissimo interesse… lasciate al più totale disinteresse e quel poco che per forza di cose è già sotto gli occhi di tutti, non è visitabile per varie ragioni, insomma una situazione a dir poco paradossale, decisamente surreale e nessuno è disposto a cambiarla!
Ma andiamo nel dettaglio seguendo la cronologia, un po’ di storia è d’obbligo, dei principali luoghi che intendo citare,
Le testimonianze più antiche di insediamenti su territorio termolese risalgono all'età preistorica e pre-romana e sono documentate dai ritrovamenti di necropoli preistoriche in contrada Porticone e Difesa Grande, nonché, in quest'ultima, da ritrovamenti di resti di ville romane(scavi mai portati avanti, se ne conosce solo la presenza).
La Termoli primitiva è da situarsi in un sito non identificabile con l'attuale, come ho già detto, in prossimità della zona attualmente denominata "Difesa Grande"(strano che a nessuno questo nome abbia mai suggerito qualcosa), in questo luogo sono venuti alla luce, in periodi diversi e per il lavoro dell'uomo, muri, mosaici, tegole, tasselli, anfore, monetine e quanto possa testimoniare l'esistenza di un centro abitato antico.
A cavallo tra il 6° ed il 4° secolo l’intera costa molisana era popolata dai Frentani, popolo navigatore ed agricolo, alleato con i sanniti e facente parte della lega sannitica, c’è chi identifica Termoli con la città di Buca.
Strabone scrive: "Dopo l'Aterno vi é Ortona, porto dei Frentani e Buca, anch'essa dei Frentani, confinante con Teano Apulo", e ancora: "Dopo del lago (di Lesina) si naviga ai Frentani e a Buca: dall'una e dall'altra parte del lago, sia fino a Buca che fino al Gargano vi sono duecento stadi".
Strabone e Tolomeo avevano situato questo centro abitato tra il fiume Tiferno (Biferno) e Istonio (odierna Vasto), anche lo storico tedesco Momsen pone la città di Buca nel sito dove oggi sorge Termoli.
Vi è la presenza concreta di insediamenti antichi, ad esempio: il Prof. Luigi Ragni, nel suo studio sulla origine di Termoli scrive al riguardo di sorgenti termali(da cui probabilmente il nome): "A poca distanza dall'abitato di Termoli, a cinquecento metri o giù di lì con leggero pendio verso il mare si estende la incantevole spiaggia di Rio Vivo, detta così dal nome di un ruscelletto che ivi scorre senza interruzione. Sotto il letto arenoso di esso, e sotto un ponte, ivi costruito per la ferrovia, si trovano nascoste delle piccole terme (thermulae); e a pochi passi, lungo il lido un pavimento di mattonelle ben connesse. Quando il ruscelletto in piena e il mare in tempesta portano via l'arena, restano scoperte a fior di terra e si possono ammirare. Parecchi anni dietro le ho viste io, e, per quanto la memoria mi sarà fedele, cercherò di descriverle”.
Continuando con le dichiarazioni del Prof. Ragni: "Io stesso coi miei occhi in una tenuta dei fratelli Graziani sita in Difesa Grande, osservai un bellissimo pavimento a mosaico; e molto più giù, nella stessa direzione, in un campo dei fratelli Candela, una gran quantità di pezzi di tegoloni, di cui alcuni interi, e di doli scavati dall'aratro e accumulati sotto alberi o davanti a siepi o serviti per fare strade da un punto a un altro".
Inoltre, il Pollidori aveva asserito che nel borgo antico sorgeva un tempio dedicato ad Esculapio, dio della medicina, ma non solo, ne è stato individuato e scoperto l’altare con un serpente di bronzo recante l’iscrizione: "Aesculapio et saluti Sacrum ex voto Callixtus D.".
Peccato sia stato portato a Napoli e deposto nel museo della Famiglia Picchiatti…
Insomma non farebbe male cercare di risaltare tali testimonianze storiche, anche a fini turistici, promuovere scavi, attività culturali, tutto ciò che è possibile per dare ai termolesi ed ai visitatori questo patrimonio…
Direi che già questo è abbastanza, ma voglio farmi ancora del male nello scrivere e nel ricordare, sempre nel possedimento dei fratelli Graziani, a difesa grande, di tanto in tanto vengono rivoltate dall’aratro mattonelle facenti parte di una pavimentazione, muri, ed appunto mosaici.
Tra l’altro nella zona in cui sorge la Piazza Giovanni Paolo secondo, costruita durante una visita del defunto pontefice, nei primissimi anni ’80, a due passi dalla mia vecchia abitazione, sarebbe presente una necropoli, la cosa strana è che all’epoca il comune decise di concedere un solo mese per saggiare il sito, qualsiasi fosse stato l’esito… comunque si sarebbe dovuto inesorabilmente ricoprire il tutto, che difatti oggi giace al di sotto di uno strato di cemento ed asfalto, in quella che è la più inutile piazza dell’intero pianeta, utile solo al mercato rionale del primo sabato del mese ed alle bancarelle dei polacchi, le poche volte in cui vengono a vendere qualcosa in città.
Dimenticavo le giostre della festa patronale, ma non è un motivo così importante da giustificare la piazza, rispetto alle bancarelle dei polacchi intendo.
La certezza sull’ubicazione e sul periodo mi è stata data dalla conferma da parte di uno degli operai specializzati che insieme agli archeologi scavò in quel sito, l’ho conosciuto qualche anno fa durante una campagna di scavo presso il sito preistorico di Isernia la pineta, alla quale ho partecipato in due anni consecutivi e che porto ancora nel cuore.
La cosa triste è che in comune ancora oggi c’è chi sostiene “meno male che abbiamo ricoperto tutto!”, queste incomprensibili parole mi sono state riferite da un consigliere comunale che conosco verso il quale sto facendo pressioni per tentare di svegliare la giunta sull’importanza de questi siti… ma con risultati scarsi, anzi praticamente nulli… E’ più importante riempire il comune di rotatorie, alcune talmente vicine che se si percorre Termoli per 10 minuti in auto, si finisce con l’avere un senso di stordimento, nemmeno si fossero fatti 10 giri su se stessi, almeno con il semaforo ci si riposava…
Potrei finirla qui, ma ho ancora qualcosa da aggiungere alla lista delle tante scempiaggini che vedo ogni volta che torno a casa, parliamo un pò del castello“svevo”.
Termoli ha un piccolo castello, quasi un torrione di pianta quadrata che si fonde alle fortificazioni del borgo antico, l’edificazione del castello si attribuisce storicamente agli inizi del ‘200 grazie all’imperatore del regno di Sicilia Federico secondo di Svevia, colto, discusso ed enigmatico personaggio storico, da qui il soprannome attribuito alla costruzione.
Bene, il castello si presenta sfigurato da una struttura di cemento sulla sua sommità che è più di un pugno nell’occhio, decisamente più doloroso di un calcio in uno stinco, uno sul sedere, un pugno alla bocca dello stomaco e due dita negli occhi! Praticamente un rovinoso esempio di mancanza di rispetto istituzionale per la storia ed i beni architettonici.
Per precisare la struttura è una stazione meteorologica di proprietà del 32°stormo di Foggia-Amendola dell’aeronautica militare.
Tralasciando le condizioni alle quali una stazione di questo tipo deve sottostare, che rendono appetibile l’ubicazione dell’installazione, è comunque uno scempio il fatto di averla collocata proprio su uno dei pochi beni architettonici che la città possiede.
Se io volessi visitarlo, dovrei aspettare una mostra, dato che in altri momenti non è possibile, tra l’altro tutti i piani superiori sono off limits, data la proprietà dell’aeronautica, e non sappiamo quanto questi siano stati modificati rispetto alla pianta originale per la posa di tutte le attrezzature, va bene, rimane ancora dell’altro da vedere, no? …Bè insomma, le segrete sono di proprietà della chiesa, quindi perennemente off limits! Tra l’altro dalle segrete si snodano, o almeno così sembra, dei cunicoli che corrono l’ungo l’intera penisola fortificata, sfociando al porto ed in altre zone della Termoli vecchia (più di una volta mi è stato riferito da subacquei che le hanno visitate, perlomeno nel tratto sommerso).
E va bene, mi rimane almeno il piano terra… si ma questo è formato da due stanze ed un corridoio che le circonda, le due stanze sono permanentemente chiuse quindi in occasioni di mostre di pittura o fotografiche posso visitare solamente lo stretto corridoio…
Recentemente è comparso un cartellone che riporta la storia del castello, ricordo che quando l’ho notato ho pensato: “era ora cos’aspettavano in comune?... ma, ma quel logo?” ,Residenza sveva è un bed and breakfast sparso per l’intero borgo antico, di proprietà della famiglia Vincitorio, un cartellone privato…
Lungo buona parte della costa del sud adriatico è possibile osservare delle torrette di avvistamento, il castello, seppur di moli decisamente maggiori era una di queste, mi sono preso la briga di cercare quelle che si trovano in territorio termolese, ne ho trovate cinque: la prima, quella più a nord quasi in territorio di Petacciato, giace in condizioni pessime, è completamente diroccata, ne rimane ben poco.
Tralasciando l’orribile ponte in calcestruzzo che si trova di fronte ecco la seconda, è conosciuta come “la torretta” ristorante e lido balneare, un bene architettonico come quello reso un ristorante privato? Ebbene sì, succede anche questo, la terza è più che un rudere ai piedi del muraglione del borgo antico, più che una torretta è una guardiola all’accesso al mare da quel lato, perennemente chiuso da un’inferriata.
La quarta ospita l’archivio di stato, era una guardiola di fronte alla porta di pietra dell’antico borgo, è così piccola che dentro c’è solo una scrivania ed una scaffalatura polverosa piena di volumi, una persona con il poco spazio a disposizione fa fatica ad entrare, sarà per questo che in 25 anni non l’ho mai vista aperta? Boh credo sia quasi un privilegio concesso a pochi entrare, ci non andato più volte in orari di apertura ma nulla… L’ultima è una chicca, si trova lungo la discesa verso il lungomare sud di “rio vivo”è sulla destra scendendo dal centro, è nascosta tra leabitazioni, questo mi ha subito messo insospettito, difatti cercando di visitarla mi sono accorto che ... era in un giardino privato!
Spontaneamente mi sorge la domanda: sono l’unico a pensare che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in tutto ciò?
Temo proprio di sì, come mi rende furibondo il fatto che i termolesi non si incazzino come delle iene nei confronti di chi lo ha permesso, dato che in ogni caso sono proprio loro (me compreso) a rimetterci.
Nell’ottobre 1943 gli alleati sbarcarono a Termoli, per prima cosa bombardarono il paese vecchio, un colpo distrusse un seminario di fronte alla cattedrale, da allora quella è una piazza con una linea scura sulla pavimentazione che ne ricalca la planimetria, oggi territorio di bar che si contendono lo spazio per i tavolini, il secondo colpo colpì in pieno il rosone in alabastro, che oggi è rimpiazzato alla bene meglio da uno in metallo che ha lo stesso effetto della costruzione in cima al castello, ricordate?
Stranamente da quel periodo, che volete farci, il parapiglia del secondo conflitto modiale, gli inglesi con il generale Montgomery per la città, i tedeschi in ritirata verso la linea Gustav, qualcuno si è preso un souvenir… se si osserva la cattedrale, infatti si nota che sul frontone ci sono 2 statuine, anzi, una sola, l’altra è stata vista al british museum…se prima ce l’avevo con gli inglesi, oggi non li posso vedere…
Se si cammina con un metal detector in direzione Guglionesi si possono trovare ancora numerosi residuati bellici, dai bossoli ad armi e chissà quant’altro.
Ebbene a Termoli non c’è nulla da offrire, nemmeno un museo, neanche il più idiota tipo il museo delle ciabatte usate, nemmeno un museo dedicato a Benito Jacovitti (che ho sempre odiato, mi chiedo come si possa firmare un fumetto con un salame con i piedi e la faccia)…nulla, l’unico che c’è ospita mostre temporanee di arte contemporanea.
E tutti i reperti che sono stati ritrovati? Monete, anfore, mosaici, reperti bronzei, armi frentane, armi della seconda guerra mondiale, utensili, oggetti medievali, ?… insomma, tutta quella mole di materiale che è sicuramente contenuta in polverosi sottoscala dei tanti uffici comunali o rivendute a termolesi che ne fanno bella mostra in casa? Non sarebbe il caso di creare un museo per ampliare il patrimonio culturale del comune?
Torno a ribadire, sono l’unico a trovare che in tutto ciò ci sia qualcosa che non va?
Nei pressi di casa mia, Termoli si snoda su colline e vallate che assomigliano alle dita di una mano poggiata su di un piano, c’è un piccolo bosco all’interno del quale nella parte più bassa sul fondovalle, si trova un torrentello, il rio vivo che continua attraverso il paco comunale, alcuni chilometri più in avanti fino a sfociare nell’area omonima, lo stesso nel quale il prof.Ragni ha visto le mattonelle che appaiono se si sposta un po’ il sedimento, questa è una delle poche aree verdi ancora non toccate dall’antropizzazione, anche se minacciata ogni giorno dalle ruspe e dai cantieri edili, non sarebbe il caso di farne una piccola are protetta da vincoli ambientali? NESSUNO SI SOGNA DI FARE UNA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE COME SANCISCE L’ARTICOLO 4 DELLA LEGGE 348/86?
Evidentemente no, come nessuno si è ricordato di farlo quando il vecchio sindaco ha venduto il terreno alla sorgenia per costruire la turbogas, già perché se vogliamo parlare di Remo di Giandomenico, possiamo dire che il suo “sistema” rende in paragone quello di Moggi un fantacalcio… Qell’uomo controllava tutte le assunzioni, sia negli enti statali della zona che nelle aziende private che controllava, la moglie, che non è da meno controllava l’intero ospedale…
Un bel giorno, quasi 2 anni fa, scomparve come per magia un costosissimo macchinario dall’ospedale, subito la polizia cominciò le indagini, si venne a scoprire che era finito(guarda il caso) proprio nello studio privato della mogli del sindaco, sia le iene che striscia la notizia si occuparono del caso, ricordo ancora il servizio di Sortino. le iene
Questa donna un giorno è riuscita anche ad inforchettare il marito Remo, evidentemente non avendo coltelli a portata di mano, ormai sono esiliati a campomarino dopo alcuni mesi di carcere, avrei sperato anni, ma stranamente sono fuori ed il marito medita un ritorno in politica! Anche qui noto un qualcosa che non va, ma sembra che sia il solo.
Secondo me i termolesi sono masochisti, le cose sono due: o sono assuefatti a queste prese in giro, o ne sono totalmente ignari.
Il problema è che Termoli è culturalmente sterile, non ha cultura, nel senso che ha la storia, ma non ne è consapevole e non la valorizza affatto, ne ignora tutti i risvolti.
Punta sul turismo, ma il turismo non è solo mare, se oltre ad esso ed agli scempi ambientali, alla cementificazione selvaggia, ai prezzi da capogiro che non si ritrovano neanche nel raggio di 50 km ed all’ignoranza dei termoesi non si offre nulla, non si può parlare di turismo, perché non ci viene nessuno!Perchè non ha nulla da offrire!
Termoli ha uno splendido lungomare, disseminato di lidi che potrebbero rimanere aperti la sera, tra l’altro consentendo l’accesso alla spiaggia successivamente al tramonto, ma non è possibile. nemmeno pensare di sfruttarne la passeggiata estiva, perché non vi sono gli interessi a farlo! Interessi di pochi che si coalizzano per stroncare ogni minimo tentativo di valorizzazione dell’area, nemmeno un bar, una gelateria, un lido aperto che fornisca ai giovani un po’ di divertimento, già perché anche sotto questo punto di vista la città non ha nulla da offrire.
Qualcuno tempo fa propose di costruire un villaggio vacanze ed ebbe in risposta la più disarmante delle frasi: “ma che devi fare?” naturalmente detto in dialetto ed inteso come non dire scemenze… Già, perché il lungomare nord è disseminato di case private, le licenze le danno solo ai costruttori edili che poi hanno un guadagno, naturalmente chi è sopra di loro riceve qualcosa, in quel caso la speculazione edilizia ha vinto, Termoli ha perso e ci ha rimesso.
Oltre il danno la beffa, a Termoli c’è la facoltà di economia del turismo che io vedo quasi come un nonsenso, paragonabile alla scena di un papa che elogia l’ateismo.
Turismo? E dov’è il turismo? Io vedo al massimo quel pullman di tedeschi che si vede trattare a pesci in faccia e giura solennemente di non tornare mai più in quel luogo maledetto.
Oppure tutto quel transito per le Diomedee (Tremiti)che non si ferma nemmeno per un caffé, ma viene comunque contato tra i dati ufficiali, barando e prendendo in giro chi a Termoli ci vive ed è convinto sia un’ambita meta turistica.
Giusto perché poco fa ho citato la questione energetica, soffermiamoci un attimo sulla turbogas:
doveva, dopo ritardi su ritardi, essere consegnata lo scorso febbraio, ma con un colpo di coda la sorgenia ha stupito tutti completandola entro settembre, bene, da allora le nubi anomale, giusto per la precisione, la turbogas riversa nell’atmosfera come sottoprodotto del vapore acqueo quindi nulla di strano se sono nuvole, ma ci si allarma se sono nere o marroni! I casi registrati da settembre sono parecchi, seguiti da casi di irritazione delle vie respiratorie e degli occhi degli abitanti limitrofi al nucleo industriale anche nei comuni di Campomarino e Portocannone.
Per non parlare degli scarichi in mare di acque nere, qui lo spunto per parlare dell’acqua, la turbogas ha bisogno di una quantità di litri d’acqua abominevole, non riporto cifre perché non mi fido dei dati, ma sono sicuro siano decisamente superiori, fin qui nulla di male… se non fosse che per colpa di questo ciucciatore a scrocco l’intero basso Molise è quasi a secco, se si unisce ciò al fatto che siamo in un anno di precipitazioni scarse si intuisce quanto l’invaso del “lisciane” non abbia acqua a sufficienza per l’intera utenza se si aggiunge per l’appunto la turbogas.
La Molise acque è corsa subito ai ripari per una soluzione che accontentasse tutti… il decalogo del risparmio dell’acqua: ok va bene risparmiare risorse, è importante, ma perché sta maledetta turbogas continuerà a fregarsi l’acqua e saranno i poveri cittadini, che non giovano nemmeno di quell’energia perché destinata a livello nazionale, a rimanere a secco?
Se fa caldo e sudo posso asciugarmi l’ascella col phon, tanto non ho problemi energetici… ma io gradirei lavarmi se puzzo come una capra, posso mandare per protesta dei fogli di carta intrisi del sudore delle mie ascelle dopo giorni senza lavarmi alla sorgenia? Anzi spero qualcuno si unisca a me in questa anomala protesta.
Se arrivano dei turisti cosa gli diciamo? Lavatevi in mare?
A proposito di mare, negli ultimi giorni è comparso il tormentone eolico sull’adriatico, in pratica al largo del tratto di mare tra Termoli e Petacciato dovrebbe essere costruito un parco eolico, di lì una valanga di dissensi per l’unica fonte di energia ecosostenibile e rinnovabile che può davvero aiutarci in caso di crisi energetica, ma a quanto pare sono visibili dalla costa e deturpano il paesaggio(???)dopotutto sono mete turistiche(turistiche?siamo sicuri?).
Eppure ogni volta che passo sull’adriatico vedo una marea di piattaforme petrolifere, con i loro fiammoni di metano sempre accesi(eh sì, quelle non deturpano e non inquinano, vedeste poi quando ci sono le petroliere che lavano le stive al largo e l’acqua puzza di petrolio…)mi viene da chiedere quale sia il male minore, dei semplici pali che ci danno energia lontano dalla costa o una turbogas che ci lascia a secco e ci asfissia e delle piattaforme che ci sporcano acqua aria e panorama?
Aspettarmi che si smuova l’opinione pubblica è un’utopia, quindi ho perso le speranze, non che ne abbia mai avute, la mia generazione è all’ 89% convinta che leggere dei libri sia qualcosa di cui sfottere, è convinta che sia giusto perdere tempo nei bar a dire idiozie piuttosto che cercare una Forma mentis adeguata, è assolutamente convinta che l’avere delle conoscenze sia da idioti!
Se me ne sono accorto io di tutto ciò, io che mi vergogno come un ladro della mia ignoranza, significa che la situazione è davvero al limite.
Sono sicuro che queste “direttive” derivino in primis dalla famiglia, quindi mi chiedo quanto sia mentalmente marcia la mia città natale, incapace di riflettere, di comprendere di porre rimedio a ciò che è stato.
Ma scrivere ciò nel blog meno frequentato della rete non credo possa essere di aiuto per nessuno, al massimo per il sottoscritto nel trovare un piccolo sfogo.
Mi piacerebbe visitare aree archeologiche, musei, centri culturali a Termoli, peccato non ci sia nulla di concreto, eppure basterebbe poco.
Se si volesse creare un museo storico e multidisciplinare, collaborerei anche volentieri all’allestimento di qualche stanza, dato che la mia specializzazione come naturalista sarà la museologia, tra l’altro dispongo di una modesta ma varia collezione di minerali e fossili, con le mie conoscenze modellistiche posso realizzare preparati didattici, diorami, raffigurazioni pittoriche… Sarebbe un sogno ed un contributo che darei volentieri, ma temo che rimarrà tale con mio grande rammarico.
Chissà quando qualcuno si sveglierà dal torpore letargico dell’apatia e deciderà di fare qualcosa? Spero di essere ancora vivo per quell’epoca lontana.
Con ciò mi congedo per il momento, augurandomi di aver donato a qualcuno almeno uno spunto di riflessione, confido di trovare altri che condividono il mio punto di vista.
martedì 30 gennaio 2007
banshee eva
giovedì 4 gennaio 2007
martedì 2 gennaio 2007
...ed arrivò il 2007
Che strano, sembra quasi che non siano passati 10 anni, pare ieri quando passavamo le giornate dietro casa mia a giocare a calcio a scherzare, dire stupidaggini, salire sull'ape car di Josè e Francesco ed invece è passato tutto questo tempo, quanto siamo cambiati in dieci anni... da non crederci
Ad ogni modo bando alle ciance ed alla nostalgia dei bei tempi andati, come ogni anno ci si rivede per le feste o per l'estate, quindi ecco un resoconto della serata, a breve anche qualche foto.
Veglione travagliato il nostro, perchè inizialmente avevamo avuto una proposta per aggregarci ad un'altro gruppo di amici, ma le condizioni non erano quelle che ci aspettavamo, soprattutto per il fatto che si entrava alle 11 e non avevamo voglia di cenare da soli a casa per poi riunirci lì.
A quel punto si è cominciato a cercare un'alternativa, la scelta è caduta su un locale che era una vecchia discoteca ora in disuso, senza corrente ed impolveratissima, ma non ci è stata concessa perchè usata come magazzino, e poi senza riscaldamento saremmo congelati.
stanchi ed amareggiati per l'nfruttuosa ricerca abbiamo optato per la casa di un amico, che eroicamente si è immolato alla causa del cenone.
C'è da dire che già un anno Stefano aveva concesso la sua taverna, ma le conseguenze di quel capodanno del 2000 sono state catastrofiche.
Bollettino di guerra:
Pandoro ripieno al cioccolato esploso contro un muro, gli schizzi di crema al cioccolato hanno invaso l'intera stanza.
Pezzi di cotechino ovunque (il cotechino non è stato bollito nella sua busta ma il grasso è stato tolto a mano, grazie alla furbizia di Anna, praticamente qualcosa di rivoltante) uno di questi, dietro il televisore è rimasto a marcire per settimane...
E poi vomito, gente completamente ubrica che girava per casa con la scatola del pandoro in testa a mò di elmo, più spumante per terra o sui vestiti che negli stomaci nei bicchieri o nelle bottiglie.
Insomma un incubo per la famiglia Riccio che si sarebbe scongiurato volentieri... difatti il cotechino è stato bandito dal cenone!
Tutto sommato la serata è cominciata abbastanza bene, abbiamo aspettato Daniela, ritardataria da competizione, per circa mezz'ora, un record in positivo per colei che una volta ci fece perdere ben 3 circolari prima di uscire, e l'unico autobus che passa per questo quartiere passa ogni 40 minuti!
Fortunatamente la puntozza Gò (scritta alquanto equivoca dato che tutti leggono: punto G!)ha il riscaldamento.
La cena è iniziata con un aperitivo... alle 8.30 di sera O_ò , preparato dal barman prfessionista Lucio, ovvero fette di galbanino con una strana salsa all'arancia e crostini al gorgonzola, da bere spritz annacquato perchè altrimenti non bastava.
Preparati gli antipasti per tutti e ventitrè è accaduto il disastro: Luca, con la sua grazia da martello pneumatico nell'alzarsi butta giù alcune bottiglie di birra... nel piatto di Basso, momentaneamente al bagno...
certo non era un bran che mangiare mortadella, prosciutto e formaggio al sapore di heineken, quindi ha optato per bettare via il tutto e fare un pò di carità.
Primo: pasta al forno con besciamella, salsiccia, fungli e piselli, nei piatti è andato pochissimo quando si sarebbe potuto riempirli un pò di più, dato che ben 3 teglie, la metà, sono avanzate... ma va bene lo stesso...
secondo: patate e salsiccia,
ed infine sorbetto alla mela.
tra una pausa e un Urlo di roberto(quel ragazzo è inquinamento acustico allo stato vivente), cori da stadio, fotografie, Carlo che sfoggia la suoneria di uomini e donne di maria de filippi, io mi sarei suicidato all'istante se mai avressi solo pensato ad una cosa più rivoltante, Daniela che ad un certo punto mentre parla si accascia al suolo... è finalmente giunta mezzanotte, e sono già quasi tutti m'briachi tanto che ho visto gente barcollare, ma ci spostiamo fuori per i fuochi e per brindare... bè brindare è una parola forte, casomai farci una doccia... a 2°C
e poi gli immancabili auguri .
Rientrati in casa per via di un principio di assideramento, almeno per me, come potevamo non festeggiare con la riproposizione della finale dell'ultimo mondiale Italia-Francia?
Il solito dilemma, cosa si fa cosa non si fa...abbiamo preso le auto, siamo andati in una piazza di Termoli ed abbiamo improvvisato un rave con tanto di musica, gin, rhum, crema di wisky, ed altro spumante... siamo andati avanti a ballare e a far casino fino alle 4 di notte!
Ad un certo punto sono comparse anche delle bandiere del Termoli calcio.
Poi stanchi ed infredoliti, almeno gli astemi come me, abbiamo optato per un bel cornetto ed allora di filata alla cornetteria, una carovana di auto che procedevano a zig zag, non fatelo potrebbe essere pericoloso, morale... sono andato a dormire alle 6, e dire che sono abituato a restare sveglio nottate intere... ma ero veramente stanco, oltretutto Daniela ha un leggero problema psicologico con i bagni pubblici non le riesce proprio di andarci, praticamente se la stava facendo sotto...
5 sole ore di sonno per me sono state quasi sufficienti per ristabilirmi, ma da fonte certa, mia sorella, ho saputo che reano tutti più rincoglioniti del sottoscritto e questo mi fa onore...
tutto sommato mi sono divertito
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